“Renara è piena di pozzanghere artificiali. Se piove rischiamo l’allagamento” – .

“Renara è piena di pozzanghere artificiali. Se piove rischiamo l’allagamento” – .
“Renara è piena di pozzanghere artificiali. Se piove rischiamo l’allagamento” – .

“Rischio esondazioni con il torrente Renara bloccato da pozze artificiali e plastica che interrompe il flusso dell’acqua”. Lo affermano in una denuncia alcuni residenti, ormai esasperati dal far west che incombe su Guadine. Nella denuncia si legge: “L’occupazione permanente di ampi tratti delle sponde del torrente, l’installazione non temporanea di recinzioni o tende, tavoli, sedie a sdraio, ombrelloni, barbecue, oltre ad essere identificabili come violazione delle norme in materia di l’utilizzo dei terreni demaniali, comporta infatti rischi molto gravi a livello: igienico-sanitario per i rifiuti organici; inquinamento o colle, resine utilizzate per il consolidamento e la manutenzione di strutture abusive; alterazione dell’ecosistema fluviale con deforestazione, distruzione dell’habitat acquatico di numerose specie animali e vegetali autoctone; fruizione dei sentieri e dei territori dell’area cuscinetto del Parco regionale delle Alpi Apuane. Sottolineiamo quanto sia elevato il rischio, in caso di piogge torrenziali, il livello dell’acqua del torrente Renara aumenta notevolmente in brevissimo tempo. Ciò comporta il rischio di occlusione del bacino idrografico con conseguente possibilità di esondazioni e rischi idrogeologici permanenti. Siamo fortemente favorevoli a che i turisti possano godere delle nostre bellezze, a patto che possano accedere alle sponde del torrente senza abusi o pericoli causati da incivili. La recente istituzione della Zona a Traffico Limitato rappresenta un passo avanti importante e adeguato per la tutela dei residenti, ma riteniamo che non sia un deterrente sufficiente per impedire che certe persone continuino nella loro caparbia occupazione degli spazi demaniali”.

Il provvedimento di chiusura della strada nei weekend estivi sta suscitando polemiche, tanto che c’è chi non è d’accordo con i residenti e chiede al Comune di tornare sui suoi passi. “La strada va riaperta – affermano i residenti delle frazioni Canali -. Mettere la polizia a multare le auto parcheggiate in modo abusivo, mettere la forestale a controllare il torrente e multare chi crea abusi ma lasciare a tutti la libertà di godere del torrente, come sempre, e la libertà di raggiungere le frazioni. È vero che a volte l’ambulanza ha avuto ritardi per il traffico ma diteci dove non è mai successo. Anche in centro città, in certi orari, abbiamo un ingorgo di auto e il mezzo di soccorso, se arriva, rimane incastrato: allora, chiudiamo il centro o cerchiamo soluzioni alternative? Purtroppo la montagna, da risorsa, diventa sempre un problema. E noi proprio non siamo d’accordo”.

Alternative? “Abbiamo un piazzale pieno di rovi pochi metri sopra la frazione Guadine, prima di Gronda – protestano i residenti -. Questa potrebbe essere una risposta. Se ripulito da rovi e discariche potrebbe ospitare oltre un centinaio di automobili e il problema sarebbe risolto. Alcuni hanno addirittura denunciato il fatto che nel fiume si fanno i propri affari, senza considerare che a Guadine e dintorni non esiste il sistema fognario: e allora ? Senza considerare che nelle Guadine ci sono bagni pubblici abbandonati da anni: su questi punti bisogna lottare, per migliorare, potenziare, potenziare i servizi e fare una svolta in montagna, non lavarcecene le mani, chiudere e isolare i villaggi in questo modo”.

“Pensano che tutto questo regime sia stato dettato dagli abitanti di Guadine – aggiungono – ma non è così. Ora abbiamo molto da perdere – e interviene il gestore del punto ristoro: “Cosa facciamo? Durante la settimana non viene nessuno ed è sabato e domenica che lavoriamo un po’. Così non avremo gente e la nostra attività sarà ridotta. La polizia mi ha portato tre lasciapassare, quindi, tre persone?”.

 
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