Investing.com – Dopo l’euro bond lanciato lo scorso 8 gennaio, Eni (BIT:) è tornata sul mercato obbligazionario, scegliendo però il dollaro. Il colosso energetico ha emesso ieri due obbligazioni a tasso fisso in valuta statunitense con durata di 10 e 30 anni per un valore nominale complessivo di 2,25 miliardi di dollari Usa.
L’offerta, rivolta a investitori istituzionali, ha riscosso un elevato interesse da parte del mercato, raggiungendo una richiesta complessiva di circa 11 miliardi di dollari americani, proveniente da circa 180 investitori professionali per ciascuna tranche.
Il prestito obbligazionario, della durata di 10 anni (scadenza 15 maggio 2034), è stato collocato per un importo di 1 miliardo di dollari americani ad un prezzo di riofferta del 99,333% e pagherà una cedola annua del 5,50%.
Il bond, della durata di 30 anni (scadenza 15 maggio 2054), è stato collocato per un importo di 1,25 miliardi di dollari americani ad un prezzo di riofferta del 98,828% e pagherà una cedola annua del 5,95%.
L’emissione delle obbligazioni è finalizzata al mantenimento di una struttura finanziaria equilibrata e il ricavato sarà utilizzato per le necessità generali di Eni.
Chi ha collocato i bond Eni
Per l’emissione Eni si è avvalsa di un sindacato di banche composto da Barclays (LON:), BofA Securities, Citi, Goldman Sachs (NYSE:) International, IMI (LON:) – Intesa Sanpaolo (BIT:), JP Morgan, Morgan Stanley (NYSE:), Santander (BME:), Wells Fargo (NYSE:) Securities, che agirà come joint bookrunner.
L’ultimo bond emesso a gennaio
Il bond di gennaio era stato collocato sul mercato degli Eurobond e aveva ricevuto ordini per oltre 5 miliardi di euro. In quel caso il prestito obbligazionario aveva una durata di 10 anni (scadenza 15 gennaio 2034) e una cedola annua fissa del 3,875% fino a scadenza.
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