ogni euro raccolto destinato alla politica – .

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AGI – Si è concluso dopo quasi nove ore l’interrogatorio fiume del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che si trova ancora nella caserma della Gdf Roan per firmare il verbale. Il governatore, secondo quanto trapela, ha risposto a tutte le eccezioni sollevate dalla Procura, assistita dal suo avvocato Stefano Savi. Toti ha inoltre depositato una memoria di 17 pagine a sostegno dell’interrogatorio investigativo svoltosi davanti ai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme al sostituto Vittorio Ranieri Miniati. Un documento per spiegare “le linee politiche e morali che, da quando ho assunto l’onore di guidare la Regione Liguria, hanno sempre informato l’attività portata avanti dal Consiglio regionale nell’unica prospettiva di servire il bene e l’interesse comune dei cittadini liguri e della le loro istituzioni”.

“Non è mia intenzione sottrarmi al vostro esame, ma oggi, come domani, c’è da parte mia il fermo desiderio di collaborare, con trasparenza e onestà, alla ricostruzione della Verità nel supremo interesse della Giustizia, per ripristinare la mia figura di uomo e di servitore dello Stato, dignità che ho costantemente cercato di preservare”, scrive in suo ricordo il governatore. “Nella mia carriera politica – scrive – ho sempre perseguito l’interesse pubblico che costituisce il fine unico e ultimo della mia azione politica; tale finalità viene perseguita, come costantemente sostenuto dal programma politico della maggioranza che mi sostiene, non attraverso la contrapposizione alle pretese dei privati, ma piuttosto attraverso il convogliamento di queste verso l’interesse della comunità e del territorio, il modo in cui si realizza la migliore essenza dell’interesse pubblico”.

“È da una visione di ampio respiro, che abbraccia l’intero arco della mia presidenza, che possiamo apprezzare la nostra visione politica e comprendere appieno come tutte le mie azioni (anche quelle contestate) siano state ispirate, sicuramente dalla giusta attenzione verso le imprese operanti sul territorio, ma con l’unica prospettiva della tutela dell’interesse collettivo e del suo progresso”, ha proseguito Toti, “La politica di apertura verso il mondo delle imprese, l’esigenza di rendere più rapidi e semplici gli investimenti, sia pubblici che privati, considerati di interesse pubblico del territorio, l’importanza di ammodernare il Porto di Genova, anche in collaborazione e competizione con i grandi operatori logistici (che in un mercato competitivo devono essere incentivati ​​ad utilizzare lo scalo ligure), l’attenzione con cui l’amministrazione vigila e ove necessario richiede il l’espletamento delle procedure (ovviamente nel pieno e trasparente rispetto della legge e delle procedure), la necessità di aprire il mercato alla concorrenza, compresa la grande distribuzione, insomma – scrive il governatore, agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio per corruzione – accelerare la crescita economica del territorio e il suo benessere anche attraverso specifiche politiche di attenzione volute e spesso richieste dai cittadini e dal mondo delle imprese, sono tutti elementi del programma di politica amministrativa considerati di interesse pubblico e rivendicati in ogni sede, compresa quella legislativa e di controllo del Consiglio regionale”.

“Nessun arricchimento o beneficio personale”

“Ogni euro raccolto aveva una destinazione politica: nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilità personale per me, per altri esponenti del mio partito o per terzi privati”, scrive ancora Toti, “e proprio per fugare ogni possibile minimo sospetto e garantire la massima trasparenza e possibilità di controllo, particolare attenzione – prosegue – è stata posta nel separare ogni aspetto economico della mia vita privata da qualsiasi attività economica legata alla politica, tanto da separare anche i conti correnti personali e utilizzare esclusivamente conti dedicati e “trasparenti” per i conti politici attività”, con strumenti di credito e di spesa tracciati, tracciabili e sempre rigorosamente documentati”.

Il governatore parla di “gestione trasparente della cosa pubblica e della politica. Così come ogni intervento a favore di iniziative economiche è stato reso pubblico, spesso attraverso apposite comunicazioni (vedi le innumerevoli dichiarazioni sugli equilibri portuali da raggiungere nel pubblico interesse), ogni donazione anche in denaro è effettuata nella massima trasparenza. Ciò – sottolinea – è riconosciuto dagli stessi atti di accusa che parlano di trasferimenti concreti a comitati politici, gestiti secondo i principi giuridici di massima trasparenza, con obiettivi e organi statutari e bilanci pubblicati a norma di legge. Ogni donazione di denaro è stata accreditata con metodi tracciabili e rendicontata. Allo stesso modo tutte le spese sostenute (sia a sostegno della mia attività politica di capogruppo della Lista Toti presente in Consiglio Regionale e in numerose amministrazioni comunali, sia a sostegno di Sindaci, Liste e candidati collegati e coerenti con la linea politica della Lista Toti, sia riguardo alle iniziative della Coalizione di Governo) sono state denunciate e pubblicizzate ai sensi di legge e non solo. I bilanci e i rapporti sono stati (e sono tuttora) pubblicati sui siti delle organizzazioni politiche che mi sostengono”.

«Non mi sono mai sentito in debito verso chi aveva contribuito alla mia iniziativa politica: il fatto di essere collaboratore o comunque politicamente vicino non ha mai rappresentato una qualifica per ricevere favori o trattamenti di favore da parte mia; allo stesso modo non c’è mai stato nessun mio atteggiamento che potesse in alcun modo far sorgere un simile pensiero. C’era – sottolinea – semplicemente una visione ampia e diffusa da parte dei privati ​​circa l’utilità civica ed economica di sostenere un’amministrazione che vedeva nell’investimento privato una regola, un mezzo per perseguire un interesse pubblico, oltre che un interesse privato. uno. Una visione alla quale corrisponde il massimo impegno amministrativo nel sostenere e se possibile agevolare gli investimenti e le attività imprenditoriali a prescindere dal colore politico delle aziende stesse”.

“Ho incontrato i fratelli Testa al massimo due volte”

«Per quanto riguarda il voto di scambio, va notato che ho vinto le elezioni con circa 380mila voti. Il sostegno della comunità Riesina si concretizza, nelle indagini, con una certa approssimazione, in 400 voti, giusto per proporzione e per comprendere che il contributo non è tale da turbare l’equilibrio democratico del voto, particolarmente irrilevante in il caso della candidata Ilaria Cavo, alla quale va il mio sostegno”, scrive ancora il governatore, aggiungendo che “i fratelli Testa sono stati presentati come attivisti politici con incarichi in Regione Lombardia da due onorevoli. Nel loro curriculum c’erano incarichi politici legati al Consiglio regionale lombardo. Entrambi gli Onorevoli (Sorte e Benigni) hanno garantito le proprie qualità personali Comunità Riesina nel Mondo: il fatto di essere riesini e dei loro rappresentanti non può equivalere ad essere considerati persone di malaffare. Analoga attenzione è rivolta a questo fine ai gruppi organizzati che rappresentano i cittadini di estrazione comune (lucani, calabresi nel mondo). ottenere il loro consenso”.

Toti scrive di aver incontrato «i fratelli Testa al massimo due volte. Il loro interesse era rivolto alla possibile attenzione per una comunità, quella Riesina, spesso soggetta a tutte le difficoltà legate all’immigrazione e all’integrazione nelle diverse regioni. Sicuramente ho dato mandato ai miei collaboratori di prestare loro attenzione nei termini di legge. Ma mai per offrire vantaggi in cambio di voti. La semplice promessa generica di una migliore condizione personale e sociale non può essere considerata una merce di scambio ma il frutto abituale dell’attività politica, soprattutto in questo periodo. elettorale; dato che non sono venuto a conoscenza, finora, delle promesse fatte ad alcuni (molto limitati) membri della comunità, della segnalazione a ditte private di alcuni di loro come muratori o manovali (che non sono mai stati assunti), tale attività se erano a me note e non sarebbero state interpretate, senza la mia conoscenza di eventuali accordi precedenti, come sostegno a persone in difficoltà. E anche la richiesta di spostamento di residenza da una casa popolare all’altra (già assegnata) appare come un mero supporto informativo per una persona con evidenti scarse capacità di destreggiarsi nella pubblica amministrazione. Tuttavia non siamo mai consapevoli di alcun movimento”.

Toti conclude che “al termine di una lunga ricostruzione, nessun beneficio specifico è andato alla comunità Riesina, né in termini di posti di lavoro né altro. Trattandosi, come si evince dalle stesse indagini, di persone insistenti nei loro comportamenti ed espressioni, è possibile che alcune battute anche tra me e lo staff siano state interpretate fuori dal contesto con cui è stato affrontato il tema di Riesi discusso nelle riunioni”.

 
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