«Forse era già in mare» – .

«Forse era già in mare» – .
«Forse era già in mare» – .

Sono due i video che ritraggono la morte di Cristina Frazzica mentre faceva kayak a Posillipo. Le immagini non sono chiare. Notiamo uno yacht con una chiglia grande (un Vega di 18 metri) che si schianta contro il kayak dove si trovavano Frazzica e un amico, un avvocato napoletano di 33 anni, Vincenzo Leone. Dalle immagini, scrive oggi La mattina, non è chiaro se i due abbiano tentato di tuffarsi per evitare l’impatto. Lo yacht è quello dell’avvocato Guido Furgiuele. A quel punto uno degli invitati si rivolge all’autista: “C’è un uomo in mare, agita le braccia, sembra chiedere aiuto”. Poi la traiettoria del motoscafo cambia, l’imbarcazione torna indietro e l’uomo sopravvissuto viene tratto in salvo. Furgiuele è indagato dalla Procura di Napoli per omicidio colposo e omessa assistenza. Ma afferma di non aver sentito l’impatto.

La versione di Furgiuele

«Se davvero fossi stato io, con la mia barca, a causare la morte di Cristina Frazzica, non mi tirerei indietro e mi assumerò tutte le mie responsabilità. Quello che è certo è che nessuna delle sei persone che viaggiavano con me si è accorta di nulla prima di vedere un uomo in mare, un centinaio di metri dietro la nostra rotta, che agitava le braccia chiedendo aiuto”, racconta oggi Furgiuele a Repubblica. Afferma di essere stato “linciato”. Lo yacht è un cabinato di 18 metri.

«Leone non ha riconosciuto la mia barca. Ha poi parlato di uno yacht che stava arrivando molto velocemente, e che avrebbe travolto il kayak su cui si trovava con la vittima. Qui la mia velocità massima di crociera è di 20 nodi. Non mi sembra compatibile con la storia. E aggiungo: il kayak, che noi stessi abbiamo recuperato, è perfettamente integro. Non è da escludere che la donna sia stata investita mentre era già in mare”, aggiunge.

Il video e l’impatto

Al Mattina Furgiuele fornisce altri dettagli: «Prima di tutto c’è un dato oggettivo: alle 17,34 un video cristallizza la scena dell’impatto. Secondo dati oggettivi, in cinque o sei minuti al massimo ho effettuato una virata e ho salvato in mare un uomo che chiedeva aiuto. Un intervento tempestivo, reso problematico dal malfunzionamento di una porta della mia imbarcazione. Resta il fatto che, da quando un passeggero ha segnalato ai soccorsi la presenza di un uomo in mare, sono trascorsi cinque o al massimo sei minuti.

E sullo stato dello yacht: «So solo che la mia barca è stata sollevata e ispezionata stamattina e non credo ci sia nemmeno un graffio. Ovviamente rispetto le indagini e confido nel lavoro che stanno portando avanti gli inquirenti. Sono pronto ad assumermi la responsabilità se il mio ruolo in questa storia sarà dimostrato. Continuo a dire a me stesso e agli altri che né io né gli altri ospiti sulla barca ci siamo accorti di nulla”.

Chi è Guido Furgiuele

Guido Furgiuele ha 48 anni, ha studiato al liceo Umberto prima di laurearsi in giurisprudenza. Il padre Alfonso Furgiuele è un noto penalista napoletano, con studi anche a Roma e Milano. La specializzazione dello studio è nel diritto penale dell’economia. E’ membro del consiglio della Camera Penale di Napoli.

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