cronologia meteorologica e situazione attuale. Può ripetersi un evento del genere? – .

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cronologia meteorologica e situazione attuale. Può ripetersi un evento del genere? – .
Alluvione in Romagna il 16-17 maggio 2023, un quartiere di Faenza allagato con auto sommerse e irrimediabilmente danneggiate. Foto Andrea Raggini, Emilia Romagna Meteo aps.

LucaLombroso 05/09/2024 16:00 8 minuti

Fino a a fine aprile 2023 la drammatica siccità preoccupava il nord. Da mesi le piogge erano scarse, con problemi di raccolta delle acque del Po da parte dei consorzi di bonifica. All’improvviso, ma non inaspettatamente, all’inizio di maggio la situazione cambia.

Nei giorni 2-3 maggio una prima ondata di maltempo provoca piogge torrenziali soprattutto in Emilia Romagna, alcuni fiumi rompono gli argini o straripano in particolare allagamenti Faenza, diverse zone agricole ma anche alcune zone del centro di Bologna. Una seconda fase perturbata li colpì l’8-10 maggio con ulteriori allagamenti, ma il peggio doveva ancora venire a metà mese.

Ciclone Minerva: l’importanza delle allerte meteo

Già dall’8 al 10 maggio i meteorologi di METEORED hanno seguito attentamente l’evoluzione, esprimere preoccupazione consultando i modelli che prevedevano che il ciclone “Minerva” si sarebbe evoluto in una “depressione esplosiva”. Sul nostro sito con vari articoli di previsione prevedevano il rischio di precipitazioni straordinarie.

Il 16/05/2023 le mappe di analisi hanno mostrato prontamente la depressione sull’Italia centrale, con circolazione ciclonica orientale nella Pianura Padana, in una configurazione per cui l’Appennino accentua le precipitazioni per effetto stau.

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Ad aggravare la situazione, la presenza di uno straordinario “fiume atmosferico” che attirava aria calda e carica di umidità dall’Africa equatoriale si diresse verso l’Adriatico e poi contro l’Appennino Romagnolo.

Il 15 maggio 2023 la protezione civile dell’Emilia Romagna dirama un’allerta rossa da Reggio Emilia a Rimini, per rischio idrogeologico e idraulico.

La chiusura preventiva di molte scuole, l’evacuazione in alcune zone e quartieri delle città allertate, la consapevolezza e l’allerta alla prospettiva di un evento insolito hanno certamente contribuito a proteggere la popolazione. Nonostante ciò arriva l’alluvione e l’esito è drammatico.

Pioggia mai vista prima, maggiore dell’alluvione del 1939

Tra le Prealpi e l’Appennino Romagnolo, in parte fino all’Emilia orientale, nei giorni 16-17 maggio 2023 sono caduti 150-250 mm di pioggia, in linea con le peggiori stime del modello. Hanno segnato per la precisione le stazioni meteo ARPAE ER di Casola Valsenio 242,8 mm, quella del Trebbio 254,8 mm. Quest’ultimo a fine mese, sommando l’evento del 2-23 maggio e altre piogge intense, sono stati pari a 609,8 mm, contro una media mensile di 82,6 mm.

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Valori mai visti in passato, secondo il meteorologo Pierluigi Randi, questi valori superano le precipitazioni del maggio 1939, precedente caso di alluvioni nella stessa zona, del 42-54%, a seconda della località. Oltre il 65% dei pluviometri presenti sul territorio hanno registrato il record storico delle precipitazioni, sia giornaliero che mensile.

La conseguenza di una quantità d’acqua così massiccia fu l’esondazione di 23 fiumi, tutti quelli da Bologna a Imola, ed esondazioni locali anche nelle province di Modena e Reggio Emilia. Sono state interessate anche alcune zone della Toscana e delle Marche.

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Danni catastrofici in Romagna a causa dell’alluvione del maggio 2023, ma la popolazione si è subito attivata per supportare la Protezione Civile nei soccorsi e nella ripartenza. Foto Andrea Raggini, ERmeteo aps

Gli effetti ed i danni

L’alluvione colpisce duramente circa 50 comuni, vengono anche conteggiati almeno 280 franema stime successive parlano di numeri molto più alti. Circa 35.000 persone sono state sfollate dalle loro caseSono state interessate numerose infrastrutture stradali tra cui l’autostrada A14 e le ferrovie Bologna-Rimini e Ravenna. Il conteggio dei danni economici si avvicina ai 10 miliardi dell’Euro.

Secondo il Global Catastrophe Recap Report di Aon, si tratta del terzo peggior disastro naturale globale del 2023 per danni economici, dopo il terremoto in Turchia e la siccità in Sud America.

Sensibilizzare e allertare sulla prospettiva di un evento insolito ha sicuramente contribuito a proteggere la popolazione, anche se purtroppo alla fine dell’evento si conteranno 15 vittime.

Un anno dopo, diverse persone non hanno ancora potuto fare ritorno alle proprie case, soprattutto nelle zone interessate da frane. La popolazione colpita lamenta poi ritardi nei risarcimenti danno.

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Il commissario straordinario per l’emergenza alluvioni, generale Paolo Francesco Figliuolo, in un’intervista al TGR Emilia Romagna dell’8 maggio 2024, ha dichiarato che sono circa 90mila le famiglie e le imprese danneggiate dall’alluvione, una novantina stanno ricevendo i primi risarcimenti. Rimangono anche al momento esclusi i danni alle cose mobili: arredi, elettrodomestici, oggetti vari distrutti dall’acqua e dal fango sono la maggior parte dei danni per molte famiglie ma al momento non vengono risarciti dallo Stato.

Il cambiamento climatico c’entra qualcosa?

Scoppia immediatamente polemiche e discussioni tra chi sostiene che la causa dell’alluvione sia il cambiamento climatico e chi punta il dito contro l’instabilità del territorio. La causa di eventi di questo tipo è sempre complessa, con vari fattori che contribuiscono alle inondazioni e alle frane.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, secondo alcuni scienziati il ​​cambiamento climatico ha avuto un impatto limitato, ma negli stessi giorni un articolo scientifico parla di un effetto “colpo di frusta” tra siccità e inondazioni opposte dovute al cambiamento climatico.

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Dopotutto le precipitazioni derivanti da questo evento non hanno precedenti negli ultimi 100 anni, ma il punto su cui riflettere è un altro. Purtroppo, osserviamo eventi simili sempre più frequentemente, non sappiamo ora esattamente dove e quando ma purtroppo possono certamente ripetersi.

Accanto alle azioni per mitigare il cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, è necessario lavorare anche sull’adattamento, o sulla riduzione del danno di eventi che in passato potevano essere considerati eccezionali, oggi rappresentano una sgradita “nuova normalità” con cui dobbiamo vivere secondo il motto “gestire l’inevitabile, evitare l’ingestibile”.

 
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