Qualcomm e Intel confermano che non potranno più vendere chip a Huawei. Vittime del marketing – .

Qualcomm e Intel confermano che non potranno più vendere chip a Huawei. Vittime del marketing – .
Qualcomm e Intel confermano che non potranno più vendere chip a Huawei. Vittime del marketing – .

Dopo le indiscrezioni arriva la conferma ufficiale. Nessuno menziona chiaramente Huawei, ma sia Intel che Qualcomm, in quanto società quotate in borsa, hanno dovuto avvisare gli azionisti delle possibili ripercussioni su ricavi e previsioni dovute a fattori indipendenti dal loro controllo.

Il 7 maggio 2024, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha notificato a Intel Corporation (la “Società”) la revoca di alcune licenze per l’esportazione di articoli di consumo a un cliente in Cina, con effetto immediato. Di conseguenza, la Società prevede che i ricavi del secondo trimestre 2024 rimarranno nell’intervallo originale compreso tra 12,5 e 13,5 miliardi di dollari, ma al di sotto del punto medio. Per l’intero anno 2024, la Società continua a prevedere che i ricavi e gli utili per azione crescano anno su anno rispetto al 2024.3” scrive Intel nella nota inviata alla Security Exchange Commission. Nella seduta di ieri la società americana ha perso circa il 3%, proseguendo il trend negativo degli ultimi mesi.

Dichiarazioni simili sono arrivate da un portavoce di Qualcomm, che ha confermato la ricezione di una notifica di cessazione delle esportazioni con effetto immediato. Per Qualcomm la situazione è diversa da quella di Intel, perché dopo il rilancio della divisione HiSilicon e la ripresa della produzione di Kirin Qualcomm aveva ridotto il volume d’affari con Huawei ed era solo un fornitore occasionale.

Gina Raimond, ministro del Commercio statunitense e quindi firmataria della revoca della licenza di esportazione, ha chiarito che la mossa è stata necessaria perché Huawei rappresenta sempre una minaccia e non potevano permettersi di fornire una potente tecnologia AI alla Cina e a Huawei. “Se scopriamo, ad esempio, che un chip a cui abbiamo precedentemente concesso la licenza ha funzionalità di intelligenza artificiale, revocheremo la licenza”.

La questione, vista da questo punto, assume contorni ancora più grotteschi perché in un mondo dominato dalle GPU NVIDIA e AMD per il machine learning destinate ai data center (e vendute in Cina, seppur depotenziate) i processori “AI” di Intel e Qualcomm destinati per il mercato dei consumi sono semplici processori in cui le capacità di intelligenza artificiale provengono più da esigenze di marketing che da esigenze operative. Nel mondo di oggi è necessario attaccare l’etichetta AI su un prodotto per venderlo, e la polemica è scoppiata quando Intel ha promosso il suo Core Ultra come un “Chip AI” e Huawei in Cina ha pubblicizzato il suo Matebook X Pro 2024 come “PC AI”. ”.

Non è un caso che durante il recente evento di Dubai l’azienda cinese si è astenuto dal pronunciare la parola intelligenza artificialeE: una semplice parola usata anche per esigenze di marketing può creare un grosso problema. La frittata è ormai pronta.

 
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