Panetta, tergiversare sui tagli dei tassi rischia una nuova stagnazione – .

Panetta, tergiversare sui tagli dei tassi rischia una nuova stagnazione – .
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Per il BCE «agire in modo tempestivo è di fondamentale importanza» per evitare che si materializzi una nuova fase di lunga stagnazione dell’economia europea. Agire significa tagliare i tassi Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia e membro del consiglio della BCE. Panetta, in un intervento al convegno organizzato dalla Bce a Francoforte per il lancio della rete ChaMP, ribadisce la sua posizione favorevole ad un breve taglio dei tassi da parte del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea che dovrà essere deciso senza esitazione.

Dal suo primo intervento al Forex di Genova di febbraio ad oggi, Panetta non ha mai mostrato esitazioni sulla direzione che dovrebbe prendere la politica monetaria della Bce. In quel discorso garantì la discesa dell’inflazione e oggi, nel testo del discorso tenuto a Francoforte, afferma che «rischi al rialzo per l’inflazione che ha dominato nel 2022-2023 si sono calmati, lasciando l’incertezza sulla dinamica dei prezzi più o meno in equilibrio, mentre i rischi per l’attività economica restano orientati al ribasso” e “vanno mitigati”. Là politica monetaria restrittiva amplifica quest’anno il suo effetto sull’inflazione più che nel 2023, dice Panetta davanti a una platea di economisti, citando le valutazioni dello staff della Banca d’Italia. Poi c’è l’effetto di “snellimento” dei bilanci della BCE e delle altre banche centrali dell’Eurozona che rappresenta un altro “potenziale freno all’attività economica”.

L’emergenza di rischi al ribasso per le prospettive economiche «Ciò implica – afferma in un altro passaggio – che la Bce consideri la possibilità che la politica monetaria possa diventare troppo restrittiva in futuro. La politica monetaria è ovviamente troppo restrittiva se finisce per provocare una profonda recessione – osserva il Governatore – ma è anche troppo restrittiva se spinge l’inflazione al di sotto del target e provoca una stagnazione prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario – rileva Panetta – ma non possiamo ancora escludere il secondo”.

«Le esitazioni scoraggerebbero le aziende dall’investire»

C’è poi un altro argomento – precisa Panetta nel testo dell’intervento di Francoforte – a favore di un taglio dei tassi con il giusto timing (il mercato scommette su giugno, ed) quella di produttività aziendale. «Esitazione nell’adeguamento dei tassi di interesse al calo dell’inflazione – precisa Panetta – scoraggerebbe le imprese dall’investireritardando l’espansione dello stock di capitale, ostacolando la produttività e generando uno svantaggio competitivo per l’area dell’euro sui mercati globali”.

Il Governatore spende poi parte del suo discorso per rassicurare sui rischi inflazionistici derivanti dall’andamenti salariali stanno diminuendo. «Le aspettative di inflazione sono ben ancorate e la probabilità di una spirale inflazionistica in grado di autoalimentarsi è bassa. I dati su mercato del lavoro – aggiunge – suggeriscono che la crescita salariale potrebbe aver raggiunto il picco nel 2023 e si sta evolvendo in linea con le nostre proiezioni, che prevedono un ritorno al nostro obiettivo nel 2025». Ma, cosa ancora più importante, discutere isolatamente degli stipendi può essere molto fuorviante, nota Panetta, poiché devono essere considerati insieme ad altre variabili come profitti e produttività. Le imprese, dice il Governatore, «potrebbero assorbire l’aumento dei salari (e potenzialmente anche dei costi totali) riducendo i margini di profitto. Questa compensazione richiede una compressione temporanea dei margini di profitto ed è più probabile che ciò si verifichi quando la domanda è debole e i margini sono elevati. Questo è attualmente il caso dell’Eurozona”.

 
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