amnistia per i detenuti, abolita la pena di morte – .

amnistia per i detenuti, abolita la pena di morte – .
amnistia per i detenuti, abolita la pena di morte – .

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Pace, migranti, ambiente, povertà, emarginazione, carcerati (ci sarà una festa all’interno di un carcere), spese militari, natalità, cura degli anziani. Ma anche un profondo richiamo alle ragioni della fede e del cammino cristiano. Nella Bolla che annuncia l’Anno Santo 2025 c’è tutta la profondità del ministero pastorale di Francesco, una vera e propria “Agenda Giubilare” che guiderà le celebrazioni che dureranno tutto l’anno e vedranno l’afflusso stimato di 35 milioni di pellegrini, più di quello straordinario della Misericordia del 2015, che furono circa venti milioni. Come previsto, il Papa ha stabilito che la Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano sarà aperta il 24 dicembre, la domenica successiva, il 29 dicembre a San Giovanni in Laterano, poi il 1° gennaio a Santa Maria Maggiore e il 5 gennaio a San Giovanni in Laterano. San Paolo fuori le mura.

Per i detenuti forme di amnistia o di grazia. E questo lo spinge alla diplomazia per la pace

Tra pochi mesi inizierà il Giubileo, tutti sperano che i venti di guerra si siano calmati. E infatti il ​​Papa scrive che «il primo segno di speranza si traduce nella pace per il mondo, che ancora una volta si ritrova immerso nel dramma della guerra. Dimentica delle tragedie del passato, l’umanità è sottoposta ad una nuova e difficile prova che vede molte popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza” e ricorda come “il bisogno di pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti. Non deve mancare l’impegno della diplomazia nel costruire con coraggio e creatività spazi di negoziazione finalizzati ad una pace duratura”. Nel suo recente viaggio a Venezia ha visitato il carcere femminile della Giudecca, forse il momento di maggiore emozione, e ora torna a scrivere delle detenute che «private della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto emotivo , le restrizioni fiscali e, in molti casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno Giubilare prendano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di remissione di pena volte ad aiutare le persone a ritrovare la fiducia in se stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità che corrispondono ad un impegno concreto al rispetto delle leggi”. E chiede che in ogni angolo della terra i credenti, soprattutto i Pastori, “si facciano interpreti di queste istanze, formando un’unica voce che chiede con coraggio condizioni dignitose per i detenuti, rispetto dei diritti umani e soprattutto l’abolizione della pena di morte”. , un provvedimento contrario alla fede cristiana e che distrugge ogni speranza di perdono e di rinnovamento. Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza, desidero io stesso aprire in un carcere una Porta Santa, affinché sia ​​per loro un simbolo che li invita a guardare al futuro con speranza e con rinnovato impegno per la vita”.

I poveri sono vittime, “la spesa in armamenti è scandalosa”

Riguardo ai migranti, Bergoglio sollecita segnali di speranza: «Sicurezza e accesso al lavoro e all’istruzione, strumenti necessari per il loro inserimento nel nuovo contesto sociale». E qui parla dei poveri del mondo, che «spesso non hanno una casa, né un cibo adeguato per la giornata. Soffrono l’esclusione e l’indifferenza di molti. È scandaloso che, in un mondo dotato di enormi risorse, in gran parte destinate agli armamenti, i poveri siano «la maggioranza, miliardi di persone. Non dimentichiamolo: i poveri sono quasi sempre vittime, non colpevoli”. Un altro invito del Papa è rivolto alle “nazioni più ricche, affinché riconoscano la gravità di tante decisioni prese e decidano di condonare i debiti di Paesi che non riusciranno mai a ripagarli. Prima di essere una questione di magnanimità, è una questione di giustizia, aggravata oggi da una nuova forma di iniquità di cui abbiamo preso coscienza: «Esiste infatti un vero e proprio “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso agli squilibri commerciali con conseguenze ecologiche, nonché all’uso sproporzionato delle risorse naturali storicamente fatto da alcuni paesi”.

La comunità cristiana costruisce un’alleanza sociale per la speranza

Sul tema della natalità (venerdì 10 maggio parlerà agli Stati generali a Roma) Francesco ricorda che «è urgente che, oltre all’impegno legislativo degli Stati, il convinto sostegno delle comunità credenti e delle comunità intera comunità civile in tutte le sue componenti, perché il desiderio dei giovani di generare nuovi figli, come frutto della fecondità del loro amore, dona futuro ad ogni società ed è questione di speranza: dipende dalla speranza e genera Speranza”. Su tutte queste istanze (ma ce ne sono anche altre, su cui si sofferma) Bergoglio lancia una prospettiva di coesione: «La comunità cristiana non può essere seconda a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, inclusiva e non ideologica, e lavorare per un futuro segnato dal sorriso di tanti ragazzi e ragazze che vengono a riempire le ormai troppe culle vuote in tante parti del mondo”.

Nel 2033 saranno 2000 anni dalla Crocifissione. L’anno successivo 1700 dal primo concilio ecumenico

Inoltre, scrive il Papa, questo Anno Santo “orienterà il cammino verso un altro anniversario fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. ”. Poi un capitolo della bolla parla del Concilio di Nicea, convocato da Costantino che si tenne nel 325, il primo concilio ecumenico. Ebbene nel 2025 – 1700 anni dopo – la Pasqua cadrà il 20 aprile, coinciderà sia per i cattolici, sia per gli ortodossi che per i protestanti, e nell’agenda del Papa questo evento eccezionale è un evento da cogliere: «Che questo sia un appello per tutti i cristiani dell’Oriente e dell’Occidente per compiere un passo decisivo verso l’unità intorno ad una data comune per la Pasqua”.

 
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