voyeurismo, ossessione o bisogno intimo? ‘The Shrouds’ ispirato alla scomparsa di sua moglie Carolyn – .

voyeurismo, ossessione o bisogno intimo? ‘The Shrouds’ ispirato alla scomparsa di sua moglie Carolyn – .
voyeurismo, ossessione o bisogno intimo? ‘The Shrouds’ ispirato alla scomparsa di sua moglie Carolyn – .

CANNES – Un corpo galleggia, un insetto luminoso lo sorvola (e non ci vuole molto per evocarlo La mosca). Un uomo – Karsh, Vincenzo Cassel – lo osserva, il dolore è scritto sul suo volto, ha gli occhi umidi, grida. Taglio. Lo stesso uomo è seduto sulla poltrona del dentista e viene sottoposto a un intervento chirurgico.

È il medico stesso a introdurre ilinformazioni primariequella di La morte di Rebecca (Diana Kruger), La moglie di Karshun uomo d’affari senza un barlume di consolazione per la sua perdita, tanto da crearne uno proprio processo di lutto molto personale: GraveTech. È una tecnologia tanto affascinante quanto discutibileche ti permette di farlo guardare i corpi dei defunti – Attraverso videocamere installate sulle lapidi –, vedere in tempo reale le sindoni dei propri cari, concetto che dà il titolo al film, Le Sindoniin Concorso, diretto da David Cronenberg.

Karsh – esattamente come il Guido Anselmi di Mastroianni in 8 ½ era Fellini, il suo alter ego – non lascia spazio a dubbi: il viso, l’acconciatura, l’espressione di Cassel lo sono il cast di quelli di David Cronenberg; COSÌ, Cronenberg lo voleva mettere in scena, e lo ammette. È un film “sulla vita e sulla morte, che tutti abbiamo vissuto, perdendo qualcuno: Ho iniziato a pensare a questo film dopo la morte di mia moglie Carolyn, siamo stati insieme 43 anni. Sentivo il bisogno di una storia così non è davvero una biografia ma parla dell’esperienza della perdita. E il il mio film più autobiograficoRealizzare questo film era una necessità”, spiega Cronenberg.

L’autore canadese ha voluto affrontare “in prima persona” il tema a lui caro della morte, rispetto al quale non fa certo mistero di lasciarsi sedurre, sfiorando forse la mania? In breve, Le Sindoni E voyeurismo della morte o è un’ossessione personale dell’autore, che – ancora una volta – con consistenza apprezzabile alla sua filosofia concettuale e cinematografica, ritorna al corpo con questa declinazione esistenziale?

Cassel racconta: “David mi ha subito detto che sarebbe stato un personaggio a cui ispirarsi Lui: questo era il mio centro di concentrazione. La visione del film mi ha stupito perché non percepivo in modo così preciso le cose che avevo scoperto nella sceneggiatura come poi mi si sono rivelate durante la visione. Il mio personaggio sì una guida quasi pazzescaquindi c’è una storia d’amore davvero romantica”.

L’intero film è costruito con a estetica sofisticata e selvaggiacomunque affascinante: il ristorante annesso al cimitero è arredato in modo molto raffinato e altrettanto inquietante vestiti color argento metallizzato appesi alle pareti, costumi ninja capace di evocare mummie; L’appartamento di Karsh è arredato in stile giapponese e sempre illuminato penombra; lui stesso – per quasi tutta la durata – lo indossa abbigliamento puramente nerocome se incarnasse a Signor Morte (qui – ma lungo tutto il film – sarebbe interessante indagare se Cronenberg conosce e ha riflettuto su Gunther von Hagens, il medico che inventò il plastinazioneil deus ex machina dietro l’esposizione mondiale Mondi del corpoin realtà chiamato “Dottore Morte”).

Tuttavia, nella storia, le tombe sopra menzionate, inclusa quella di Rebecca, sono esposte in un giardino come se fossero opere minimaliste in un padiglione d’arte contemporaneauna notte soffrono profanazione: Karsh è determinato a risalire agli autori del gesto.

Le lapidi in marmo grigio, verticali quasi ad altezza d’uomo, sono state incastonate nella parte superiore del totem del monitor: ogni parente iscritto a GraveTech potrà quindi, in ogni momento in cui vorrà rivedere la propria persona, attivarlo guarda dentro il sudario e guarda la morte o, chissà, vedendo lì, nell’immagine esplicita dello scheletro, un ricordo di vita. La tecnologia è di ultima generazione, permette non solo uno sguardo panoramico da un unico punto di vista, ma un’esplorazione cinematografica, con anche Rotazioni virtuali 3D.

“Come regista, l’immagine è sempre una creazione interessante, un universo con creature ogni volta diverse, in cui le tecnologie competono. La tecnologia è come una tazza di caffè, è utile: Anche intelligenza artificiale potrà dare più possibilità; certo, è come la fusione nucleare, qualcosa di esplosivo, ma ugualmente una possibile utilità. La tecnologia è qualcosa che ci permette di progredire: utilizziamo quelle più recenti per le effettive esigenze di allestimento, creando così ciò che pensa l’immaginazione”.

Karsh, inconsolabile per il sonno eterno di Rebecca, si circonda “di lei” nelle forme più distorte e maniacali: ha un dialogo costante con Hunny (Diane Kruger), la sua assistente virtuale dalle fattezze molto simili a quelle della moglie; frequenta e si lascia sedurre da figure femminili che in qualche modo la evocano, da Così-minuto (Sandrine Holt), signora asiatica e cieca, compagna di un ungherese in fin di vita, che sembra voler realizzare il progetto GraveTech anche a Budapest; e, soprattutto, diventa molto intima con la cognata Terry (Diane Kruger), così rispecchiata dalla sua Rebecca.

Eppure, questi rivoli erotici non distolgono Karsh dal voler sapere ad ogni costo chi e perché ha profanato le tombe: L’oncologo Eckler c’entra qualcosa, un medico che ha curato Rebecca – e sembra aver iniziato una relazione con lei prima del matrimonio? E perché si verificano Reykjavík e l’Islanda nei discorsi, nelle ricerche, nelle indagini che Karsh fa o apprende? Il fantasma di una connessione con il Russia sembra essere trascurato, così come quello con il Cina: E verità o paranoia? C’è una correlazione tra lui, lei, il luogo? E una cospirazione o, ancora una volta, lo è un’ossessione?

“L’idea di paranoia e cospirazione è anche una strategia che permette al film di andare avanti” cercando di creare ilatmosfera da thriller. “A volte nella vita creiamo teorie che ce lo permettono andare avanti, oltre la verità. La teoria di la trama è affascinante, il tema esiste nel filmma è qualcosa che non deve distrarre dall’idea che lo sia una storia d’amore”, ribadisce Cronenberg.

Karsh non riesce a elaborare l’eterna assenza di Rebecca la “incontra” spesso di nottenella loro camera da letto, nuda in tutta la sua bellezzache poi gradualmente si trasforma in a corpo mutilato: è un sogno? È desiderio? È frustrazione? È il desiderio di qualcosa che ti manca così tanto che accetteresti anche in condizioni offese, pur di averlo ancora accanto a te? Tutto tranne la morte, sai? Cronenberg con questo film pone domande e non sempre dà rispostecertamente suggerisce una storia scomoda, non perfettamente lineareche impone allo spettatore di non volersi rassicurare né di avere tutto sotto controllo, perché l’autore 81enne ci porta sicuramente incomplessa architettura del suo pensiero cerebrale.

«C’è l’idea che quello di Karsh potesse anche essere un sogno, era un modo per evitare di dover ricorrere ai flashback: il fatto che appaia mutilata non esclude però che sia ancora erotica. Ho trattato le sequenze come un sogno, mentre lui si avvicina a nuove storie d’amore e fare l’amore con altre donne è un modo per ricambiare il mélange tra passato e presente. Tutte le esperienze della sua vita nascono dai sogni”, dice il regista canadese.

Per Diana Kruger “incarnare tre personaggi, con momenti molto drammatici, mi ha portato a fare grandi riflessioni sulla sceneggiatura: David mi ha detto che non c’era bisogno di improvvisare, perché era tutto scritto. Ero un po’ spaventato dalla propostaPerché Non è un film qualunquema alla fine è stato un dono: lo sono affascinato dalla bizzarria dell’ideami sono sentito vulnerabile nel triplice ruolo. Si sta svolgendo una storia molto intima. Riflette sull’immortalità e sulla morte e sull’accettazione. Quindi nel personaggio di Cassel c’è la solitudine e l’impossibilità di incontrare nuovamente la persona, e allora il film sceglie il sogno: è un film molto ricco di emozioni”.

A tirare le fila, nel film, l’unica certezzauna volta ristrutturato il cimitero sconsacrato, quindi anche la lapide di Rebecca, è quella lì, quando si accende il monitor GraveTech, non appare più…

Con Emilia Perez E Patenope di Paolo Sorrentino, il film di David Cronenberg è uno dei tre titoli sulla Croisette coprodotti da Anthony Vaccarello per San Lorenzo.

 
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