Nell’ambito delle celebrazioni del 250° anniversario della Fondazione del Corpo, l’ Guardia di finanza e il Comune di Seravezza hanno richiamato il finanziere prescelto Claudio Sacchelli, medaglia d’oro al merito civile “alla memoria”, con una cerimonia sentita e coinvolgente, con la deposizione di una corona ai piedi della targa del decorato, nella piazza a lui intitolata, e un incontro con numerosi studenti locali (circa 300 tra quelli della scuola media Pea e dei licei Marconi).
Era presente il comandante regionale della Toscana, generale di divisione Giuseppe Magliocco, le massime autorità civili e militari della provincia di Lucca, i rappresentanti delle sezioni dell’Anfi e delle locali associazioni di combattimento e d’armi, nonché i nipoti del decorato. In particolare, in piazza Claudio Sacchelli, al Marzocchino, la banda degli studenti dell’istituto Pea ha cantato l’inno d’Italia, seguito dal saluto del sindaco Lorenzo Alessandrini e dagli interventi del comandante provinciale di Lucca colonnello Marco Querqui e il prefetto di Lucca, Giusi Scadutoche dava solennità al giorno.
Per sottolineare anche la finalità educativa dell’evento, affinché i giovani possano trarre esempio e forza morale dal coraggio e dallo spirito di solidarietà testimoniati dalle gesta del finanziere Sacchelli, l’altra parte della cerimonia si è svolta presso il teatro delle Scuderie Granducali di Seravezza, con interventi di illustri relatori che hanno rievocato la vita di fiamma gialla e ha ripercorso i movimenti di solidarietà e resistenza che caratterizzarono la Versilia in quegli anni.
Il momento più saliente è stato quello restituzione della medaglia d’oro, fino ad oggi custodita nel municipio, dal sindaco di Seravezza al comandante provinciale della Guardia di Finanza affinché sia esposto e custodito al comando a Lucca.
L’onorificenza è stata conferita nel 2012 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dall’allora Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri in forma solenne, al Quirinale, con la seguente motivazione: “Di stanza nel territorio di confine del tiranese, durante l’ultimo conflitto mondiale, durante l’occupazione tedesca, si prodigò favore dei profughi ebrei, aiutandoli a emigrare clandestinamente nella vicina Svizzera. Arrestato dalle autorità tedesche, fu infine trasferito nel campo di sterminio di Mauthausen, dove morì di fame e torture. Meraviglioso esempio di solidarietà umana e di altissima dignità morale, spinta fino all’estremo sacrificio”.