Che senso ha aumentare le accise sull’energia elettrica? Per me nessuno – .

Che senso ha aumentare le accise sull’elettricità per la ricarica, se i minori ricavi sul carburante sono compensati da minori costi per l’importazione di petrolio? Questo ce lo chiede Lorenzo, dopo aver fatto i conti sui dati macroeconomici italiani. Invia domande e osservazioni a [email protected].

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (foto dal sito del Ministero) ha detto che le minori entrate fiscali sui carburanti dovranno essere in qualche modo compensate.

I miei due conti: le accise sono inutili

Punto interrogativoVTi seguo da ben prima di diventare possessore di un’auto elettrica e ti ringrazio per l’importante voce che rappresenti in questo panorama, spesso pieno di notizie e opinioni faziose e poco argomentate.

Dalle notizie che arrivano dalla stampa, uno dei temi più caldi è la possibilità che la diffusione delle auto elettriche porti ad una riduzione del gettito di accise e Iva a causa della progressiva riduzione dell’utilizzo di materie fossili come il petrolio.

Se non ricordo male, tempo fa è stato condotto uno studio sulla domanda italiana di energia e petrolio tra il 2019 e il 2040. Da quei dati è emerso che attualmente l’Italia importa 57 milioni di tonnellate di petrolio. Considerando che in media il costo si aggira intorno ai 533 euro/tep (sulla base di un prezzo del petrolio di 80 dollari al barile e di un tasso di cambio euro/dollaro di 1,1), ciò implica una spesa annua di 30,381 miliardi di euro per l’importazione di petrolio.

accise sull'energia elettrica

Tra combustibile ed elettricità, entrate e spese si bilanciano

Ad oggi il ricavo derivante dalla vendita di carburanti è di 6 miliardi di euro (4 miliardi di accise e 2 miliardi di Iva). Nello studio 2019-2040 si prevede che entro il 2040 la domanda di energia in Italia diminuirà e le importazioni di petrolio si ridurranno del 25%. Secondo i prezzi attuali (533 €/tep), una riduzione del 25% del fabbisogno petrolifero comporterebbe un risparmio per lo Stato di 7,59 miliardi di euro, un risparmio ben superiore a quanto attualmente incassato dalle accise e dall’Iva sui combustibili fossili.

Se le previsioni di un calo della domanda di petrolio, alla quale le auto elettriche contribuiscono in gran parte, sono corrette, come si può giustificare la proposta di introduzione di accise sulla ricarica delle auto elettriche? Una diminuzione del fabbisogno di carburante porta a minori costi di importazione che l’Italia deve sostenere. Appare quindi ingiustificato trasferire le accise sulla ricarica delle auto elettriche.

Inoltre, va considerato che sull’elettricità vengono già applicate accise pari a 9,30 euro per MWh e che le province possono autonomamente decidere aumenti fino a 11,40 euro per MWh.

Cosa ne pensi e, se sì, dove ritieni che il mio ragionamento sia sbagliato, da un punto di vista macroeconomico?Lorenzo Vanucci

bollette elettricheNon è possibile distinguere e contare l’elettricità per la ricarica

Punto interrogativoRisposta-Pensiamo anche che le accise ventilate sull’energia elettrica per la ricarica siano una di queste spauracchio agitato a sproposito dai nemici dell’auto elettrica scoraggiarne l’acquisto.

A differenza dei carburanti, tutti tracciabili e tutti destinati ad alimentare motori a combustione, il corrente elettrica va online senza di essa nessun destinatario predefinito. Alimenta milioni di case, centinaia di migliaia di aziende e tutti i sistemi digitali che sono al centro della nostra società.

Del consumo totale di elettricità, i veicoli a batteriaanche quando saranno dieci o venti volte più numerosi di oggi, avranno una peso abbastanza marginale e rappresenterà tra il 10 e il 15% del totale.

Aumentare le accise solo sull’energia elettrica consumata per i trasporti è impossibile (come distinguerla e quantificarla?) e non lo compenserebbe mai IL reddito mancante da quelli sui carburanti. E aumentarli sul consumo totale di elettricità significherebbe penalizzare l’85-90% delle attività economiche restituire i proventi garantiti oggi solo dal settore dei trasporti.

Costi e benefici per la finanza pubblica

Però, Lorenzo, il tuo ragionamento non è del tutto corretto a livello macroeconomico. I costi sostenuti per l’importazione di idrocarburi sono a carico dell’intero sistema italiano. È la ricchezza prodotta internamente che va all’estero, verso i grandi produttori ed esportatori di petrolio; ma non rappresenta un’uscita nel Bilancio dello Stato. IL riscossione delle accise sui carburanti, viceversa, costituiscono una parte non trascurabile delle entrate dello Stato e contribuiscono a pagare servizi come la sanità, la scuola e la difesa. Sono quindi due voci che non possono essere direttamente compensate tra loro.

E’ vero però più ricchezza resta in Italia, tanto più il bilancio pubblico trarrà beneficio tassandolo con la tassazione generale. Senza contare che il bilancio pubblico trarrà due benefici da un’aria meno inquinata e dalla mitigazione della crisi climatica: minori costi sanitari E minori spese per il risarcimento dei danni di eventi climatici catastrofici.

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