La repressione del lavoro nero nell’edilizia non…
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Là repressione del lavoro nero in edilizia non riguarderà solo gli appalti pubblici o i grandi cantieri. Le norme antisommersione devono essere verificate e rispettate anche in piccoli lavori edili, come ad es ristrutturazione di un appartamento. In caso contrario scatteranno le sanzioni. È la conseguenza di una norma inserita nell’art decreto legge sulla coesione approvato ieri dal Consiglio dei ministri e che obbliga i “committenti”, cioè coloro che commissionano a un’impresa la realizzazione di lavori edili, a verificare che il costo della manodopera sostenuto per la ristrutturazione sia “congruo” rispetto al valore complessivo dell’opera i lavori. Si tratta in realtà di una norma che esiste già da qualche anno, ma che finora era sostanzialmente priva di sanzioni. O meglio, le multe scattavano solo se il valore dell’appalto era superiore a 500mila euro. Con il decreto coesione questa soglia viene abbassata a 70mila euro, il costo medio di ristrutturazione di un appartamento. La dichiarazione di “congruità” deve essere firmata e presentata dal direttore dei lavori, generalmente l’architetto o l’ingegnere che ha redatto il progetto. Se però il cliente non si avvale dell’aiuto di professionisti, dovrà redigere personalmente il certificato di “adeguatezza”. Cosa succede se non lo fa? Rischia una multa fino a 5mila euro.