Roma, 10 giugno. (askanews) – I leader di Hamas hanno ordinato ai combattenti che si occupavano degli ostaggi israeliani detenuti nella Striscia di Gaza di “sparare ai prigionieri se pensano che le forze israeliane stiano arrivando”. Questo è ciò che hanno detto i funzionari israeliani al New York Times. Ciò potrebbe spiegare la morte di tre ostaggi denunciata da Hamas dopo il raid israeliano di sabato scorso a Nuseirat, nel centro di Gaza, in cui sono stati liberati quattro ostaggi. La loro morte, se confermata, potrebbe essere avvenuta per mano dei miliziani e non durante gli attacchi aerei israeliani, come sostiene il gruppo palestinese. L’esercito israeliano ha negato quanto detto da Hamas.
In effetti, secondo funzionari americani e israeliani, le operazioni di salvataggio nella Striscia di Gaza rappresentano “un’eccezione”, al punto che i funzionari americani stanno facendo pressioni su Israele e Hamas affinché raggiungano un accordo che includa il rilascio degli ostaggi come parte di un accordo tregua.
Secondo il Nyt “un piccolo gruppo di ostaggi sarebbe tenuto vicino a Yahya Sinwar”, leader di Hamas a Gaza, usati come “scudi umani”.
Fonti americane hanno fatto sapere che il leader di Hamas “si è spostato per Gaza, nascondendosi per un certo periodo anche a Rafah, e ora è probabilmente tornato a Khan Younis, la seconda città di Gaza”, dove “la rete di tunnel è vasta , e né gli Stati Uniti né Israele sono stati in grado di determinare la sua posizione precisa”.
