I pullback sono normali, il ciclo rialzista non è finito. Ecco cosa guardare… – .

Sono diverse le preoccupazioni che affliggono gli investitori:

– Il rapporto sull’inflazione è stato più alto del previsto, si è appiattito per poi risalire a marzo.

– L’inflazione dei servizi di ex ricovero è stata del +4,77% su base annua a marzo rispetto al +3,94% di febbraio. Questo segna il quinto mese degli ultimi 6 che su base annua ha accelerato e ora sta aumentando al ritmo più veloce dall’aprile 2023, quando stava decelerando.

– L’aumento su base annua dell’inflazione CPI al netto dell’energia, che attualmente appare modesto. A marzo è stato pari al +3,57% su base annua rispetto al +3,54% del mese precedente.

– L’indice S&P 500 ha registrato la chiusura settimanale negativa più grande degli ultimi 6 mesi.

– Per la prima volta nel 2024 la volatilità è in aumento. Il VIX ha chiuso sopra i livelli di ottobre 2023.

Nel complesso, questi dati suggeriscono attualmente che l’inflazione è “vischiosa” e che la disinflazione sta rallentando. Ma è anche vero che a fare da catalizzatore è stata la dinamica dei prezzi dell’energia e delle materie prime, basti pensare che i prezzi hanno registrato un +26% rispetto ai minimi di dicembre.

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Ma la riaccelerazione dell’inflazione non è necessariamente un fattore negativo per le azioni. L’inflazione dei servizi di ex ricovero rispetto all’indice mostra che ciascuno dei periodi caratterizzati da un’accelerazione dell’inflazione stessa è stato anche un momento rialzista per le azioni.

Il rapporto ci fornisce un input positivo sul fatto che i modesti livelli di accelerazione dell’inflazione correlati a periodi di crescita economica sono in realtà rialzisti per le azioni. Esiste quindi la possibilità che inflazione e Nasdaq salgano insieme, ovviamente senza che la prima vada “fuori controllo”. Infatti, esaminando il confronto 1995-2024, l’inflazione ex rifugio nei periodi che si è mantenuta al di sotto del +5%, su base annua, ha dato l’opportunità al mercato azionario di continuare i suoi rialzi.

Considerati i primi segnali di volatilità quest’anno, dobbiamo ricordare che i pullback sono “anche” normali.

Il grafico mostra il pullback massimo annuo dell’S&P 500 e il pullback medio annuo che corrisponde al 14,2%, e in questo 2024 è stato “solo” del 2,5% che equivale al calo minimo di sempre, come nel 1995. Infatti, se ricordate, per quanto forte sia stato il rally dell’anno scorso, le azioni hanno comunque subito una correzione del 10,2%.

Parliamo spesso del punto in cui ci troviamo in questo ciclo rialzista e spesso sentiamo dire che è troppo tardi e che la bolla presto scoppierà. Uno dei motivi per cui le persone spesso paragonano il rally del mercato azionario guidato dalla tecnologia alla disastrosa “implosione” delle dotcom del 2000 è che in realtà, a pensarci bene, è stata l’unica vera bolla a scoppiare nel mercato azionario statunitense (nell’era post-mondiale). periodo della Seconda Guerra Mondiale) a causa di valutazioni sempre più insensate che alla fine hanno ceduto ai dati reali: sono emersi scarsi ricavi o una crescita dei profitti. Il settore tecnologico oggi non è neanche lontanamente così costoso e sta vivendo un periodo davvero positivo dal lato delle entrate sottostanti.

Allo stesso tempo, l’indice Global Equity Risk-Love all’86° percentile conferma che una pausa a breve termine nei titoli azionari non sarebbe una sorpresa

Indice globale di rischio-amore BofA

L’indicatore tiene traccia di una serie di misure, come il posizionamento dei gestori, i rapporti put-call, i sondaggi tra gli investitori, i prezzi, la volatilità e le correlazioni. Se il valore è intorno a 0,8 o superiore, il mercato azionario globale è in “euforia”. Al contrario, se oscilla a -0,8 o inferiore, il sentimento dominante è il “panico”.

Tenendo conto di una serie di indicatori, valutazioni, fondamentali e sentiment, esiste un supporto per un possibile pullback a breve termine. In effetti, i livelli del rapporto sono ai massimi livelli di ottimismo, suggerendo che il rischio è in aumento nel breve termine. Senza escludere futuri rialzi, visti i passati livelli medio-alti “persistenti” che hanno portato ad una prosecuzione del trend positivo nei mesi successivi.

Il grafico successivo mostra che in realtà siamo nel ciclo intermedio del mercato rialzista.

A che punto siamo nel ciclo rialzista?

Secondo la carta di Fidelity, un altro modo di visualizzare il ciclo è rappresentarlo come un orologio. Se 12:00 è l’inizio del ciclo, rispetto ai cicli più lunghi della storia, in questo momento l’orologio segna le 3:00 mentre, in base al ciclo medio, sono le 18:00. In entrambi i casi il tempo sembra ancora essere dalla parte dei rialzisti.

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Fino alla prossima volta!

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“Questo articolo è stato scritto solo a scopo informativo; non costituisce una sollecitazione, offerta, consiglio, consulenza o raccomandazione di investimento in quanto tale non intende incoraggiare in alcun modo l’acquisto di beni. Vorrei ricordare che qualsiasi tipologia di asset viene valutata da molteplici punti di vista ed è altamente rischiosa e pertanto ogni decisione di investimento ed il relativo rischio restano a carico dell’investitore”.

Tag: Pullback normale toro ciclo Ecco orologio ..

 
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