Igiene delle mani. Il Covid non fa più paura, diminuisce l’attenzione degli italiani. I risultati dell’indagine Credem-Cattolica – .

Lavarsi le mani salva milioni di vite ogni anno. È stata anche una delle principali misure contro la diffusione del virus pandemico. Ma oggi che il Covid non fa più paura, il 22% degli italiani afferma di lavarsi le mani meno frequentemente. Solo per il 54% il Covid ha reso più importante questa pratica (-9% rispetto allo scorso anno). I dati dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, nato dalla collaborazione tra il Gruppo Credem e Almed dell’Università Cattolica.

03 MAGGIO – Alla vigilia della Giornata mondiale per la sensibilizzazione sull’igiene delle mani, che si celebra il 5 maggio, una nuova ricerca evidenzia come, dopo la pandemia, sia diminuito il numero di italiani ancora attenti a questa pratica semplice ma dall’enorme impatto sanitario. Una corretta igiene delle mani, infatti, salva milioni di vite ogni anno: tutti i microrganismi responsabili di malattie infettive sono potenzialmente trasmissibili con le mani, che possono costituire una via di trasmissione di virus, batteri e protozoi. Il Covid-19 ha inoltre dimostrato quanto la scarsa igiene delle mani sia un importante veicolo di trasmissione di germi. Tuttavia, al diminuire delle preoccupazioni legate alla pandemia, è diminuita anche l’attenzione degli italiani verso le buone pratiche apprese durante il periodo di emergenza sanitaria. È quanto emerge da una ricerca che ha coinvolto 800 persone realizzata dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto sull’informazione consapevole nato dalla collaborazione tra il Gruppo Credem e la Scuola Superiore in Media Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica, e condotto grazie al lavoro di ricercatori dell’Università Cattolica e dell’istituto Bilendi, in collaborazione con gli specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma.
Dall’indagine emerge che solo un italiano su due (54%) dichiara che lavarsi le mani è diventato più importante con la pandemia (-9% rispetto allo scorso anno) e il 45% degli intervistati afferma di lavarle più frequentemente rispetto al 55% dello scorso anno.

Dall’indagine condotta da ricercatori dell’Università Cattolica e dell’Istituto Bilendi, in collaborazione con gli specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, emergono ulteriori segnali del calo del livello di attenzione su questi temi. In particolare, il 22% degli intervistati dichiara di aver ridotto il lavaggio delle mani. Il sapone viene utilizzato dal 97% degli intervistati (-2 punti percentuali a/a), con una maggiore diffusione del sapone liquido (87%) rispetto alla classica saponetta (32%). Meno frequente l’uso di gel e salviette: il 25% degli intervistati utilizza gel igienizzante (-4 punti percentuali rispetto allo scorso anno) e il 7% le salviette.

Il 16% delle persone è a conoscenza dell’esistenza di una Giornata Mondiale dedicati all’igiene delle mani, un dato incoraggiante se confrontato con il 13% registrato lo scorso anno. Altrettanto positivi sono i dati sulla consapevolezza relativa all’igiene respiratoria (il 77% della popolazione è consapevole che la corretta etichetta per l’igiene respiratoria consiste nel tossire nella piega del gomito) e all’igiene del cellulare. Il 65% della popolazione, infatti, lo identifica come potenziale veicolo di germi, rispetto al precedente 63%. A fronte di questa evidenza, però, solo il 37% dichiara di disinfettare il proprio smartphone con prodotti specifici, di cui il 25% almeno una volta al giorno.

Permangono le differenze legate al genere e all’età. Più nel dettaglio, le donne si lavano le mani più spesso degli uomini, con una media di 7,1 volte al giorno contro le 6,3 degli uomini. Inoltre, gli over 65 tendono a lavarsi le mani meno frequentemente rispetto ai più giovani, con una media di 6,2 volte al giorno contro le 7,14 della fascia di età compresa tra 45 e 64 anni.

“Il calo dell’attenzione verso l’igiene delle mani è un preoccupante segnale di ‘stanchezza’ verso misure sostenibili e di provata efficacia per la prevenzione delle infezioni dovute a pericolosi microrganismi resistenti agli antibiotici capaci di mettere a serio rischio la salute delle persone più fragili. Ma è proprio questo il valore delle misurazioni condotte con metodi rigorosi e riproducibili: continuare a misurare permette di cogliere tempestivamente i segnali di un calo di attenzione, da monitorare con interventi mirati, continuativi, sostenibili e credibili perché calibrati sui bisogni reali (di conoscenza, di aggiornamento motivazionale e altro) da monitorare con azioni di miglioramento continuo che i dati evidenziano, poiché diventano informazioni utili per orientare le decisioni di best practice”, ha dichiarato Patrizia Laurenti, Professore Associato di Igiene Generale e Applicata presso l’Università Cattolica, sede di Roma, e Direttore dell’Unità di Igiene Ospedaliera dell’IRCCS Policlinico Universitario A. Gemelli.

“I dati raccolti dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future segnalano un preoccupante calo dell’attenzione degli italiani al tema dell’igiene delle mani. Tale diminuzione è strettamente connessa alla progressiva riduzione dello spazio riservato al tema nell’agenda pubblica e mediatica. In questo senso, la Giornata mondiale dell’igiene delle mani, proclamata dall’Oms, rappresenta una preziosa occasione per riportare sotto i riflettori questa tutela semplice ma fondamentale per la tutela della salute personale e pubblica”, ha dichiarato. Mariagrazia Fanchi, Direttore dell’ALMED (Scuola Superiore in Media, Comunicazione e Spettacolo).

“La prevenzione è senza dubbio uno degli strumenti più importanti per poter mantenere un sano stato di salute e promuovere il benessere individuale e collettivo”, ha dichiarato Luigi Ianesi, Responsabile relazioni esterne Credem. “L’iniziativa dell’Osservatorio Opinion 4 Futuro rappresenta per Credem un’opportunità per creare consapevolezza, a partire dai nostri colleghi, su tematiche che hanno un forte impatto sulla vita di tutti e alle quali spesso non diamo la dovuta considerazione” continua Ianesi. “Siamo certi che attraverso una buona informazione possiamo sensibilizzare le persone ad attuare e incoraggiare gli altri a rispettare quelle pratiche, anche semplici come l’igiene delle mani, capaci di salvare vite umane e di avere un impatto concreto sulla società”, ha concluso Ianesi.

03 maggio 2024
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