“Cerchiamo di portare avanti i suoi valori”. Chi sono (e cosa fanno) Michele, Nicolò e Leonardo – .

“Cerchiamo di portare avanti i suoi valori”. Chi sono (e cosa fanno) Michele, Nicolò e Leonardo – .
“Cerchiamo di portare avanti i suoi valori”. Chi sono (e cosa fanno) Michele, Nicolò e Leonardo – .

Mike Bongiorno avrebbe compiuto cento anni domenica 26 maggio. Quando se ne andò Mike non lasciò sola la moglie Daniela Zuccoli. Ha lasciato anche i suoi tre figli. Bambini che oggi sono cresciuti e che continuano a vivere con grandi ricordi dentro di sé. Michele ha 51 anni ed è un produttore di documentari. Poi c’è Nicolò, presidente della fondazione Bongiorno. Ha 48 anni e di professione fa il regista, sceneggiatore e produttore. Infine Leonardo. Lui è il più piccolo. Ha solo 34 anni, è laureato alla Bocconi e si occupa di finanza.

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La memoria dei bambini

E pochi giorni prima del suo centesimo compleanno, i suoi tre figli hanno deciso di far parlare ancora di lui. Lo hanno fatto a La Repubblica, alla collega Silvia Fumarola. «Tutti hanno di lui il ricordo di Mike Bongiorno – esordisce Michele – c’è chi lo ricorda per il suo lavoro, chi lo ha conosciuto in contesti sportivi, da tifoso della Juventus, chi ricorda le sue gaffe. Mi emoziona ascoltarlo: ci trasmettono tutto il loro affetto nei suoi confronti”. Poi è la volta di Nicolò: «Ci sentiamo parte di tante famiglie, ci confidano ricordi personali, privati… Infatti ci trattano come parenti, è strano».

Leonardo, il piccolo di casa

Mentre Michele e Nicolò vivevano meno con Mike come papà, con Leonardo era tutto diverso: «Io sono nato quando lui era avanti negli anni, aveva la felicità di avere un figlio piccolo. Con me era diverso, aveva scoperto come cambiare i pannolini”. Con lui un padre ansioso. «Andava in cucina a guardare le telecamere di sicurezza e controllare. Si arrabbiava se arrivavo in ritardo, poi glielo passava, si scatenava e faceva una delle sue battute”.

Poi i ricordi di Michele: «Papà ha avuto una vita incredibile, ha conosciuto personaggi di ogni genere: campioni dello sport, ci portava autografi, ci raccontava dei suoi concorrenti. Era molto spiritoso, penso che avesse un’abilità comica nascosta. Lo si immaginava vestito in modo elegante, professionale, ma aveva un tempismo comico straordinario. E per Nicolò? «I momenti più belli sono stati quelli in cui si è lasciato andare: ha messo la vestaglia, ha fumato il sigaro ed è stato padre e personaggio pubblico. Ci siamo fatti delle belle risate”, raccontano ancora i tre figli al quotidiano La Repubblica.

La Fondazione

Oggi, a distanza di anni, Michele racconta «cerchiamo tutti, come famiglia, di portare avanti i suoi valori e un certo stile. E anche adesso, con la Fondazione, per fare beneficenza e offrire borse di studio. Prendiamoci cura delle cose che gli sarebbero importate. Lo vedo anche nel rapporto con le mie figlie, il papà è pur sempre il papà. Un padre amorevole e rispettabile spera sempre di essere l’idolo dei suoi figli, indipendentemente dalla sua professione”. L’ultimo ricordo è di Leonardo: «Non dimenticherò mai quando, in una delle ultime uscite, uscendo dalla piscina, tremava un po’ e si appoggiava al mio braccio. Venti giorni dopo morì”. Buon compleanno Mike!

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Il Messaggero

 
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