Russia, Ucraina. Quale re non invia un’ambasciata di pace? Cosa ascoltano Biden, N*A*T*O e U*E. : STILUM CURIAE

11 giugno 2024

Pubblicato da Marco Tosatti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Facebook mi ripropone un post di Renzo Puccetti, che ringraziamo di cuore, pubblicato nel 2022 su FB. La follia guerrafondaia ha prevalso e l’unica cosa che è cambiata da giugno 2022 è il numero di morti, dolore e distruzione. L’articolo è preceduto da un breve commento di Andrea Zambrotta:

“Quale re, andando in guerra contro un altro re, non si siede prima e esamina se può affrontare con diecimila uomini colui che gli viene contro con ventimila? Altrimenti, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria di pace» (Lc 14,31-32).

Sì, quale re? Un re ingenuo, manipolato da Biden, dalla Nato, dall’Ue”.

§§§

Fatto n. 1

L’Ucraina è in guerra contro i separatisti del Donbass dal 2014.

Fatto n. 2

C’erano 3 condizioni russe per non entrare direttamente in guerra dalla parte dei separatisti:

1) che l’Ucraina non ha aderito alla NATO

2) che l’Ucraina riconosca la Crimea come parte della Federazione Russa

3) che l’Ucraina riconosca l’autonomia delle regioni di Donetsk e Luhansk.

Fatto n. 3

La risposta dell’Ucraina a tutti questi è stata negativa

Per quanto riguarda il primo, è stato detto che l’Ucraina come Stato indipendente può fare quello che vuole (la cosiddetta politica delle porte aperte della NATO).

Fatto n. 4

La perdita della Crimea avrebbe significato rinunciare al 4,3% del territorio. L’autonomia delle due repubbliche del Donbass non avrebbe comportato la perdita di territori, ma probabilmente ciò sarebbe avvenuto solo formalmente e più probabilmente l’autonomia sarebbe stata seguita dall’indipendenza e quindi dalla riunione con la Russia. Consideriamo quindi il Donbass, un’altra perdita pari all’8,5% del territorio ucraino.

Nel complesso, cedere completamente alle richieste russe avrebbe significato perdere il 12,7% del territorio ucraino.

Fatto n. 5

Fonti ucraine hanno più volte affermato che il tavolo delle trattative sarà determinato dalla situazione sul campo.

Possibilità n. 1

Può darsi che, come hanno affermato Zelenskyj, il ministro degli Esteri Kouleba e molti media intenzionati a trasmettere una narrazione anti-russa, l’Ucraina riconquisterà tutti i territori pre-2014 e vincerà la guerra con la Russia.

Fatto n. 6

Ad oggi, la situazione sul campo di cui ha parlato Zelenskyj dà una stima di 12-27mila morti civili+

5-11mila morti militari ucraini +

3.300 morti tra i soldati russi+

2.000 morti tra i soldati della rep. di Donetsk +

600 morti tra i soldati della rep. di Lugansk

Altre fonti parlano di un totale di 15mila morti tra i soldati antiucraini e Kiev parla di oltre 30mila morti tra i soldati russi.

Complessivamente ad oggi abbiamo una stima di decessi che va da un minimo di 22mila fino a 68mila. A ciò si aggiunge la distruzione dei beni materiali e i milioni di sfollati.

Fatto n. 7

L’Ucraina ha detto no alla cessione del 12,7% del suo territorio attraverso il confronto diplomatico fino a cedere, per sua stessa ammissione, il 20% del suo territorio attraverso il confronto militare, senza che questo potenzialmente aumenti ulteriormente, competendo con i russi ogni singolo metro di terra perché (Zelenskyj lo ha detto, evidentemente avvertito dai suoi comandi militari) L’Ucraina non ha la capacità di riconquistare il terreno a cui ha ceduto. E tutto questo con migliaia di morti, un maggior numero di feriti e metà del Paese semidistrutto.

Richiesta:

Ne valeva la pena? Valeva la pena impostare le relazioni con la Russia su base bellicosa? Era nell’interesse dell’Occidente? Era nell’interesse dell’Europa? Era nell’interesse della popolazione ucraina?

“Quale re, uscendo in guerra contro un altro re, non si siede prima e esamina se può affrontare con diecimila uomini colui che gli viene contro con ventimila? Altrimenti, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria di pace» (Lc 14,31-32).

Sì, quale re? Il re che accetta i consigli di Biden e Johnson.