La grande Colonia del Villaggio ENI di Borca di Cadore, testimonianza senza tempo di fusione architettonica ed equità sociale – .

BORCA DI CADORE. Si intravede appena tra i boschi dell’Antelao ancora dimezzati dalla tempesta Vaia. Quello che è lì da decenni grande colonia del Villaggio Eniil più grande complesso turistico alpino contemporaneo, è oggi – grazie a Piattaforma “Dolomiti Contemporanee”. – UN luogo di ispirazione creativa per gli artisti in residenza (in attesa di diventare un polo di servizi e di ricerca legati alla montagna che possa diventare un volano per il territorio bellunese e non solo).

Una struttura di 30mila metri quadrati progettato tra gli anni Cinquanta e Sessanta da Edoardo Gellnerarchitetto e amico intimo di Enrico Mattei, presidente dell’Eni e imprenditore visionariotra i grandi protagonisti del dopoguerra.

Infatti è stata sua l’idea di creare, nel 1954un vero e proprio villaggio vacanze per i propri dipendenti Borca di Cadore; UN progetto di equità sociale piuttosto innovativoespressione di intelligenza e premura, nonché di particolare attenzione al benessere aziendale e alla soddisfazione umana da parte del datore di lavoro nei confronti dei propri collaboratori.

UN struttura pionieristica dalle “straordinarie potenzialità”come è stato definito da Gianluca D’Incà Levis, architettoideatore e curatore della piattaforma di rigenerazione e recupero culturale degli spazi industriali “Dolomiti Contemporanee”, progettata tenendo conto dell’ambiente circostante per non sopraffare la natura.

UN complesso architettonico capace di combinando armoniosamente forme rotonde e spigolose e materiali diversi (tra tutti, legno e cemento, vetro e gomma) ed esperimenti sui coloriche, oltre alla grande Colonia, comprende a tenda fissa da campeggio, due alberghi (Boite e Corte), una chiesa (progettato da Gellner con il contributo di Carlo Scarpa), 264 case unifamiliari E altre strutture secondarie.

Una struttura che agli inizi degli anni 2000 venne acquistata da Azienda Minoter/Gruppo CualbuQuale, nel 2014 ha avviato, “nella logica della sua valorizzazione – spiega D’Incà Levis – una significativa collaborazione con “Dolomiti Contemporanee” concretizzatasi poi in “Progetto Borca”una piattaforma di rigenerazione condivisa con il territorio, le sue comunità e la sua governance, che da dieci anni attrezza relazioni e genera idee, strategie, reti, pratiche, linee guida progettuali, per risvegliare la prodigiosa Colonia e immaginarne la fruizione”.

Oggi, settanta anni dopo da quando è stato realizzato il progetto, la grande Colonia continua ad affascinare e incuriosire. Non solo gli studenti di architettura e arti visive ma anche gli abitanti del Cadore e del Triveneto.

Gli spazi, aperti al pubblico in occasioni straordinarie (come, ad esempio, lo scorso 25 aprile o durante il mese di agosto) ospitano diverse artisti in residenza a cui è affidato il compito produrre opere d’arte e installazioni volte a valorizzare il sito.

 
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