puzzle dei tagli dopo aver dato i salari, cosa farà Lagarde? La risposta degli esperti e dei mercati – .

puzzle dei tagli dopo aver dato i salari, cosa farà Lagarde? La risposta degli esperti e dei mercati – .
puzzle dei tagli dopo aver dato i salari, cosa farà Lagarde? La risposta degli esperti e dei mercati – .

In che misura i dati sui salari dell’area euro influenzerà le prossime decisioni sui tassi che verranno prese dalla Bce di Christine Lagarde?

Dopo gli incessanti aumenti dei tassi lanciati dalla Banca Centrale Europea nel 2022 e nel 2023 per sedare l’impennata dell’inflazione, il primo taglio dei tassi firmato da Christine Lagarde, previsto per il prossimo incontro del 6 giugno, è davvero blindato?

Sono questi gli interrogativi che continuano a tormentare gli operatori del mercato e i comuni cittadini dell’area euro, a seguito della pubblicazione del dati relativi all’andamento dei salari negoziati nell’Eurozona.

È dalla risposta a queste domande, del resto, che dipendono le decisioni cruciali, relative al portafoglio di investimenti ideale su cui puntare o alla decisione di magari acquistare un immobile, senza essere costretto a rassegnarti a pagare rate più o meno onerose.

Outlook tasso euro: cosa cambia per la Bce dopo i dati sugli stipendi (con la Fed grain)

Qualcosa di ieri ha infatti cambiato le prospettive sui tassi di interesse nell’area euro:

il dato è stato una sorpresa, poiché il consenso prevedeva un rallentamento del tasso di crescita dei salari nel primo trimestre del 2024 o al massimo allo stesso ritmo dell’ultimo trimestre del 2023: non certo un rafforzamento, che invece è avvenuto.

La presidente della BCE Christine Lagarde non avrà certamente accolto favorevolmente questo numero, in un momento in cui si ritrova anche nei guai rappresentati dalla Fed. Problemi acuiti tra l’altro ieri dalla pubblicazione di verbali relativi all’ultima riunione della banca centrale americanache certificava il mancato progresso dell’inflazione statunitense e che, peggio ancora, lo confermava alcuni membri del FOMC sarebbero d’accordo ad aumentare nuovamente i tassi.

Wall Street si è così trovata a incassare l’ennesimo brutto colpo, assistendo al peggior scivolamento del Dow Jones del 2024.

Tornando alla Bce, cosa accadrà a questo punto al tassi dell’Eurozona?

Outlook tassi Bce, Barclays presenta i tagli attesi per il 2024 e 2025

Gli analisti di Barclays sono già stati impegnati a stilare le prospettive sulle prossime mosse della Banca Centrale Europea. Nessun cambiamento rispetto alle previsioni un taglio dei tassi nella prossima riunione del 6 giugno.

Tuttavia, è escluso un altro taglio dei tassi alla riunione di luglio.

Quindi non ci sarà quel bis a sorpresa di cui si parlava fino a pochi giorni fa. E non solo per la Fed di Powell che ha le mani legate, ma anche per i dati sui salari dell’Eurozona arrivati ​​ieri.

Va detto che ci sono alcuni falchi presso la BCEanche prima dell’atteso verdetto, non c’era voluto molto per deludere le speranze di quel doppio regalo.

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“Ora ci crediamo il Consiglio direttivo, alle prese con un’elevata incertezza e un’economia che sta accelerando a un ritmo più rapido del previsto, si muoverà in modo più graduale, nel corso del 2024″, si legge nel commento di Barclays.

Detto questo, gli analisti non hanno certo cambiato le loro previsioni:

Continuiamo ad aspettarci tagli dei tassi di 25 punti base in ciascuna delle riunioni di giugno, settembre e dicembre, ma non prevediamo più un taglio a luglio.

Restano comunque i tagli attesi da Barclays pari a -150 punti base, ripartito su due anni.

Inflazione e Bce: attenzione al 2026

Mariano Cena di Barclays, in particolare, ha spiegato l’elevata incertezza con cui la Bce si confronta “sulle prospettive dell’inflazione, in particolare sull’andamento delle retribuzioni negoziate, che è stato più forte di quanto ci aspettassimo.

L’analista ha fatto riferimento anche a “slancio persistente nell’inflazione dei servizi”e al fatto che l’economia dell’area euro si sta riprendendo “più velocemente del previsto”.

Sono stati questi fattori a portare Barclays a pensare che, a questo punto, “la maggioranza dei membri del Consiglio direttivo (BCE) opterà per un approccio più graduale all’allentamento” dell’attuale politica monetaria restrittiva dell’area euro.

E questo approccio più graduale, secondo l’esperto, dovrebbe manifestarsi”anche se i rischi sulle prospettive di inflazione oltre quest’anno si confermassero più simmetrici e addirittura al ribasso”.

Sono previsti altri tre tagli dei tassi nelle riunioni di giugno, marzo e giugno 2025con la Bce che secondo Barclays eviterà una politica restrittiva non più necessaria.

Le stime sono così un tasso di deposito che sarà abbassato al 2,5%.

“Entro dicembre” di quest’anno, la BCE dovrebbe infatti avere “un senso di fiducia nelle dinamiche salariali e nel processo di disinflazione nel settore dei servizi che accelererà il ritmo dell’allentamento”.

Un anno cruciale potrebbe essere il 2026, poiché i rischi sull’inflazione potrebbero addirittura essere al ribasso.

Non ha cambiato troppo nemmeno la sua prospettiva sui tassi la divisione ricerca di Goldman Sachs il quale, nel commentare il rapporto sui salari diffuso ieri, ha ribadito la convinzione che la crescita dei salari nell’area euro sia comunque destinata a “rallentare nei prossimi trimestri”.

Le stime sono un rallentamento della crescita del reddito per dipendente di 0,8 punti percentuali, ad un tasso di crescita del 3,9% su base annua.

Più dati dalla Francia – che nella nostra precedente analisi si sono rivelati avere il miglior valore predittivo dell’andamento dell’area – si sono rivelati incoraggianti”, si legge nel commento.

Goldman Sachs ha inoltre ricordato che, dallo stesso rapporto salari della BCE, è emerso che le aspettative della Banca Centrale Europea sono per un indebolimento della dinamica salariale nel 2024.

Si è fatto riferimento anche a quanto detto da Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, Banca centrale tedesca, durante un’intervista.

Ha commentato l’esponente noto per le sue posizioni falche forte crescita dei salari nominali in Germania, affermando di non aver individuato alcun segno di una “spirale salari-prezzi”. Parole che, in effetti, dovrebbero tranquillizzare le colombe, visto che sono state pronunciate da un esponente che si è spesso messo in luce con dichiarazioni piuttosto falche.

eToro sulla Bce: attenzione anche ai segnali di ripresa dell’economia dell’euro

È arrivato anche un commento sulla Bce Gabriel Debach, analista di mercato di eToro, che riassume anche gli indici PMI diffusi ieri nell’Eurozona:

“L’area euro ha registrato un aumento dell’indice PMI, con dati leggermente superiori alle aspettative, raggiungendo 52,3 a maggio. Il PMI dei servizi è rimasto stabile a 53,3, mentre il PMI manifatturiero è aumentato più del previsto a 47,4 – ha ricordato Debach, aggiungendo che “con il PMI composito superiore a 50 per tre mesi consecutivil’economia dell’area euro mostra segnali di ripresa”.

Allo stesso tempo – ha sottolineato l’analista di eToro – “l’indice dei prezzi del settore dei servizi ha mostrato un calo sia dei costi di produzione che degli input, segnando il livello più basso degli ultimi tre anni, pur rimanendo al di sopra della media storica. Un segnale positivo per la Bce, anche se i rischi persistono, visto che l’indice occupazionale ha continuato a crescere a maggio, indicando un’economia in ripresa”.

Debach si è poi soffermato sui dati salariali, parlando di “pressione sulla crescita salariale nell’area euro” che “ha accelerato nel primo trimestre al 4,69% su base annua rispetto al 4,49% del quarto trimestre” e avvertendo che “questi dati rischiano di generare pressioni al rialzo sull’inflazione, soprattutto nel settore dei servizi, dove i salari svolgono un ruolo predominante”.

Quali sono i prezzi dei mercati? Risponde l’ING

In questo contesto ancora caratterizzato dall’incertezza sulla direzione dell’inflazione nell’area euro, un nuovo rapporto firmato da ING ha fatto il punto della situazione la continua rivalutazione da parte dei mercati delle aspettative sui tassi di interessefacendo sapere che, dopo la pubblicazione dei dati salariali, i mercati scontano ora tagli dei tassi da parte della BCE in misura inferiore rispetto a quanto scommesso prima della pubblicazione del rapporto.

Per essere precisi, le speculazioni sono scese a soli “60 punti base” di forbici, il che significa, ha sottolineato ING, che i mercati ora ritengono probabili altre due riduzioni, nel corso del 2024, rispetto alle tre precedentemente previste.

ING ha affermato in sintesi che al momento non vede molto sostegno per la possibilità che i tassi vengano ulteriormente tagliati dopo la riunione di giugno. Aggiungendo che, di conseguenza, è possibile che “i tassi a breve termine continuino a salire nel breve termine”.

La prospettiva di un aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro era considerata ancora più probabile, dato che il dilemma che assilla la Fed di Jerome Powell è più grave di quello della BCEtanto che negli Stati Uniti si parla anche del rischio che la banca centrale americana alzi nuovamente i tassi.

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