Cari kilowatt alle stazioni di ricarica/Come si giustifica? – .

Come si giustificano queste nuove tariffe con un aumento significativo, l’ennesimo ogni pochi mesi…?

Considerando che:

  • IL costo dell’energia all’ingrosso negli ultimi mesi è sempre più diminuito, crollato rispetto a qualche anno fa.
  • A2A economicamente è senza dubbio un ottimo momento, vista la risultati economici e recenti importanti acquisizioni.
  • Il mercato di La mobilità elettrica aumenta sempre di più: percentuali nazionali sicuramente basse ma utenti stranieri che si recano in Italia, soprattutto nei periodi estivi, con percentuali sicuramente più alte, sempre più presenti. Inoltre, sono attesi a breve nuovi incentivi che dovrebbero aumentare significativamente il mercato elettrico/plug-in.

Seguendo queste considerazioni si viene a pensare ad una sorta di “spettro”.effetto cartello” tra gli operatori, tenendo conto delle recenti mosse (da qualche mese fa fino a pochi giorni fa) anche degli altri operatori.

Eppure A2A merita un applauso…

IL sforzi di A2A negli investimenti di tariffazione pubblica (tariffa “presa cittadina” tra gli eventi più recenti), senza dubbio sono a applausi ma se tutto questo deve essere pesantemente sostenuto dai clienti, rischia di frustrare il mercato delle auto elettriche, che ha un potenziale incredibile in termini di budget, soprattutto per te che non hai interessi (almeno) diretto nel mercato petrolifero (a differenza di Eni o Q8 per esempio). CerVoglio evitare di pensare male o di accusare apertamente qualcuno, vorrei sinceramente condividere queste mie considerazioni e capire la vostra posizione in merito. Luca Fatuti

Anche Flavio Balasinifelice possessore di una MG4 Luxury” sospettoso “Ancora un altro tentativo da parte dei fornitori di energia di minare la mobilità elettrica” e ci chiede: “Perché BeCharge, A2A e tutti gli altri applicano queste politiche soffocanti? Hai spiegazioni plausibili? È chiaro che stando così le cose, chi dovrà fare il salto verso la mobilità elettrica, facendo i conti, molto probabilmente farà marcia indietro”.

Quelle colonnine montate da mesi e mai attivate. Cosa c’è dietro?

Per Luigi Masucci è un “imbarazzante operazione di cartello Quello dovrebbero evidenziare osservatori attenti e qualificati”. Alla fine Artùun proprietario di Tesla, lo nota “i prezzi delle ricariche sulle colonnine pubbliche sono totalmente fuori controllo”. E poi vedere Bologna, dove vive l’installazione di decine di colonne che sono stati assemblati per mesi e mesi ma non sono attivati lo deduce questa faccenda ha lati molto oscuri“. “Sembra chiaramente che la transizione ecologica venga contrastata…”

I costosi kilowatt per le stazioni di ricarica vengono da lontano: dal duopolio energetico

Punto interrogativoRisposta- C’è una logica certamente perversa dietro gli alti kilowatt della ricarica pubblica. Come vedremo, questo è il risultato di disorganizzato e mal gestito proliferazione di colonne. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il prezzo dell’energia scende alla fonte, ma non al tariffe di ricarica. Che in realtà continuano un movimento ascendente strisciante.

Negli anni precedenti la crisi energetica del 2021-2022 ciò era consentito solo due operatoriEnel X e Be Charge hanno sviluppato il proprio reti di ricarica a livello nazionalediventando effettivamente uno monopolisti con oltre il 60% dei 54mila punti di ricarica installati in Italia.

In questa prima fase di imbarco selvaggio dei siti e negli impianti in cui sono finite entrambe le Enel Many luoghi isolati e assurdidove collegarli, mantenerli o ripararli se difettosi, costa molto di più di quanto possano restituire con a utilizzo medio tra 1 e 2% di tempo potenziale. A volte lo dicevano addirittura dimenticato.

Sono reti gigantesche, fatte con investimenti di centinaia di milioni, ma ormai in parte obsoleti, trascurati e inefficienti. COSÌ non molto redditizio. Investimenti previsti da ammortizzare in dieci anni di rischio rimanere in perdita per un tempo indefinito.

Quando i meno efficienti fanno il mercato

caro kilowatt
Colonna Be Charge ritratta il 23 aprile. E’ stato installato due anni fa e mai attivato. Un lettore ce lo ha segnalato l’anno scorso e abbiamo chiesto conto all’azienda e all’amministrazione comunale, che tutt’ora gli riserva un posto auto riservato. Non ho mai avuto una risposta

Le reti degli altri big di ricarica sono più moderne e mediamente più efficienti. Tuttavia, sono geograficamente limitati (A2A in Lombardia, Duferco in Liguria, Neogia in Trentino-Alto Adige e Veneto) oppure ben distribuiti territorialmente ma poco diffusi, come ad es Ionità. Nessuno può stare sul mercato da solo. Le eccezioni sono le reti di Compressore Tesla E Autobrennero che, beneficiando di un bacino di utenza “chiuso”, possono applicare le tariffe più convenienti.

Per le due reti monopolistiche, presenti su tutto il territorio, l’interoperabilità (o roaming) è a opzionale: con sole due App ogni automobilista potrà viaggiare a suo piacimento in tutta Italia.

Per per gli altri operatori è un obbligo se vogliono garantire mobilità a medio e lungo raggio ai propri clienti. Questa disparità si ripercuote sui contratti di roaming tra diversi operatori. Sarà sempre i primi a imporre le loro condizioni. E lo faranno in base ai loro obiettivi di redditività e ai costi, che come abbiamo visto sono i più elevati.

Sul struttura dei costiil materiale grezzo energia Essi oneri di sistema messi insieme influiscono circa un terzo. I prezzi sono fissati dal regolatore pubblico Arera, e sono uguali per tutti. Inoltre, lo sono costi variabili: se le ricariche vendute sono pari a zero, anche queste due voci sono pari a zero.

IL altri due terzi preoccupazione ammortamento degli investimenti E spese strutturali (personale, software, telecomunicazioni, assistenza, manutenzione). Sono prezzi fissi. Costi che ciascun operatore dovrà sostenere a prescindere da quanti kWh fornirà. E io sono la palla al piede di tutti gli operatori, ma soprattutto dei due grandi. UN zavorra che affonda l’attività di ricarica in un mercato italiano cresciuto senza direzione.

Cosa c’è di nuovo nel 2023? Uomini e strategie

caro kilowatt
Sembra un secolo fa, ma era solo Luglio dello scorso anno. Ecco le tariffe degli abbonamenti mensili prepagati Enel X Way: prime avvisaglie del caro kilowatt

Sia Enel che Eni (oggi proprietaria di Be Charge) avrebbero spalle sufficientemente robuste per farlo resistere a lungo alle perdite delle rispettive reti di ricarica. E lo hanno fatto fino all’inizio del 2023, assorbendo anche l’impennata dei prezzi energetici conseguente alla crisi ucraina. Ma con il cambio di management nelle due società, entrambi sotto controllo pubblico, le priorità strategiche sono cambiate. In precedenza una delle priorità era sostenere la diffusione della mobilità elettrica. Oggi il mandato è massimizzare i profitti.

In attesa che aumenti il ​​numero di veicoli elettrici in circolazione e di conseguenza il numero medio di ricariche per colonnina installata, abbiamo quindi scelto di “strizzare” chi già possiede un’auto elettrica comprato e attualmente non ha alternative.

Avrà l’alternativa quando arriverà una terza ruota, più snella ed efficiente, capace di competere con Enel X e Be Charge su tutto il territorio nazionale. Potrebbe essere lo sviluppo di progetti dal basso verso l’alto, come ad esempio ARTE E Shemm Iscat-Thor. Oppure ainiziativa congiunta degli operatori di secondo livello, dove ciascuno mette in comune la tutela del proprio territorio.

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