L’avventura di Rosetta, che lasciò Monfalcone per aprire il suo ristorante in Carnia • Il Goriziano – .

L’avventura di Rosetta, che lasciò Monfalcone per aprire il suo ristorante in Carnia • Il Goriziano – .
L’avventura di Rosetta, che lasciò Monfalcone per aprire il suo ristorante in Carnia • Il Goriziano – .

Ci sono legami che uniscono Bisiacaria al paese carnico di Rigolato. La collaborazione è storica da decenni tra la parrocchia di Fogliano e il comune di Carnia in cui sorge la casa per ferie “Casadorno”, nella quale decine di giovani frequentavano i campi scuola parrocchiali. In un certo senso, è come se il legame si fosse rafforzato negli ultimi giorni con l’apertura – o, per meglio dire, la riapertura – del centro sociale Rigolato e dell’attività di ristorazione che da anni rilancia il paese di Ludaria.

Sabato 18 maggio l’intera comunità si è riunita per l’inaugurazione di RosAle, nomen omen poiché prende il nome di chi lo gestirà: Rosetta e Alessandro. COME da Monfalcone Rosetta arrivò a Ludaria è una storia semplice: nata a Cormona ma residente a Monfalco, dopo anni di lavoro nella Città dei Cantieri, decide di aiutare un amico che già gestiva lo stesso locale.

“Sono scesa dall’auto e mi sono sentita a casa, una sensazione unica”, racconta. Quando la sua amica decide di concludere l’attività sul posto, Rosetta è incuriosita. «Ci ​​ho messo un po’ poi io e il mio compagno abbiamo preso la decisione e mi sono buttato nell’avventura». Alessandro Sabini, il suo compagno, lavora ancora a Monfalcone e la raggiunge nel fine settimana. «Siamo entrambi appassionati di cucina e qui possiamo esprimerci, ricercando gli ingredienti come vogliamo e proponendo piatti della tradizione non solo friulana e carnica ma anche bisiana».

Infatti, la jota e il prosciutto cotto nel kren, pur essendo di chiara influenza triestina, furono letteralmente divorati dai presenti all’inaugurazione. Ci saranno alcune particolarità romane a ricordare la nonna: secondo lo chef è stato apprezzato il saltimbocca di pollo offerto qualche giorno fa. «Per il menu la mia idea è quella di preparare pochi piatti ma cucinati bene e con gli ingredienti migliori – ribadisce Rosetta – anche per poter abbinare l’attività di bar con quella di ristorazione durante la giornata». Accanto all’ingresso della cucina, posizionata e pronta per i clienti, gli immancabili assi nella manica, ritrovo pomeridiano nella frazione di Ago Frescjo.

La Casa Sociale ha però una lunga storia, nata nel secondo dopoguerra. L’idea dei fondatori era quella della cooperazione, della condivisione, del risparmio dei beni di prima necessità: un negozio di alimentari e un’osteria. Così tutti (o quasi) i cittadini di Ludaria contribuirono a questa idea di costruire nel centro del paese la casa che li avrebbe poi ospitati.

Al piano superiore è stato ricavato un appartamento per i gestori dell’osteria che fino agli anni ’80 operava dalle 6 a mezzanotte. Negli ultimi 15-20 anni sono stati eseguiti diversi lavori: sostituzione serramenti, rinnovo arredi sia del bar che del negozio, sostituzione grondaie, sistemi di scarico, adeguamento impianti elettrici.

La prima pietra fu posta nelle fondamenta nell’angolo sud della casa nel 1948. Prima della benedizione impartita dal parroco Giovanni Franzil, fu cantata la canzone “L’ago frescjo”: nota di redazione: il canto non poteva mancare anche a l’inaugurazione. «La nostra idea – conclude Rosetta – è proprio quella di unire le persone e la risposta positiva e viva della popolazione ci dà speranza».

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