Roma, fisioterapista condannato per molestie sessuali. La vittima era venuta da lui per un dolore al tallone – .

Roma, fisioterapista condannato per molestie sessuali. La vittima era venuta da lui per un dolore al tallone – .
Roma, fisioterapista condannato per molestie sessuali. La vittima era venuta da lui per un dolore al tallone – .

Nel 2011 si è rivolto a MM, fisioterapista 53enne che all’epoca lavorava all’ospedale di Idi Roma. Dovrebbe guarirla da un fastidio al tallone con una terapia chiamata ipertermia, per la quale è sufficiente l’utilizzo di un macchinario specifico. Una volta entrata in quella clinica, però, cade nell’incubo più nero. Il professionista abusa sessualmente di lei con massaggi che toccano le parti intime della paziente, approfittando del fatto che erano sole in clinica. Dopo 12 anni e un processo annullato per un errore tecnico, che rischia di far bloccare tutto, giovedì il fisioterapista romano è stato nuovamente condannato dal Tribunale di Roma per violenza sessuale, questa volta a 2 anni e 4 mesi. La prima volta, invece, la pena inflitta dai giudici di primo grado è stata di 3 anni e mezzo. Ma la sentenza del 18 giugno 2014 è stata successivamente annullata dall’art Corte di Appello perché all’ultima discussione è cambiato un giudice del collegio e il Tribunale si è dimenticato di dichiarare la rinnovazione del processo.

LA STORIA

La vittima, difesa dall’avvocato Francesco Bianchi, nell’aprile 2011 ha iniziato ad avere un forte fastidio al tallone ed è andato da uno specialista in medicina dello sport. Dopo aver scoperto la causa del dolore, il medico decide di prescrivere alcune sedute di ipertermia. Una cura che prevede l’utilizzo di uno strumento medico, operato da un professionista qualificato. Il giorno della prima seduta il fisioterapista (poi condannato) chiede alla donna di togliersi i calzoni perché c’è il rischio di crampi e «deve essere libero di intervenire».

Roma, abuso su paziente depresso: lo psichiatra condannato a 3 anni

Ma è nella seconda seduta che viene commesso il delitto. Questa volta l’imputato e la vittima sono soli in clinica. Lui, come per la prima volta, le fa sfilare i pantaloni, applica la macchinetta sul tallone e poi le chiede: “Hai spesso mal di schiena?”. Di fronte alla risposta affermativa della donna, il fisioterapista comincia a spiegare che i dolori sono causati dalla cattiva postura che ha assunto a causa del dolore al calcagno, ma si offre di risolvere il tutto con dei massaggi. A quel punto le alza la maglietta, le abbassa le mutandine «perché altrimenti non può fare un bel massaggio», dice, e comincia con il massaggio. All’inizio è leggerissimo, poi piano piano arriva a toccare alcune zone intime. Dopo la seduta la vittima si sente a disagio, tanto che sul lavoro si confida con un collega.

Arriva il giorno della terza sessione. I due sono di nuovo soli. Questa volta la paziente, sperando di evitare il massaggio, comunica al fisioterapista che non ha più dolori. Ma non cambia nulla, anzi. Dopo averle fatto togliere i pantaloni e averle applicato la macchina, la fa spogliare e inizia il massaggio, che questa volta si avvicina ancora di più alle parti intime della vittima. La seduta finisce, ma il disagio è troppo forte e diventa sofferenza. Il pensiero è uno solo: “Come ho fatto a non reagire?”, chiede la vittima sconcertata. Poi però, su consiglio del compagno e di un’amica psicologa, trova la forza di raccontare cosa è successo al medico di medicina dello sport.

PRECEDENTE

Qui scopre che altre donne avevano già avuto in passato gli stessi problemi con MM. A quel punto la donna decide di denunciarlo, iniziano le indagini e durante il processo vengono scoperti gli abusi pregressi. Già nel 2005 la prima vittima, con lo stesso modus operandi: solo in sala operatoria, domande su eventuali mal di schiena, l’offerta di massaggi per far passare tutto. Lo stesso è successo nel marzo 2011 a un’altra donna: un dolore al ginocchio, la domanda su un eventuale mal di schiena, l’offerta di un massaggio. In quel caso però la paziente, insospettita dall’insistenza del fisioterapista, riesce a evitare il peggio con la scusa che ha bisogno di un’altra prescrizione e non torna più. MM di lei quando è tornata a casa del compagno ha raccontato tutt’altra storia. Un paziente oggi mi ha regalato «sorrisi, atteggiamenti di particolare simpatia». “Stai attenta”, le disse il suo compagno, ma non era certo lui quello che doveva stare attento.

Leggi l’articolo completo
su Il Messaggero

-

PREV Cosa guardo in TV oggi, martedì 21 novembre? I consigli di Sorrisi – .
NEXT 5 colori, solo 1 prezzo FANTASTICO! – .