aveva vinto tutto anche con la Nazionale e aveva segnato in Italia-Germania 4-3 – .

aveva vinto tutto anche con la Nazionale e aveva segnato in Italia-Germania 4-3 – .
aveva vinto tutto anche con la Nazionale e aveva segnato in Italia-Germania 4-3 – .

La sua uscita dal teatro della vita è avvenuta così all’improvviso da sorprendere. Senza lacrime, senza grido nonostante la malattia e lasciando un segno indelebile nella memoria di chi ha imparato e capito – rivedendola negli anni successivi – cheItalia-Germania che ha ispirato e ha ancora un impatto.

Karl-Heinz Schnellinger è morto all’età di 85 anni vicino a Milano, dove aveva scelto di vivere e crescere i suoi figli quando era arrivato il momento di decidere e mettere radici in quell’Italia che gli offriva l’opportunità di legarsi a una maglia, a un’idea del genere Di Milano degli anni in cui vincere era quasi una cosa normale. Per lui, che seppe segnare uno dei gol più splendidi di quella partita indimenticabile Mondo messicano.

Schnellinger, italo-tedesco alla Roma e al Milan

Era tedesco di nascita, e oggi il Immagine lo celebra come e più dei media teutonici, ma si sentiva italiano: nato a Durennel Nord Renania, e lì ha iniziato a giocare, diventando campione tedesco dopo un’adolescenza trascorsa sempre con la palla tra i piedi.

In Un campionato arrivò la stagione successiva all’esplosione del suo talento in Germania: era il 1963, aveva 24 anni, fino ad allora aveva giocato in Colonia. L’ha comprato lì Roma (era stato compagno di Giacomo Losi)che lo mandò a Mantova e poi lo riportò indietro per venderlo Milano.

Fonte: ANSA

Con la maglia della Roma

L’esplosione del calcio: le vittorie e i successi

È stato un errore, perché in quell’ambiente unico ha trovato il contesto giusto per esplodere. Un elenco davvero impressionante: nove stagioni (1965-1974), 344 partite, solo 3 gol e tutte in Coppa Italia, uno scudetto (1968), una Coppa dei Campioni (1969), una Coppa Intercontinentale (1969), due Coppe delle Coppe (1967 e 1973), tre Coppe Italia (1967, 1972, 1973). Terzino sinistro, autentico Panzer di cui si era guadagnato anche il nome Volkswagen per solidità.

La Nazionale e il gol di Italia-Germania 4-3

E poi c’è quel gol che lo ha reso immortale, cinematografico e iconico. Ha giocato con la nazionale tedesca quattro Mondiali costruire un gruppo forte e anche giocoso come dimostrano le foto dell’agenzia che ritraggono gli ex compagni insieme, decenni dopo, con la gioia e la felicità di ritrovarsi. Nella Coppa del Mondo del 1966 il Germania raggiunse la finale, ma fu sconfitto dalla squadra di casa dell’Inghilterracon un gol non valido di Hurst.

Il mito è stato creato quattro anni dopo, a Messico 70, quando i tedeschi furono eliminati in semifinale. Il suo gol sembrava un portento, un’impresa incredibile generata da un uomo dalla fisicità potente ma dalla tecnica esemplare. Il suo gol è e resta una cineteca, segnato come il migliore degli attaccanti al 95′.

Fonte:

Il mitico gol di Italia-Germania

La scelta di vivere in Italia

La stampa cercava per lui nuovi soprannomi, ma alla fine è rimasto un uomo diretto come emerso da una delle sue ultime interviste, durante Covid, alla Gazzetta. L’Italia aveva scelto la gioia e la felicità.

Ritorna in Germania ma solo per una stagione, con il TeBe Berlino. Questa città non era posto per lui. E la nostalgia ha preso il sopravvento. Durante la pandemia si era ritirato con la famiglia, la figlia Birgit inoltre, nella sua residenza milanese. Un regno perfetto, pieno di amore e affetto. Quando aveva bisogno di stare con gli amici, durante i mesi del lockdown, accendeva le luci Skype e hanno chiesto di mangiare insieme lo stesso piatto. Aveva espresso un desiderio, un capriccio.

“Il mio desiderio è tornare allo stadio di Colonia, dove sono cresciuto, e restare 10 minuti su quell’erba – ammette -. Vorrei poter toccare 1-2 palloni…”.

Fonte: Getty Images
 
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