un bunker da 18 carati contro i declini – .

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Sale la febbre dell’oro sulle borse mondiali: la settimana scorsa i prezzi del metallo giallo hanno sfondato i 2.380 dollari l’oncia. E la corsa sembra destinata a continuare visto il picco di tensione raggiunto in Medio Oriente con l’attacco missilistico iraniano contro Israele, anche se in gran parte neutralizzato. Per non parlare del conflitto in Ucraina e di due fattori tecnici: l’inflazione che resta sopra il 3% negli Stati Uniti e le banche centrali intente ad aumentare le riserve, soprattutto quelle dei paesi emergenti sempre più attente a sostituire il dollaro. Insomma, secondo gli analisti non è da escludere un nuovo record in area 2.450 – 2.500 dollari nei prossimi 12 mesi. Vediamo allora come farsi un rifugio dorato contro le tempeste del mercato azionario.

FONDI E LINGOTTI

Un modo molto diffuso nel mondo della finanza per posizionarsi sull’oro anche con somme modeste è quello di sottoscrivere degli ETF specializzati, detti anche ETC (Exchange Traded Commodities). Si tratta di fondi che consentono un investimento diretto o derivato nel metallo biondo e che solitamente vengono liquidati rapidamente.

STERLINE E MARENGHI

Chi, però, non vuole rinunciare a quell’innato senso di sicurezza che trasmette “oro fisico” tra le mani, può optare per le cosiddette monete d’oro da investimento: ad esempio Sterline, Marenghi e Krugerrand. Possono essere acquistati presso le banche o presso società specializzate autorizzate da Bankitalia. Meglio quindi evitare gli “acquisti di oro”. Va detto che sull’oro da investimento non si paga l’IVA e il valore di riferimento è certo, ma le commissioni di vendita e di riacquisto che banche e aziende applicano possono variare notevolmente. Un discorso a parte meritano le emissioni commemorative o di zecca o i cosiddetti “oro-gioielli”: il valore è dato dalla numismatica e quindi è più incerto e si paga l’Iva del 22 per cento.

LINGOTTI, ECCO COME RICONOSCERLI

I lingotti sono un’altra soluzione per investire in oro. Sono solitamente disponibili nei formati da un’oncia, 50 e 100 grammi (e anche in altri formati su ordinazione), contrassegnati da un numero di serie univoco e garantiti da un certificato di purezza. A questo proposito si definisce “oro da investimento” quello che si riferisce a lingotti di peso superiore ad un grammo di purezza pari o superiore a 995 millesimi o a monete d’oro di purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che sono o hanno avuto corso legale nel paese di origine. La custodia dei lingotti nei caveau di massima sicurezza in Italia può costare 18-20 euro a trimestre, per fasce da 5mila euro di valore.

AZIONI ORO PRONTE A SALTARE

Negli ultimi tre anni l’oro è cresciuto del 31% mentre il settore azionario delle aziende produttrici è rimasto invariato ma potrebbe essere pronto per un rimbalzo. Il flusso di cassa di queste società è ora solido, mentre le spese in conto capitale e il debito sono ora ben al di sotto dei livelli raggiunti tra il 2016 e il 2021. Allo stesso modo, la maggior parte dei produttori ha un rapporto debito netto e un margine operativo lordo bassi. Inoltre, oggi la maggior parte dei gruppi storici mira a sostenere la produzione piuttosto che perseguire la crescita a tutti i costi.

Secondo gli esperti, alla luce dei fattori appena descritti, esiste un potenziale di apprezzamento per le aziende produttrici di oro che potrebbe consentire loro di recuperare il terreno perso in Borsa rispetto all’oro in questi tre anni.

Tag: Mondo mercati azionari escalation Medio Est #Bunker da 18 carati diminuisce

 
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