Il cinema, la “faccia pietosa”, la malattia. I retroscena della lite tra Ciccio Ingrassia e Franco Franchi – .

Il cinema, la “faccia pietosa”, la malattia. I retroscena della lite tra Ciccio Ingrassia e Franco Franchi – .
Descriptive text here

Il 28 aprile 2003 muore Francesco “Ciccio” Ingrassia. Nato a Palermo nel 1923, Ingrassia raggiunse il successo grazie al sodalizio artistico con Franco Franchi, con il quale realizzò circa centotrenta film. Insieme Ciccio e Franco hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema italiano degli anni ’60 e ’70 grazie a film cult come “I due della Legione”, “Il lungo, il corto, il gatto”, “I due fuggitivi”, “Farfallon”. Anche da solo, dopo la separazione da Franco Franchi all’inizio degli anni ’70, Ciccio Ingrassia seppe cavalcare l’onda della successo passando dai ruoli comici a quelli drammatici. Federico Fellini lo scelse per”Amarcord” nel 1973 ed Elio Petri per “Fino in fondo“, che gli ha permesso di vincere il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista. Dopo l’esperienza come regista in “L’esorcismo” e il ricongiungimento con il collega Franco, Ciccio Ingrassia conquistò anche la televisione con la conduzione di numerose trasmissioni negli anni 80 come “Drim”, “Patatrac” è ancora “Bene, complimenti, bis”, “Domenica In” E “Buona Domenica”.

La separazione da Franco Franchi

La fine di sodalizio artistico quello tra Franco e Ciccio segnò una svolta nella carriera di Ingrassia. Si dice che quest’ultimo non gradisse l’egocentrismo del collega e che Franco, nei suoi confronti, rimproverasse al compagno la sua arroganza. Dopo oltre ottanta film girati in coppia, nel 1972 Ciccio Ingrassia recitò da solo nel dramma “Violenza: quinto potere” di Florestano Vancini e due anni dopo debutta alla regia con “L’esorso“, che sarebbe diventato un film cult degli anni ’70. Franco e Ciccio Rimasero separati per otto anni, impegnati ciascuno nei propri progetti tra cinema, teatro e anche musica, ma i due artisti non rivelarono mai i motivi della separazione.

Il genere fumetto-parodia era vicino a papà”, Giampiero Ingrassia ha confessato La verità anni fa durante un’intervista: “Ecco perché litigava sempre con Franco e perché loro lo fanno separato. Mio padre voleva fare film comici ma con una certa profondità, mentre Franco voleva che continuassero così. Era qualcosa per cui poi hanno pagato”. Tuttavia le incomprensioni e le divergenze di vedute non dissolsero mai veramente il legame che univa Ciccio e Franco, e nel 1980 Pippo Baudo è riuscito a farli riconciliare vivendo Domenica In. “Vorrei che fosse più vicino a me, abbiamo fatto così tanti film che meritiamo di tornare insieme. Ci amiamoe”, ha detto Franco Franchi a Ciccio, suggellando il ritorno sulla scena del loro duo comico.

Quando Scola lo scelse per capitan Fracassa

Nell’intervista rilasciata a Piero Chiambretti nel 1995, per la trasmissione “Il laureato”, l’attore siciliano ha parlato apertamente della sua vera natura artistica. Ciccio e Franco hanno rappresentato la commedia italiana degli anni ’60 e ’70, ma i ruoli drammatici erano quelli che più lo rispecchiavano. “Sono più adatto a essere tragico che comico. Alla fine si scoprì chi era Ciccio grazie ad “Amarcord”, “Il Quinto Potere”, “Kaos” e altri“, ha confessato Ingrassia a Chiambretti. Proprio per la sua capacità di affrontare ruoli drammatici, nel 1990 Ettore Scola lo scelse per il film Il viaggio di Capitan Fracassa ed è stato proprio il suo volto a convincere il regista. “Scola ha detto che ti ha scambiato per il capitano Fracassa perché hai una faccia pietosa“, lo ha preso in giro ancora Chiambretti e Ciccio Ingrasia ha risposto che comunque è stato un onore essere stato scelto da Scola.

Morte e memoria

A differenza del compagno Franco Franchi, morto nel 1992 a soli 64 anni, Ciccio Ingrassia ebbe vita più lunga e morì al ospedale Gemelli di Roma il 28 aprile 2003 all’età di 81 anni. Nel 2001 scoprì di averne una malattia polmoni e trascorse gli ultimi mesi della sua vita lontano dalla scena pubblica, ritirato nella sua casa e circondato dall’affetto della sua famiglia. Rifiuto ospiti e cameo in tv, sostenendo di volersi riposare dopo tanti anni di lavoro, ma in realtà stava combattendo la sua battaglia per la vita. Nel 2002 le sue condizioni peggiorarono a causa di un enfisema polmonare, che lo costrinse a respirare con una bombola di ossigeno. Il 18 dicembre 2002 avrebbe dovuto essere in scena al Premio Nazionale Franco Franchi a Palermo, ma è costretto a rinunciare a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni. condizioni. Subito dopo la sua morte, in occasione dei funerali pubblici Pippo Baudo ha voluto omaggiarlo con parole di stima e di ammirazione: “Un artista davvero grande, sincero ma che, da solo o con Franchi, non è mai stato volgare. Una persona riservata, ricca di talento e sensibilità“. Anche l’attore e connazionale Pino Caruso ha voluto omaggiarlo con un omaggio: “Ha somatizzato quella fantasia folle del Palermo. Anche il suo fisico rappresentava quella sensazione.

Lui invece era un saggio un po’ timido”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT ecco come è stato ridotto l’attore – .