«Cecchetti, l’Olivetti di Civitanova. Ma il sottopasso ancora oggi manca” – .

«Cecchetti, ieri celebre fabbrica metalmeccanica, oggi testimonianza dell’architettura italiana». L’ingegner Giorgio Medori affida a Cronache Maceratesi le sue riflessioni all’indomani del convegno e della mostra che il Rotary di Civitanova ha organizzato in occasione del 30° anniversario della chiusura dei “Cecchetti”, la secolare fabbrica nel cuore del città che ha cambiato l’economia cittadina e oggi l’assetto urbano. Medori ripercorre sia l’aspetto “storico” che quello “urbanistico” dopo la trasformazione dei magazzini in appartamenti progettati dal famoso architetto milanese Vittorio Gregotti

Giorgio Medori

«Oltre alla memoria storica della famosa fabbrica metalmeccanica – spiega Medori – evidenziata anche con le foto storiche esposte al Lido Cluana nell’edificio sud e il plastico magistralmente ricostruito con tutti i capannoni industriali, quello che è emerso dai relatori del convegno è stato il dato del fondatore della Cecchetti, (poi Società Gestioni Industriali) nella persona di punta della Adriano Cecchetti rispetto ad Adriano Olivetti nella sua visione innovativa e lungimirante, sia dal punto di vista industriale che da quello innovativo nei rapporti con i lavoratori. Purtroppo, con il susseguirsi dei proprietari, non è stato possibile mantenere il sapere e l’attività metalmeccanica di primo livello nazionale. È vero che poi sociologicamente con il primo ridimensionamento degli anni ’60, la città avviò altre attività industriali e artigianali prevalentemente nel settore calzaturiero, ma la perdita dell’attività metalmeccanica che spaziava dalle costruzioni ferroviarie a quelle navali ha certamente impoverito la qualificata forza produttiva della città”.

«Poi per evidenziare il storia urbana della superficie di ca 10 ettari che nel piano regolatore “Salmoni” del 1978 prevedeva 3 metri cubi per ogni metro quadrato di fabbricato – prosegue l’ingegnere – Si parlava che l’edificio dovesse essere decentrato per le volumetrie concesse, ma lo scambio volumetrico con lo spostamento della sede è stato mai imposto in nuove aree industriali. Il nuovo piano Secchi con il commissario prefettizio recepì la variante “Cecchetti” nel 1995 con il doppio rispetto del Prg 1978 e la nuova variante Prg tre giorni prima dell’elezione del sindaco Marinelli. La variante aveva un volume di circa la metà realizzato dallo studio Gregotti, noto architetto milanese che sicuramente ha lasciato un segno importante dell’architettura italiana che si può ammirare passeggiando per il quartiere.”

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La visita alla mostra

«Nota negativa – sottolinea Medori – è purtroppo la scarsa lungimiranza politica sia dei comuni di centrodestra che di centrosinistra maceratesi, sede degli uffici di controllo urbanistico, a causa della mancata applicazione della legge regionale dell’epoca sui parcheggi pertinenziali di 0,4 mq al mq invece di 0,8 mq al mq per i piani terra destinati a destinazione commerciale. Oggi, infatti, la difficoltà nel parcheggiare è molto evidente. La pianta particolareggiata di notevole pregio architettonico è oggi caratterizzata da mancata realizzazione del sottopasso su via Trieste per il semplice fatto che è rimasta invariata la polizza di garanzia di 6,4 miliardi di lire (con l’avvicendamento delle Amministrazioni comunali) convertita in euro ad oggi per circa 3,3 milioni di euro (vedi costi del sottopasso via Roma a Macerata più che raddoppiati). Va notato che il verde, poco fruibile a causa del suo posizionamento divenuto un “non luogo”, andrebbe ripensato per una nuova agorà del quartiere e della città”.

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