A Miami la papaya è la primizia di una nuova stagione? – Analisi tecnica – .

A Miami la papaya è la primizia di una nuova stagione? – Analisi tecnica – .
A Miami la papaya è la primizia di una nuova stagione? – Analisi tecnica – .

La prima vittoria di Lando Norris è arrivata in una gara decisamente migliore di quanto ci si potesse aspettare, molto serrata con un gruppo estremamente compatto grazie alla conformazione della pista e, soprattutto, al degrado zero delle gomme, che ha impedito a chi è solito un distacco significativo sotto questo aspetto, di sfruttare il proprio potenziale sul fronte del passo gara. La partita di Miami ha quindi evidenziato una serie di aspetti da non sottovalutare per il prosieguo della stagione.

La McLaren è fortunata, ma vince una gara performante, quanto è cresciuta davvero la macchina di Woking?

Nessuno nega certo che la Safety Car sia stata fondamentale per la vittoria di Lando Norris. Senza di essa l’inglese avrebbe faticato a salire sul podio, vista la difficoltà nei sorpassi sulla pista americana. Ciò però non toglie che in termini di ritmo la McLaren numero 4 fosse ancora la vettura più veloce in pista, come fu chiaro poi quando entrò la Safety Car e Norris lasciò sul posto nientemeno che Max Verstappen e partì andare a prendere la vittoria. Nell’ultimo stint di gara, Norris aveva un vantaggio medio di 2 decimi di secondo sulla Red Bull numero 1 e di quasi 3 sulla Ferrari di Leclerc, terza. La pista con degrado letteralmente pari a zero ha cambiato molto il carattere della gara, con l’intero gruppo decisamente più compatto e i primi 6 sempre in lotta, tranne, appunto, nel finale con Norris che ora vola da solo. Le anomalie del tracciato sollevano diversi interrogativi sul reale valore della McLaren MCL38 in versione 2.0 guidata dal giovane britannico. I punti caratteristici della MCL38 originale, ereditata dalla monoposto della scorsa stagione, erano l’alto livello di carico aerodinamico, che portava molte prestazioni nelle curve veloci, ma soffriva un po’ in rettilineo a causa del conseguente alto valore aerodinamico. resistenza e, con il freddo, buona gestione delle gomme e un ottimo ritmo. La vettura ha sofferto il caldo perché faticava a gestire il surriscaldamento delle gomme e faticava nelle curve lente e medio-lente. La gara più calda dall’inizio della stagione si è disputata a Miami con quasi 50 gradi di asfalto, dove contava solo la prestazione pura e dove era importante, appunto, non surriscaldare le gomme. E da lì è emersa vincitrice la rinnovata McLaren, una prestazione sensazionale se consideriamo le condizioni e che conferma quanto avevamo già visto nella scorsa stagione: a Woking le idee su come far funzionare queste vetture sono decisamente chiare, gli aggiornamenti vengono portati avanti la pista e si comporta come previsto, migliorando i punti deboli specifici della vettura, che di conseguenza cresce a grandi passi. Dalle analisi dei 3 giorni e dalla telemetria media dell’ultimo stint di gara vediamo che sulla pista della Florida la MCL38 ha espresso un carico simile a quello della Red Bull, ma con un deciso miglioramento nella velocità medio-bassa angoli e con una buona punta. L’unico vero punto debole mostrato durante il fine settimana è stata la qualifica, il che potrebbe sembrare un controsenso, visto il ritmo mostrato, come detto, tutto frutto di pura prestazione. Il problema in quel caso però era la delicatezza della gomma morbida, decisamente troppo delicata da gestire in termini di temperatura superficiale, come visto con l’ultimo tentativo in Q3 dove tutti hanno peggiorato cercando di spingere poco sopra il limite. Così, su un tracciato che ha appiattito tutti i valori, mantenendo compatto il gruppo, la MCL38 in versione 2.0 si è messa in luce per le sue prestazioni. Ciò significa che la vettura di Norris e Piastri (ottimi nella prima parte di gara complice anche il basso degrado, e che a Imola disporranno anche del pacchetto completo) ha in realtà ancora più potenziale da estrarre, su piste più complete, soprattutto da dal punto di vista dell’asfalto e con un maggior degrado della gomma? Le prossime gare ci daranno la risposta.

La RedBull non brilla per tutto il weekend

In casa RedBull è chiaro che la RB20 non ha mai trovato le condizioni per esprimersi al meglio durante tutto il weekend. Per la gara si parla di una perdita di carico dovuta al contatto con il cono di Verstappen (che alla fine commette un errore dimostrando di essere umano) ma visto l’andamento del weekend di Miami non sembra essere la causa principale della mini debacle. Il bilanciamento della vettura non è mai stato ottimale, Verstappen se ne è lamentato in ogni sessione, il basso degrado ha costretto tutti a sfidare la prestazione pura, limitata però dal rischio di surriscaldare le gomme e quindi livellare il gruppo. Con una vettura “ingabbiata” e complicata, solo il talento dell’olandese è riuscito a mantenere la sua RB20 in testa al gruppo, staccando i rivali decimo dopo decimo finché ha potuto, facendo affidamento sulla sua prestazione nelle curve lente e con trazione. Naturalmente, se ci sono dubbi sulla scala dei valori, nella gara tecnicamente peggiore finora per la Red Bull dall’inizio dell’anno Verstappen è comunque arrivato secondo e senza la Safety Car probabilmente avrebbe vinto, motivo per cui è ancora è troppo presto per pensare a guardare la classifica mondiale, ma alla luce del fatto che la RB20 ha già avuto (come la McLaren) la prima tornata di aggiornamenti importanti, sembra ragionevole pensare che nel resto della stagione, che è ancora A lungo, ci saranno diverse gare in cui il team di Milton Keynes, pur restando il favorito, ovviamente, non avrà vita facile e questa non può che essere una buona notizia per lo spettacolo.

Ferrari buona considerando i mancati aggiornamenti

Venendo infine alla Ferrari, la prestazione non può essere valutata senza premettere che la SF24 è ormai l’ultimo dei top team a correre ancora con la stessa vettura vista a Sakhir. Con una situazione come questa, tenere il passo della Red Bull di Verstappen per tutta la gara e mettersi alle spalle Perez è un grande risultato, ottenuto con intelligenza dalla squadra, che ha scelto un assetto decisamente con più carico aerodinamico (la prestazione di Leclerc nel primo settore in le curve veloci sono state nettamente le migliori dell’intero weekend gara compresa) per migliorare leggermente la gestione delle temperature delle gomme e della fase di trazione, caratteristica sempre più fondamentale nella prestazione di queste vetture. La maggiore rigidità delle sospensioni si è fatta sentire rispetto alla Red Bull nel tratto molto lento del tracciato, ma nel complesso il ritmo dei due ferraristi è stato di mezzo decimo da quello di Verstappen. La strategia su Leclerc non è apparsa perfetta, con la sosta così anticipata, ma la scelta è valsa la posizione su Piastri, e vista la difficoltà che Sainz ha avuto nel sorpassare l’australiano, potrebbe non essere stato del tutto un errore. La SF24 in versione 1.0 conclude quindi abbastanza bene la sua vita in pista in attesa del primo grande pacchetto previsto per Imola, dove si potrà iniziare a eliminare i “se” dalle valutazioni prestazionali.

Sorpassi difficili e gomme che non degradano una ricetta per lo spettacolo tecnicamente migliore

Per concludere, vorremmo fare una riflessione, che non ha risposte certe né decide cosa sia giusto o sbagliato, ma vuole semplicemente essere uno spunto di riflessione. La gara ha vissuto due dinamiche importanti: la difficoltà nei sorpassi e il degrado zero delle gomme. Eppure è stata, a giudizio di chi scrive, la migliore gara da inizio stagione (e forse anche un po’ più indietro) per intensità, ritmo, sorpassi serrati, complicati e difficili, difese faticose (che valeva la pena fare) e Qualunque cosa. È sorto il dubbio che sorpassi facili e gomme che si usurano creando enormi differenziali di prestazione siano la ricetta giusta per lo spettacolo.

 
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