una carriera tra performance e design – .

una carriera tra performance e design – .
una carriera tra performance e design – .

Amava lavorare con ogni materiale possibile, Marc Camille Chaimowicz, probabilmente ispirato anche dal mestiere della madre, Marie Tailhardat, sarta che citerà più volte nel suo lavoro con i nastri e nella dedizione dimostrata nell’allestimento degli spazi – intimi e ospitali – con la passione per la scelta dei i tessuti, il colore, le arti applicate nel senso più ampio del termine. L’artista francese – nato nel 1947 nella Parigi del dopoguerra, ma trasferitosi presto a Londra al seguito della famiglia – a partire dagli anni Sessanta conduce una ricerca nutrita da una visione poliedrica e libera della creatività, avvalendosi di pittura e scultura, fotografia e video, moda e design. È stato tra i primi a fondere il mondo della performance e quello dell’installazione artistica, con l’obiettivo di creare un nuovo spazio scenico.
Il WIELS Contemporary Art Center di Bruxelles ha ora annunciato la sua morte all’età di 77 anni, senza specificare la causa della morte, avvenuta il 23 maggio 2024.

Marc Camille Chaimowicz, tra performance e installazione

A Londra Chaimowicz aveva scelto di restare, vivere e lavorare (seppur con frequenti incursioni in Borgogna), premiato dal successo ottenuto a partire dagli anni Settanta (l’installazione del 1972 Celebrazione? La vita reale rivisitatauna stanza che mostra ciò che resta di una festa) proprio per la capacità di proporre – spinti da una forte attrazione verso le intersezioni multidisciplinari – una pratica innovativa performativa e installativa insiemeche influenzerà molti giovani artisti contemporanei nei decenni a venire.
L’artista francese ha infatti anticipato l’attitudine, oggi molto diffusa, di coniugare le arti visive con la coreografia, la regia e la curatela. Tra carte da parati, collage fotografici, rivisitazioni dei classici dell’arte e della letteratura e una propensione alla collaborazione con l’alto artigianato, unita alla fascinazione per i processi industriali.

L’articolo continua qui sotto

Marc Camille Chaimowicz – Maybe Metafisica – veduta della mostra alla Triennale, Milano 2016

Il lavoro di Marc Camille Chaimowicz

Aperto alle commistioni con il design, la letteratura e il teatro, l’artista ha dedicato interi corpus di opere a figure fondamentali per la sua formazione come, tra gli altri, Jean Cocteau, Jean Genet e Gustave Flaubert, figure di malinconia e ribellione. Tra le sue opere più famose ci sono quelle che imitano lo spazio di un appartamento che diventa una galleria, riunendo complementi d’arredo e opere d’arte. Dal forte carattere performativo i suoi interventi d’arredo nelle sale dei grandi alberghi londinesi, culminati con il servizio del tè agli ospiti, con sottofondo musicale: Chaminowicz, però, scelse di abbandonare la pura e semplice performance già a metà degli anni Settanta, quando la identificò come pratica artistica ufficiale, troppo poco sovversiva.

La fortuna critica di Marc Camille Chaimowicz

In oltre 50 anni di attività, Chaimowicz – che nel 1998 ha trascorso un anno in residenza presso la British School at Rome – ha tenuto mostre in numerose istituzioni d’arte contemporanea. In Italia risale al 2016 la sua prima mostra personale presso un’istituzione pubblica, con Forse Metafisicaallestito alla Triennale Milano, in concomitanza con un altro importante progetto (Un lessico autunnale) alle Serpentine Galleries di Londra. Il suo lavoro è stato esposto anche in numerosi musei e mostre collettive internazionali, tra cui il Walker Art Center di Minneapolis (2016), il Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, il Nouveau Musée National di Monaco, il Musee d’Art Moderne de la Ville de Paris – MAM/ARC, Tate Modern di Londra, Manifesta 10.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Mette le mani su un dipinto di Monet non protetto, un attivista viene arrestato al museo d’Orsay – .