“Giulio si è fatto fotografare da una donna col velo durante una riunione sindacale, era sconvolto. Pensavamo fosse una informatrice” – .

“Giulio si è fatto fotografare da una donna col velo durante una riunione sindacale, era sconvolto. Pensavamo fosse una informatrice” – .
“Giulio si è fatto fotografare da una donna col velo durante una riunione sindacale, era sconvolto. Pensavamo fosse una informatrice” – .

Una “donna velata” fotografata Giulio Regeni nel corso di un incontro pubblico organizzato al Cairo da sindacalisti e venditori ambulanti, sul quale il giovane ricercatore friulano stava portando avanti le sue ricerche. Questo è quanto emerso nel corso del nuovo udienza del processi sul rapimento, tortura e omicidio di Giulio Regeni, di cui sono favorevole quattro 007 egiziani accusati, Usham Helmiil generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed IbrahimE Magdi Ibrahim Abdelal Sharif (accusato del reato di sequestro di persona pluriaggravato, mentre il solo Sharif è imputato anche dei reati di concorso in lesioni personali aggravate e concorso in omicidio aggravato, ndr.). C’erano due testimoni l’allora colonnello del ROS dei Carabinieri Onofrio Panebianco e il ricercatore e amico di Giulio, Francesco De Lellis, per raccontare quanto accaduto l’11 dicembre 2015, poco più di un mese prima del rapimento di Regeni (scomparso il 25 gennaio 2016 e ritrovato senza vita, con visibili segni di tortura, il 3 febbraio successivo, lungo la strada tra Il Cairo e Alessandria) .

Regeni è stato fotografato da una donna che “appariva un po’ fuori contesto a causa degli abiti che indossava” e Regeni”Era turbato” da quell’episodio, ha detto Panebianco. Il colonnello ha ricordato come l’incontro (cui hanno partecipato sia Regeni che De Lellis, ndr) fosse stato organizzato dalla comunità sindacale di fronte a “un giro di vite del governo” nei confronti di queste organizzazioni sindacali: “In particolare, la categoria dei lavoratori di strada i venditori non avevano il riconoscimento sindacale ufficiale da parte del governo egiziano”. E ancora: “La partecipazione ad un convegno che aveva come tema la questione dei sindacati è stata centrale nel lavoro di ricerca di Giulio”. Si è trattato però di “un incontro pubblico, niente di clandestino”, hanno precisato i testimoni. Ma c’è stato quell’episodio della foto che ha turbato Regeni: “Ci credevamo un informatore di alcuni apparati di sicurezza egiziani“, ricorda De Lellis. La persona in questione non ha partecipato all’evento, non ha parlato, ha ricordato la De Lellis: “Mi sembra che Regeni abbia chiesto anche di cancellare le fotografie. Ma lei ha risposto procrastinando e ridacchiando alle richieste di eliminare quelle immagini. E ancora: “Fotografare una persona nello specifico è un tipo di controllo più mirato, diretto. Agenti presenti? Sono quasi sicuro che ce ne fossero, ma non è raro che in questi casi ci fossero anche degli informatori».

 
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