L’appartamento parigino che parla il linguaggio del design più contemporaneo – .

Perché accontentarsi di un solo stile? Massimalismo e minimalismo convivono sotto il (non certo grande) tetto di questo appartamento all’ultimo piano di un edificio haussmanianoa Parigi, Va da sé. Il proprietario, appassionato di design e architettura, ha voluto trasformare la 40 mq del suo piccolo ritiro in un concentrato di stile e chiamato, nello specifico, da Ronan Le Grand e Konrad Steffensen Studio del Corpo.

Christophe Coënon

I progettisti si sono allontanati dalla tendenza, comprensibile nella maggior parte dei casi ma non sempre efficace, di eliminare qualsiasi partizione interna in fase di ristrutturazione, sfruttando invece l’esposizione a sud e la vista sui tetti parigini, che irradiano luce in tutto l’edificio . la casa. “Anche se eravamo tentati di abbattere i tramezzi e creare uno spazio aperto, alla fine ne abbiamo optato uno divisione classica degli spazi. Abbiamo preferito mantenere la disposizione ben proporzionata dell’appartamento per preservarne il carattere, aggiungendo tocchi contemporanei attraverso interventi architettonici in alcuni punti chiave” spiega lo studio.

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Con una certa sorpresa, sotto uno strato di moquette e un altro di linoleum, ne riemerse uno splendido parquet in rovere affumicato inspiegabilmente sepolto e che ora dona un’allure di classe e perfettamente in tono al soggiorno, all’ingresso e alla camera da letto. Viene da chiedersi se tra qualche anno, in fase di ristrutturazione, il parquet verrà eliminato e ricomparerà il linoleum.

Allo stesso modo, dal controsoffitto c’erano stucchi e modanature originali recuperati. Gli interventi più decisivi hanno riguardato la cucina, che ora presenta un piano di lavoro lineare che si trasforma in panca ad incasso (realizzata su misura) e si completa con un’alcova in cui rannicchiarsi. Il pavimento, invece, presenta colori tenui e sabbiosi, con rivestimenti in pietra Perla dei Berici di Grassi Pietre.

una cucina con mobili neriPinterest
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passione per il disegno della proprietaria sbuca nel soggiorno, dove due nicchie ad arco permettono di esporre oggetti decorativi. L’arredamento è eclettico, con un divano contemporaneo in velluto nero, una lampada in bronzo degli anni ’30, una sedia in compensato Ettore Sottsass verde menta e pannelli di quercia intagliati a mano dall’artista Jean Touret. L’accostamento di epoche, materiali, texture e colori conferisce al progetto sostanza e una vivacità inaspettata.

un bagno con doccia in vetroPinterest
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È chiaro che in uno spazio così piccolo sono i dettagli a fare la differenza Studio del Corpo ha disseminato le stanze con dispositivi progettati per costruire un’apparente semplicitàtà, fatta, in realtà, di elementi scelti con cura e di altri realizzati su misura.

I ritmi serrati di texture e colori iniziano dalle ante dei mobili, rivestite con pannelli di alluminio spazzolato e dettagli in ottone. I contenitori a specchio fumé che ricoprono la parete opposta alla zona lavoro ampliano lo spazio e sono sfalsati tra loro. Un tavolo in vetro progettato appositamente per la cucina contrasta felicemente con la sedia in legno degli anni ’70 dell’architetto modernista francese Dominque Zimbacca, una delle preferite del proprietario.

un letto con una tenda biancaPinterest
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I ritornelli geometrici e quasi scultorei diventano ancora più evidenti in altri complementi, come il lavabo triangolare su misura, l’ingresso obliquo della parete e anche la luce naturale, con i tagli ordinati delle veneziane che creano texture forti. Il bagno è rivestito da un mosaico di vetro verde all over, interrotto solo da decisi elementi metallici e dal trittico di specchi stile anni ’40.

una sedia verde in una stanzaPinterest
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La camera da letto è stata lasciata il più libera possibile, incassando gli armadi a filo muro. Solo due lampade Brasilia di Michel Boyer, con le loro monumentali e iconiche basi laccate nere, quasi sovradimensionate rispetto al resto, illuminano lo spazio. Qui le veneziane lasciano il posto ad una tenda in lana vergine che corre per tutta la lunghezza della parete, avvolgendo lo spazio con una luce morbida e soffusa.

corpus.studio

Segno di lettera

Stefano Annovazzi Lodi è un collaboratore freelance che si occupa principalmente di progetti di design e culturali per Elledecor. Sembra che da anni si stia dedicando a un romanzo con cui vincerà il Nobel, nel frattempo sta rivedendo il suo discorso di ringraziamento e lavorando come story editor per una casa di produzione di Roma.

 
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