un giorno di ferie per la nascita di un figlio, disponibilità continua dei dipendenti durante la malattia – .

un giorno di ferie per la nascita di un figlio, disponibilità continua dei dipendenti durante la malattia – .
un giorno di ferie per la nascita di un figlio, disponibilità continua dei dipendenti durante la malattia – .

Una class action avviata da 49 dipendenti di Musei Vaticani contro il Governatorato di Città del Vaticano Scossero le mura di San Pietro, come riportato da Washington Post. Questi i lavoratori, rappresentati dall’avvocato Laura Sgro, hanno denunciato diverse criticità riguardanti i loro diritti fondamentali sul lavoro, sostenendo che le pratiche adottate sono incompatibili con le normative italiane ed europee. Una sfida piuttosto insolita che evidenzia ancora una volta la distanza tra la normativa italiana e quella vaticana.

Le principali lamentele dei dipendenti

L’azione collettiva ha evidenziato diverse questioni sistemiche all’interno del Vaticano:

  • Assenza di sindacati riconosciuti: i dipendenti non possono contare su una rappresentanza sindacale ufficiale.
  • Mancanza di ammortizzatori sociali: non esistono meccanismi di sostegno economico in caso di crisi o necessità.
  • Valutazioni interne poco chiare: le modalità di avanzamento di carriera e di maturazione degli incrementi di anzianità sono poco trasparenti.
  • Decisioni salariali contestate: durante il lockdown i dipendenti costretti a restare a casa hanno accumulato “ore negative” che ora vengono compensate con trattenute sulla busta paga.

I regolamenti del Governatorato del Vaticano

Il principale documento che regola i rapporti di lavoro in Vaticano è il “Regolamento per il personale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”, promulgato nel 2010. Tale norma, composta da 94 articoli, mira a tutelare la dignità del lavoro, ma presenta diverse peculiarità e vincoli che differiscono sensibilmente dalla normativa italiana. Le assunzioni, ad esempio, si basano su criteri di “certa onestà, solidi principi morali e religiosi e comprovata competenza”. Sono richiesti un impegno attivo nei confronti della comunità ecclesiale e una “professione di fede e di vita cattolica secondo i suoi principi”. Il periodo di prova per i nuovi assunti può durare fino a due anni (in Italia non supera i due mesi), durante il quale il dipendente può essere licenziato in qualsiasi momento con decisione insindacabile del Presidente del Governatorato. Le valutazioni sono frequenti e non trasparenti, con criteri che non sono esplicitati nel regolamento. Gli incrementi biennali, teoricamente assegnati ogni due anni, sono soggetti a regole interne sconosciute ai dipendenti. Gli eventuali stagisti dovranno rinunciare alla retribuzione e all’assicurazione tramite dichiarazione scritta.

Disciplina

I dipendenti devono mantenere un comportamento conforme ai principi della fede cattolica anche nella vita privata e osservare il segreto professionale anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Dovranno inoltre curare il proprio aspetto esteriore e comunicare tempestivamente eventuali cambiamenti nella composizione del proprio nucleo familiare. La condotta privata dei dipendenti, se ritenuta contraria ai principi della fede cattolica, può dar luogo a procedimenti disciplinari. Anche in questo caso la discrezionalità del datore di lavoro è molto ampia, con possibilità di sanzioni inappellabili.

Orari di lavoro e festivi

La norma stabilisce un orario di lavoro di 36 ore settimanali e prevede trattenute sulla retribuzione in caso di ritardi. Lo straordinario è limitato alle effettive necessità, ma i dipendenti lamentano l’abuso di questa misura, con retribuzioni inferiori rispetto al lavoro ordinario. Le ferie non sono cumulabili e devono essere fruite entro il 31 marzo dell’anno successivo. In caso di nascita di un figlio, il lavoratore ha diritto ad un solo giorno di ferie. Durante la malattia i dipendenti devono essere disponibili in qualsiasi momento, senza possibilità di viaggiare, misura criticata come eccessiva. Tutte le controversie sono gestite dall’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, un organismo con ampie competenze ma senza tutela sindacale dei dipendenti. Le decisioni approvate dal Papa non possono essere impugnate.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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