Gli esilaranti ringraziamenti di Hayao Miyazaki per la Palma d’Oro allo Studio Ghibli e i suoi 4 cortometraggi proiettati | Cannes77

Al Festival di Cannes lo Studio Ghibli è stato premiato con la Palma d’Oro alla carriera: Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki hanno inviato un video

L’auditorium Lumière di Cannes era completamente pieno, con tutti i suoi 2.300 posti a sedere si sono trasformati in 2.300 persone in piedi ad applaudire per l’assegnazione della Palma d’Oro onoraria al Studio Ghibli. Ogni anno sono diversi i premi alla carriera (all’apertura del festival, ad esempio, ne è stato assegnato uno a Meryl Streep), e sono sempre momenti di affetto e di festa. Ma la forza degli applausi, della partecipazione e della voglia del pubblico accreditato di onorarlo Studio Ghibli, era molto forte. Maggiore che in altri casi. Significativamente maggiore. E questo nonostante, come annunciato, non esistessero né l’uno né l’altro Toshio Suzuki nessuno dei due Hayao Miyazakigli unici due fondatori ancora in vita, bensì Goro Miyazaki (figlio di Hayao e lui stesso regista).

Suzuki E Miyazaki hanno inviato un video di ringraziamento, che è una delle cose più Ghibli che si possano immaginare. Ripresa con uno smartphone ha visto i due seduti a un tavolo, chiaramente senza alcuna forma di preparazione o solennità. Suzuki indossava una maglietta da steakhouse e Miyazaki (ora senza barba) indossava il suo caratteristico grembiule da lavoro. Nel video Suzuki spiega a Miyazaki che Cannes ha deciso di premiare con la palma non un artista o un regista ma l’intero studio collettivamente (come se non lo sapessero), un grande onore mai concesso. Alla fine della spiegazione Miyazaki , molto serio, si limita a rispondere: “Non ho capito niente, ma grazie”. La stanza esplode di risate. Sarà la figura dell’intero video, in cui Miyazaki con contagioso umorismo impassibile prendeva in giro il suo noto atteggiamento timido e burbero.

Il video continua con Suzuki che spiega a Miyazaki che purtroppo non poteva essere lì a ritirare la palma, hanno mandato il figlio Goro, “Povero ragazzo”, Hayao entra a gamba tesa facendo scoppiare a ridere lo stesso Suzuki che a quel punto non riesce più a mantenere la serietà. E poi ancora Suzuki annuncia che in questa occasione quattro dei cortometraggi verranno proiettati per la prima volta fuori dal Giappone Miyazaki ha realizzato per il museo Ghibli, “dopotutto avete sempre voluto che fossero visti in tutto il mondo”, chiude e “non l’ho mai detto” è la risposta. Il tempo comico di Miyazaki è divertentissimo e l’interazione è fatta sul modello dei classici sketch della commedia giapponese (gli stessi con cui Takeshi Kitano divenne inizialmente famoso). “Ma come?! Hai sempre detto che ti sarebbe piaciuto avere la reazione del pubblico internazionale a questi cortometraggi” continua lo sketch chiaramente improvvisato “No” – “Li abbiamo presentati a tutti i festival del mondo!” – “E li respinsero tutti”. E nemmeno su quest’ultima riga Miyazaki non riesce più a mantenersi serio e gli sfugge una risata. I due sono una coppia comica.

Sono stati poi proiettati i quattro cortometraggi:

MEI E IL GATTOBUS

Centrato sull’aria e sul piacere di volare, è un’estensione di il mio vicino Totoro che ha come protagonista Mei, una delle due ragazze del film. In questo senso assomiglia ai cortometraggi della Pixar che estendono le loro proprietà intellettuali: è ambientato in quel mondo narrativo e espande i suoi personaggi e il contesto senza raccontare veramente una storia. Mei incontra il cucciolo del cat-bus visto nel film (uscito da un piccolo tornado di vento) e trasportato da lui si reca nel regno dei cat-bus dove c’è un trenino cat-bus che si muove e vola come un drago volante e incontra anche sua nonna, una gigantesca gatta da autobus che ospita molti esseri come Totoro (e incontra Totoro stesso), in un volo gigantesco che lo fa sembrare uno zeppelin. Non esiste una vera e propria trama, come spesso accade con Miyazaki, è una scusa per mettere sullo schermo infinite creazioni, spunti visivi e il piacere di filmare il volo.

Qui si mangiano dolci al caramello.

ALLA RICERCA DI UNA CASA

È centrato sull’acqua. Con disegni estremamente stilizzati da sembrare infantili, abbozzati e animati con poco, una ragazza che si sposta dalla città alla campagna incontra diverse divinità degli elementi naturali. La più grande particolarità di lei è che l’intera colonna sonora è realizzata con la voce umana. Cioè è lei che fa tutti i rumori dell’intero cortometraggio (che non ha dialoghi), enfatizzando la sensazione di stare guardando qualcosa realizzato o concepito da un bambino.

Qui quello che mangi è sempre una mela.

SIG. L’IMPASTO E LA PRINCIPESSA DELL’UOVO

Centrato sul fuoco, ha lo stile dei disegni di Il Castello errante di Howlsembra essere ambientato in quel mondo (o quello di Il ragazzo e l’airone) e racconta di una strega (chiamata Baba Yaga e simile ai gemelli di La città incantata), di un uovo che anima per fare i lavori domestici e di un impasto di pane che viaggia e infine nel forno diventa un mostro buono fatto di pane. È il cortometraggio più vivace, con una bella azione e la passione di Miyazaki per i meccanismi, i movimenti e le dinamiche causa-effetto all’interno dell’azione. È anche il più inventivo dal punto di vista del design dei personaggi, l’unico in cui a tutti gli effetti c’è un lavoro di creazione di personaggi complicati dal punto di vista dello stile.

Mangiamo il pane e anche una mela.

Boro il bruco

Borone il bruco

Centrato sulla terra, è la storia di un millepiedi appena nato che apprezza la luce e il vento e che, quando le foglie iniziano la fotosintesi, inizia a nutrirsi dei suoi simili. Sradicato dal suo ambiente, prima dalla minaccia di un insetto e poi dal passaggio di una bambina in bicicletta, viene finalmente calato in un nuovo ecosistema dove trova tante cose da mangiare. Sembra un documentario animato sulla vita degli insetti, e che piacere questo Miyazaki deve mostrare i meccanismi applicati al complesso di alimentazione ed evacuazione dei millepiedi. Ovviamente ha lo stile delle marionette con cui Miyazaki trasforma anche gli animali veri in personaggi, ma tanta computer grafica. E ancora una volta tutta la colonna sonora è fatta con la bocca.

Mangi ciò di cui si nutrono i millepiedi.

Infine, ecco il video della cerimonia di premiazione:

Tutte le novità sul Festival di Cannes nella nostra sezione.

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