Ancora uno sguardo alla tappa di ieri per parlare di Ghebreigzabhier – .

FIERA DI PRIMIERO – Anche stamattina piove. Hanno parcheggiato gli autobus in una piazza abbastanza grande perché tutti potessero aprire il pergolato. Il Milan vuole capire perché il potenziometro della sua bici non comunica con il computer. Poi arriva il meccanico Campanella, scuote un po’ la batteria e si attiva il contatto. Siamo qui per incontrare Amanuel Ghebreigzabhier, ieri è corso in corsa verso Brocon e oggi si aspettava di fare il solito duro lavoro per portare avanti il ​​velocista. Quello che sapevamo di lui lo avevamo letto in altre interviste.

È alto 1,87 metri e pesa 65 chili. Ha il fisico di un mezzofondista. È molto magro e ha uno sguardo gentile. Il suo Giro d’Italia finora è stato decisamente positivo la fuga di ieri lo ha in qualche modo riavvicinato al sogno della vittoria che non ha ancora realizzato da quando corre nel gruppo Trekfatti salvi i campionati eritrei a cronometro.

«Ieri è stata una tappa dura – ricorda – sono stato davvero bravo e ho fatto una bella prestazione. E se sperassi di vincere? Non dico sì o no, ma ero davvero in ottima forma. Anche il corridore EF (Georg Steinhauser, che ha vinto, ndr) si è dimostrato davvero forte, forse con un’altra compagnia avrei potuto ottenere di più”.

Nella tappa di ieri Amanuel Ghebreigzabhier era in fuga con Steinhauser. Alla fine si è piazzato 30°
Nella tappa di ieri Amanuel Ghebreigzabhier era in fuga con Steinhauser. Alla fine si è piazzato 30esimo

Esempio per i giovani

Il ciclismo e il ciclismo in generale sono parte integrante della cultura del tuo Paese. Amanuel è nato ad Addis Abeba e cresciuto ad Asmara, dove la passione per le due ruote deriva proprio dalla cultura portata dagli italiani al tempo delle colonie: forse l’unica eredità degna di menzione.

«Mi sono avvicinato al ciclismo come un gioco – racconta – allora grazie ad un amico che correva in mountain bike, ho iniziato a vederlo come uno sport. Dopo un paio d’anni sono entrato a far parte di uno dei principali club ciclistici nazionali e ho iniziato a correre su strada. Ogni volta che incontro i giovani corridori del club in cui sono cresciuto, sento calore e affetto. Mi guardano per quello che sono diventato, perché anche se i ciclisti sono tanti, emergere non è facile. Io stesso ho avuto opportunità andando all’estero con la Nazionale. Mi chiedono come farlo, Rispondo che è importante lavorare su se stessi, perché il ciclismo non ti dà nulla. Le possibilità sono poche, bisogna saperle cogliere”.

Primo anno da professionista nel 2018 e subito alla Vuelta, con un 7° posto nella 3° settimana
Primo anno da professionista nel 2018 e subito alla Vuelta, con un 7° posto nella 3° settimana

L’obiettivo della squadra

Ieri è arrivata la sua occasione e ha fatto bene a coglierla. L’atleta è forte, anzi fortissimo. Se non fosse stato per la rovinosa caduta in Catalunya nel 2022, forse la sua carriera avrebbe seguito un percorso diverso.

«Normalmente nelle tappe pianeggianti – spiega – lavoro per il Milan, vado al 100 per cento per lui. Altrimenti quando sarò lì tappe dove si può correre, magari con qualche salita, posso provare a giocarmi le mie carte e fare risultato. Ho una buona condizione, è andata bene tutto l’anno, fin dalla Valenciana dove ho iniziato la stagione. Ho i miei sogni, sono gare o tappe un giorno. Dopo il Giro Wallonie correrà anche Burgos, forse riuscirò a sfruttare questa condizione per ottenere dei risultati. Ma sono felice anche quando il Milan vince. E’ l’obiettivo della squadra. E quando ci riusciamo sono davvero felice, tutta la squadra è felice”.

Al Giro dello scorso anno, Amanuel Ghebreigzabhier insieme al connazionale Testatsion
Al Giro dello scorso anno, Amanuel Ghebreigzabhier insieme al connazionale Testatsion

Credi nel sogno

Attualmente sono 10 i professionisti eritrei, con Girmay come bandiera. Qui al Giro ci sono Amanuel e Henok Mulubrhan con la maglia dell’Astana. L’acquisto più gradito di Lidl-Trek per Ghebreigzabhier è stato quello di Natnael Tesfatsion, anche lui eritreo ma di cinque anni più giovane di lui, che ha partecipato per tre volte alla corsa rosa ed è attualmente al Giro di Norvegia.

«L’Eritrea è un Paese diverso dal resto dell’Africa – ammette – altri stanno crescendo, come il Ruanda e il Sud Africa. Nel resto dell’Africa non c’è spinta verso il ciclismo: è un mezzo per spostarsi, non tanto uno sport. Non esistono politiche in questo senso e speriamo che il Mondiale 2025 sia una buona occasione. Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi del mio paese, glielo direi credi in un sogno e coltiva il tuo talento con passione e dedizione. Lo sto ancora facendo su me stesso. Ho un buon livello. Se devo dire la verità, in questo Giro non ho ancora avuto una giornata di vera difficoltà o in cui ho sofferto. Quindi oggi lavoro per Johnny, poi ci saranno altre due tappe di montagna per provare qualcosa”.

L’abbraccio del Milan dopo la vittoria di Cento conferma l’ottimo lavoro svolto da Ghebreigzabhier per il friulano
L’abbraccio del Milan dopo la vittoria di Cento conferma l’ottimo lavoro svolto da Ghebreigzabhier per il friulano

L’altezza e il freddo

Dopo il Giro, mentre la pioggia forse dà segni di attenuazione, ammette che tornerà per un po’ in Eritrea. E qui nasce la curiosità di chiedergli come vanno le cose con l’altitudine: quando si parla di alta quota, tutti ricordiamo gli alpinisti colombiani, senza considerare le alte quote africane.

«Asmara è alta 2.325 metri – conferma – quindi in alta quota mi sento sempre bene. È un vantaggio, chiaramente, ma l’abitudine all’altitudine non basta per vincere le gare. Sarebbe troppo facile. Quello che non mi piace è il freddo. Anche la pioggia mi va bene, ma se la temperatura scende sotto i 10 gradi smetto di sentirmi bene. Quando Steinhauser se n’è andato ieri, ho cercato di resistere. Ma penso che ci riproverò, stare davanti è stata una bellissima esperienza”.

PS Al traguardo a Padova, il treno Lidl-Trek non ha funzionato come sperato. Ghebreigzabhier ha fatto la sua parte, poi nel finale il Milan ha perso la scia dei compagni, aprendo la porta alla vittoria di Tim Merlier.

 
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