“Dovrò essere cacciato di nuovo dal mio paese?” – .

“Dovrò essere cacciato di nuovo dal mio paese?” – .
“Dovrò essere cacciato di nuovo dal mio paese?” – .

“Alla mia età dovrò essere cacciato dal mio Paese come sono già stato cacciato una volta?”. Liliana Segreto su On On La7 parla delRichiesta di informazioni su Fanpage Gioventù Nazionale, che ha portato alla luce estremismi e forme di antisemitismo nelle fila dell’ movimento giovanile di FdI.

La senatrice a vita Segre si dice convinta che “queste tendenze emerse in modo eclatante in quest’ultima settimana ci sono sempre state. Nascosti, non esibiti, ma sono sempre stati lì”. La differenza rispetto al passato, spiega, è che “con questo governo approfittiamo di questo grande potere della destra, che dopotutto è stata votata ed è andata al governo, non è che sia rivoluzionario, e non siamo più vergognarsi di nulla”.

“Ho seguito questa seduta, chiamiamola così, in varie trasmissioni, elogiando anche ‘Sieg Heil‘ – dice ancora Segre – così anche con questo motto nazista che purtroppo ricordo direttamente e non per sentito dire. Ora alla mia età dovrò rivederlo? Dovrò essere espulso dal mio paese da cui sono già stato cacciato una volta?” La giornalista le chiede se la sua domanda sia provocatoria e il senatore risponde: «È una domanda che ha una risposta».

Nata a Milano nel 1930, Liliana Segre, senatrice a vita dal 2018, ha subito ancora bambina le leggi razziali a causa delle sue origini ebraiche. All’età di 14 anni venne deportata insieme al padre Alberto nel campo di concentramento di Auschwitz partendo dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano dove ora sorge il Memoriale della Shoah. Dopo anni e anni di silenzio in cui non ha potuto parlare del dolore e dell’umiliazione subita, Segre, oggi una delle poche sopravvissute all’Olocausto, ha iniziato a raccontare la sua storia in diversi incontri pubblici e in particolare a migliaia di studenti di in tutta Italia per mantenere viva la memoria di orrori ed errori che non devono essere dimenticati.

Il distanziamento del partito

L’inchiesta di Fanpage al centro del dibattito politico da giorni ha diffuso immagini e audio rubati che evidenziano commenti inappropriati da parte di elementi di spicco del movimento giovanile Fratelli d’Italia: c’è chi parla di “Ebrei che vivono dell’Olocausto”, ci sono militanti che cantano “Zio Benito” e battute velenose contro Ilaria Salis. Frasi che stridono con la calorosa accoglienza che Gioventù Nazionale ha riservato alla senatrice Ester Mielia sua volta bersaglio di parole antisemite, testimoniate nelle indagini. Comportamenti stigmatizzati dalla classe dirigente del partito e dal primo ministro Georgia Meloni.

Il deputato e responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzellinon risparmia critiche: definisce “inaccettabile – malgrado le modalità con cui sono stati sequestrati e divulgati – le frasi che senti nei film […] che filmano i militanti del nostro partito usando un lingua incompatibile con i valori di riferimento del nostro movimento politico”.

Il Presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimoè altrettanto chiaro: “L’ho detto ai ragazzi che conosco, e a molti che non conosco per via della loro età, banalmente, già dopo la prima puntata di Fanpageche quello che avevamo visto mi era profondamente delusoche non ci rappresenta; Lo dico senza timore di essere contraddetto”.

“Chi ha sentimenti razzisti, antisemiti o nostalgici è capitato nella casa sbagliata perché questi sentimenti sono incompatibili con Fratelli d’Italia”, ha detto Giorgia Meloni che ha criticato i metodi usati dai giornalisti per svolgere l’inchiesta, chiamando in causa Sergio Mattarella. “Infiltrarsi nelle riunioni dei partiti politici è una cosa di regime. È consentito? Lo chiedo ai partiti politici e anche al Presidente della Repubblica.”

Lui le fa eco Le signore: “Non ci risulta che altri gruppi politici precedentemente interessati dalle loro inchieste abbiano subito lo stesso trattamento. Nessun altro è stato spiato in modo simile per mesi e mesi da una persona che si è nascosta dietro falsi dati anagrafici e che ha ingannato la fiducia di minorenni e ventenni. La stragrande maggioranza dei giovani spiati non ha alcun ruolo: non sono quindi soggetti di interesse pubblico. Sono stati comunque osservati e filmati a loro insaputa, anche al di fuori dell’attività politica, per poi essere gettati alla gogna dei media e all’odio dei social. Quanto accaduto con Gioventù nazionale è qualcosa che non ha precedenti”, scrive in una nota.

Per il segretario del Partito Democratico Elly Schlein, il merito della questione che emerge dall’indagine Fanpage sui giovani di FdI “va affrontato”. “Trovo molto grave che invece di affrontare i meriti che emergono da quell’indagine, si sia trovata un’ulteriore occasione per rinnovare un attacco alla libertà di stampa e al diritto all’informazione dei cittadini”, ha detto il leader dem.

 
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