195mila euro ai comitati Toti da Pietro Colucci, imprenditore che gestiva discariche nel savonese – .

195mila euro ai comitati Toti da Pietro Colucci, imprenditore che gestiva discariche nel savonese – .
195mila euro ai comitati Toti da Pietro Colucci, imprenditore che gestiva discariche nel savonese – .

Liguria. C’è anche l’imprenditore campano Pietro Colucciche gestì nel Savonese discariche di Boscaccio e Bossarino, tra coloro che, tra il 2016 e il 2021, avrebbero finanziato “illecitamente” il Comitato Cambiamento e il Comitato Giovanni Toti, entrambi responsabili della raccolta fondi per Toti e il suo gruppo politico. È quanto emerge dagli atti dell’inchiesta che martedì hanno portato all’arresto (ai domiciliari) del presidente della Regione Liguria.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, diverse società del Gruppo Waste-Innovatec-Sostenya (Innovatec spa, Sun Rt O2 Srl, Aker Srl, Diaspa Spa e Sostenya Green Spa), alcune amministrate da Colucci ed altre – secondo la guardia di finanza – a lui riconducibili, avrebbero “finanziato illecitamente” le formazioni politiche del governatore ligure . Le società citate, tra il 18 marzo 2016 ed il 9 dicembre 2019, avrebbero rimborsato importi variabili al Comitato Cambiamento o al Comitato Giovanni Toti Liguria per complessivi circa 195mila euroSempre senza alcuna deliberazione dell’organo sociale e, in alcuni casi, senza alcuna voce di bilancio. I contributi, quindi, considerato illegale: la normativa infatti stabilisce che “i finanziamenti erogati a partiti politici o a loro esponenti politico-organizzativi o a gruppi parlamentari provenienti da persone giuridiche devono essere approvati dall’organo societario competente e regolarmente iscritti in bilancio” E “in caso di erogazione superiore a 5mila euro, chi eroga e chi riceve sono tenuti a rendere una dichiarazione congiunta”.

IL sospetto dei magistrati Era che dietro questi prestiti si nascondeva qualcosa tentativo di corruzione. Nell’ordinanza relativa alle misure cautelari, infatti, se ne riporta una telefonata del 10 marzo 2021 tra Matteo Cozzani (capo di gabinetto della Regione, anche lui agli arresti domiciliari) e Toti in cui “quest’ultimo faceva esplicito riferimento alla necessità di parlare verbalmente con (o con) un certo Colucci riguardo ‘la roba della discarica’”. Toti dice al telefono: “Ditegli che se lunedì li convoco qui, martedì sera anche a cena, Ripamonti, Vaccarezza, Olivieri, che chiudiamo tutto […] Nel complesso della situazione, quindi allineiamo l’ATO dell’acqua, la cosa, anche perché poi ci entra anche lui roba della discarica Colucci, di cui voglio parlargli a voce”.

Come ricordano i magistrati”al momento della telefonata Colucci aveva ed ha in corso un procedimento amministrativo presso la Regione“. In particolare, Green Up Srl aveva presentato istanza per l’ampliamento della discarica di Bossarino a Vado Ligurementre per EcoSavona Srl è prevista la Procedura Autorizzativa Unica Regionale per l’ampliamento della discarica di Boscaccio. Per tali procedimenti “le società riconducibili a Colucci hanno avuto come interlocutore istituzionale la Regione Liguria, competente a rilasciare le autorizzazioni per il materiale di gestione della discarica”.

“Tali circostanze – si legge nell’ordinanza – hanno indotto a ritenere che (tenendo conto della coincidenza temporale tra i finanziamenti e l’attività delle imprese Colucci e le relative pratiche in Regione, la competenza della Regione nella gestione dei rifiuti materiali, metodi di finanziamento non trasparenti) il motivo del finanziamento illecito erogato dall’imprenditore Colucci era da ricondurre non tanto a uno spirito di generosità, quanto piuttosto alla funzione svolta dal presidente della Regione Liguria e le competenze ed i poteri della Regione in materia ambientale”.

Ulteriore sospetto crescente è anche il fatto che, “come evidenziato dalla stessa Gdf, il Gruppo Waste Italia Srl (E tutte le società da lui controllate) si era scoperto essere in accordo con i creditori a partire dal 14 maggio 2018, mentre Alex Srl è stata di fatto cessata a partire dal 31 dicembre 2019 e, pertanto, almeno apparivano singolari le cospicue, molteplici e non trasparenti ‘donazioni liberali’ di imprese pacificamente in difficoltà“.

In questo senso “particolarmente significativo” è, per i magistrati, il fatto che “Toti abbia voluto parlare con (o di) Colucci della questione discariche in via confidenziale (de visu e non semplicemente telefonicamente)circostanza che suggeriva la volontà di rendere ‘sicuro’ il colloquio e che, allo stesso tempo, confermava anche l’esistenza di un rapporto ‘privilegiato’ tra l’imprenditore (e la sua impresa) e il governatore”.

Proprio a causa di questi sospetti, il 1° settembre 2021 sono iniziate le operazioni di intercettazioni telefoniche nei confronti di Toti.. I quali, “pur non consentendo di trovare ulteriori prove dell’ipotesi di corruzione inizialmente ipotizzata nei confronti di Giovanni Toti e Pietro Colucci – spiega l’ordinanza – hanno rivelato […] gli ulteriori rapporti corruttivi contestati nel presente procedimento”. Cioè quelli legati a Spinelli, Moncada, Signorini e Vianello al centro delle cronache di questi giorni.

 
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