Pancaro, l’ex laziale ricorda così lo scudetto del 2000 con parole che fanno EMOZIONARE i tifosi – .

Pancaro, l’ex laziale ricorda così lo scudetto del 2000 con parole che fanno EMOZIONARE i tifosi – .
Pancaro, l’ex laziale ricorda così lo scudetto del 2000 con parole che fanno EMOZIONARE i tifosi – .

Pancaro, l’ex biancoceleste ricorda con bellissime dichiarazioni lo storico scudetto della Lazio del 2000: ecco cosa disse

Il 14 maggio non sarà mai un giorno qualunque per Lazio e i suoi tifosi, visto che esattamente 24 anni fa la squadra di Eriksson riuscì a superare la Juventus e vincere lo scudetto. Uno di quegli eroi che compirono l’impresa fu Pancaro che rilasciò queste parole a Radiosei

PAROLE – È stato emozionante, eravamo certi che la Juventus sarebbe riuscita a pareggiare, evento che ci avrebbe portato allo spareggio. Ricordo molto bene anche la tristezza dell’ultima domenica dell’anno precedente, la stessa sensazione del 2000. C’era pessimismo, speravamo nello spareggio, consapevoli di essere in quel momento migliori della Juve. Il nostro finale di stagione è stato incredibile

ALLENATORI DEL CAMPIONATO – Un chiaro punto di contatto tra il primo scudetto della Lazio e il secondo è la figura dei due allenatori, Maestrelli ed Eriksson. Col tempo mi sono appassionato alla storia della Lazio, ho stretto amicizia con Massimo Maestrelli. Eravamo una squadra costruita per vincere, quella del ’74 è una favola, una vittoria costruita con grandi personalità e dinamiche di spogliatoio particolari. Un altro elemento che ci accomuna è che sono arrivati ​​vicini al titolo anche l’anno precedente. Quel Lazio lì mi è entrato nel cuore, ho visitato la tomba dove riposano Maestrelli, Chinaglia e Wilson, qualcosa di veramente unico al mondo

ERIKSSON – Se mi chiedi di scegliere una persona senza la quale sarebbe stato difficile vincere il campionato, dico Eriksson. Difficile citare un solo giocatore, ce n’erano troppi, di incredibile qualità e personalità, decisivi in ​​certi momenti. Non so se senza Eriksson avremmo vinto. Il mio pensiero oggi va a lui, una persona unica, decisiva per la mia carriera. Ricordo le chiacchierate in cui si parlava di tutto, gli sono molto legato e la notizia della sua malattia mi ha ferito. Sinisa Mihajlovic, invece, è una ferita che non potrà mai rimarginarsi. Sei stato un guerriero, un fratello, un dolore eterno. Cragnotti? Per noi era il presidente che tutti i giocatori sognano di avere. Non è un caso che sia ancora così amato oggi. Mancino? Lui ha dato il suo contributo, ma se parliamo di una sola persona, l’unico che ha veramente influito è Eriksson

 
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