Crolla Scholz, seconda ultradestra. Futuro difficile per la cancelliera – .

Crolla Scholz, seconda ultradestra. Futuro difficile per la cancelliera – .
Crolla Scholz, seconda ultradestra. Futuro difficile per la cancelliera – .

BERLINO. Alla vigilia delle elezioni europee in Germania c’erano due incognite: quanto avrebbero guadagnato i partiti euroscettici e quanto avrebbero perso i partiti di governo. Il responso dei sondaggi è stato lo stesso per entrambi: moltissimo. In ogni caso, più di quanto previsto dai sondaggi.

La coalizione semaforica (socialdemocratici, verdi e liberali) perde oltre il 10% rispetto alle elezioni europee 2019, mentre l’ultradestra Alternative für Deutschland (Afd) guadagna il 5,2% e gli euroscettici di sinistra del neonato movimento BSW di Sarah Wagenknecht ha vinto con il 5,8%. L’AfD diventa ufficialmente la prima forza politica nei Länder orientali con il 27,1% dei voti (con punte del 38,6% in Sassonia-Anhalt), confermando quanto rilevato negli ultimi mesi. Mentre l’Unione dei democratici cristiani di CDU-CSU torna ad essere il partito leader in Germania con il 30,2%, guadagnando l’1,3% rispetto a cinque anni fa – secondo le proiezioni dell’Istituto Infratest dimap. Il Partito socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz scende al 14%, un punto e mezzo in meno rispetto alle ultime elezioni europee, ma il vero tracollo è quello del partito del vicecancelliere Robert Habeck e del ministro degli Esteri Annalena Baerbock – assenti su tutte le tribune la televisione di ieri. A subire il tributo più pesante a causa del malcontento tedesco nei confronti dell’azione del governo sono stati i Verdi, che hanno ricevuto l’11,9% dei voti (-8,6% rispetto al 2019). Le ragioni del crollo degli ambientalisti sono diverse. Nell’ultimo anno e mezzo i Verdi hanno perso consensi in quel “centro della società” che avevano faticato a conquistare nelle ultime elezioni europee e nelle ultime elezioni federali. Voti persi – rivelano i sondaggi – quando il ministro Habeck, a crisi energetica non ancora finita, cioè nel gennaio 2023, ha messo all’ordine del giorno una legge sul riscaldamento negli edifici che ha creato il panico. Un provvedimento mal comunicato, con tempistiche discutibili, che ha spaventato l’elettorato sui possibili costi, lasciando un vuoto di sfiducia dal quale il partito non si è mai ripreso. D’altro canto, la base del movimento, storicamente pacifista, ha mal digerito l’improvvisa svolta militarista dopo l’invasione russa dell’Ucraina. L’unico partito di governo a vincere la scommessa di non perdere voti, pur essendo al governo, sono stati i liberali, con il 5%. “La coalizione del semaforo è stata respinta ancora una volta”, ha detto l’ex ministro della Sanità della CDU Jens Spahn, commentando i risultati, mentre il leader della CDU Friedrich Merz è arrivato al punto di chiedere “un cambio di rotta” o le dimissioni anticipate del governo .

Ma la vera vittoria è quella dei partiti euroscettici: AfD e il movimento BSW di Sarah Wagenknecht, che raddoppia Linke (2,7%) da cui si era separata a novembre. Alternative für Deutschland sfonda tra i giovani elettori, diventando la forza più significativa tra i 16-24 anni, insieme alla CDU-CSU, con il 17%. Gli scandali di corruzione e spionaggio cinese, che avevano recentemente colpito i leader europei del partito di estrema destra, non hanno influito minimamente sul risultato dell’Afd, in un elettorato ormai impermeabile ai messaggi dei media “mainstream” e abituato a informarsi Telegramma. Il colpo finale è stato poi inferto dal recente omicidio di un poliziotto a Mannheim per mano di un giovane emigrante afghano recentemente islamizzato. Un omicidio che scosse profondamente l’opinione pubblica tedesca.

Anche in Austria soffia forte il vento da destra, quello estremo. Il Fpoe, il partito di Joerg Haider e dell’ex ministro dell’Interno Herbert Kickl, si conferma il primo partito del Paese, con il 27% dei voti (10% in più rispetto al 2019), in ideale continuità con i Länder tedeschi dell’est. Mentre il partito popolare del cancelliere Nehammer, l’Oevp, scivola al secondo posto con il 23,5% dei voti, seguito al terzo posto dai socialdemocratici di Spoe con il 23%. Harald Vilimsky, uno Spitzenkandidat fermamente euroscettico, ha preso il comando dell’estrema destra. L’ex segretario generale del partito ed eurodeputato a Bruxelles dal 2014, ha condotto una campagna elettorale incentrata sulla corruzione nei corridoi dell’Ue, sulla burocrazia elefantiaca, sull’allarme migrazione di massa e sulla guerra indesiderata contro Mosca, che toglie risorse al paese. casse dello Stato. Successo sensazionale. Questo non accadeva dal 1996.

 
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