Mi mancava la figura di un padre” – .

Mi mancava la figura di un padre” – .
Mi mancava la figura di un padre” – .

DiEnrico Caiano

L’attrice, protagonista di «Il Vangelo secondo Maria»: «Mi piace molto Papa Francesco, sono sicura che anche i miei coetanei lo adorano». E sul compagno Scamarcio: «Riusciamo a organizzare le nostre età in modo simpatico e divertente per entrambi. Vorrei dei figli”

D ad un ricco adolescente romano che finisce a prostituirsi – appena 5 anni e mezzo fa Bambino – alla Vergine Maria. Potere della finzione. E il potere di un’attrice che sta dimostrando un vero talentocredibile com’è sia negli abiti attillati di una lolita pariolina, sia nelle tuniche ampie e ruvide della ragazza di Nazaret di due millenni fa, scelta per mettere al mondo il figlio di Dio.

Benedetta Porcaroli non ha ancora 26 anni, li compirà tra un mese, ma ha appena aggiunto alla sua serie di ruoli quello più completo e più difficile. Una Madonna ribelle, diversa dall’iconografia tradizionale, quasi una femminista ante litteram (anche se Barbara Alberti specificherà nelle pagine seguenti che non è esattamente così; ed). Eppure Benedetta la pensa così: «è così. Così come Barbara e tutto il film di Paolo Zucca”. Ma poi, come l’autrice, pur senza sapere di averlo fatto, rallenta un po’: «Diciamo che mi piace occuparmi di personaggi umani nel mio lavoro e non va pazzo per la retorica del gioco maschile contro femminile . Ma è chiaro che il libro e il film ne parlano sforzo che le donne hanno compiuto ottenere diritti fondamentali, molto importanti. Siamo di fronte a una metafora, a una parabola che mostra cosa succede quando una donna ha un figlio che non vuole, quando si trova di fronte a un destino che non poteva scegliere. È un livello di sofferenza il che, senza nulla togliere agli uomini, riguarda solo le donne”.

«CON RICCARDO POSSIAMO ORGANIZZARE
LE NOSTRE DIVERSE ETÀ
IN MODO SIMPATICO E DIVERTENTE
PER ENTRAMBI”

Benedetta ha scoperto il libro, scritto vent’anni prima della sua nascita, quando è stata chiamata a girare il film. Ma soprattutto ha scoperto Barbara Alberti: «Mi sono innamorata. È una persona con una quantità spaventosa di energia, a 80 anni è ancora una ragazzina. E poi… una capacità di dizione, di parlare ad una velocità incredibile, dicendo cose che magari erano lì nella mia testa ma tutte confuse. E lei è riuscita a metterli in fila per me, a dare loro un ordine”. Torniamo lì, allora: chissà se anche il femminismo rientra tra quelle idee di Barbara che Benedetta “sentiva” di avere con sé. E che tipo di femminismo, in questi anni. “Da un lato Mi pento di non essere nato negli anni di Barbara, quando la gente scendeva in piazza se doveva conquistare qualcosa. Sono anche una persona che ha il bisogno e il desiderio di far sentire la propria voce. D’altra parte, però, so che vivo nell’era dei social, dove c’è l’illusione che ognuno abbia il proprio megafono indipendente solo perché è su Instagram”. Una ragazza della Generazione Z con un po’ di allergia ai social non è cosa comune: «Ho visto troppe volte che vengono sfruttate, piegate in avanti», confessa. «Non credo che esprimere lì il mio dissenso avrà un reale impatto, una reale utilità. È come se il fatto che tutti possano parlare portasse alla fine a non parlare nessuno. Così ho sviluppato una forma di modestia, sono diventato stitico nelle mie dimostrazioni su Instagram”. Un problema che si aggiunge agli eccessi che trovi nel femminismo odierno: «Non mi piace la direzione che ha preso, questa sensazione che siano gli uomini a dover chiedere scusa di esistere comunque… Onestamente non fa parte della mia cultura, non è il modo in cui sono abituato a interagire con il sesso opposto.”

Emozionati, Benedetta: «Assisto a certi dibattiti di persone che si definiscono femministe dove c’è un odio verso gli uomini che non so se porterà a qualcosa di utile. Mi sembra che stiamo gettando benzina sul fuoco e creando problemi inesistenti. Chi ha detto che la battaglia delle donne deve essere quella di diventare uguali agli uomini? Siamo diversi, con ruoli diversi e facciamo cose diverse. Ma pensi che dobbiamo diventare ossessivi e che se un uomo ti offre la cena ci sia patriarcato? No, dico grazie e la prossima volta comprerò la cena. Incrociando le i, questo non significa che non vada d’accordo con i suoi coetanei della generazione Z: «Voglio davvero capire dove sia la mia generazione. E anche se i contatti non sono frequenti per motivi di lavoro, ho amici della mia età. Penso che siano una generazione abbastanza intelligente, meno manipolabile sotto molti aspetti di quanto si pensi. Hanno idee abbastanza precise. Certo, però, siamo cresciuti nell’era dei social, il che per noi è normale. E se dico scendiamo in piazza a protestare mi guardano come se dicessero “sei pazzo”. I social hanno avuto la funzione di calmare la gente, l’indignazione è molto più filtrata che in passato, è fine a se stessa e non ti porta davanti al ministero. Alla fine noi giovani siamo soli, mi sto convincendo che ci vuole una festa dei giovani. Dobbiamo capirlo la tecnologia non arriva ovunque, non sostituisce tutto. Prima lo interiorizzeremo, prima troveremo soluzioni alternative”.

Dal femminismo alla ribellione, alla religione, altro tema del suo ultimo film: «In uno sono cresciuta famiglia abbastanza cattolica», (non è un caso che si chiami Benedetta…), «soprattutto le nonne. All’interno della casa, ad esempio, non è mai stata pronunciata alcuna parolaccia. Ma non è che siamo praticanti. Credo che Gesù Cristo sia stato una figura storica molto importante. Ma non posso nemmeno definirmi ateo: credo in Dio, forse non in termini religiosi classici, Credo in un Dio come energia spirituale. Essendo claustrofobico, per me è difficile concepire l’idea della fine. Immaginare che quando si muore questo viaggio finisca è una cosa poco poetica e poco rassicurante”. Se guardi da vicino, però. Benedetta Porcaroli crede soprattutto nel «dovere della conoscenza», come dice la Madonna nel suo film: « Mi sento molto ignorante Tuttavia sono una persona curiosa e cerco di assorbire quante più informazioni possibili. Per me poi, non tenere conto del dubbio è impossibile e questo quasi mi impedisce di credere alle cose che penso: una parte di me crede che un punto di vista mi sfugga, che non ho abbastanza elementi per vedere le cose in un certo modo. modo. Mi sento grande ma anche molto piccola, con tanti gli schemi ancora da esplorare per avere un giudizio definitivo sulle cose. Il che di per sé è qualcosa di molto complicato”.

L’altro tema forte del film, va da sé, è la maternità. E Benedetta, la quasi 26enne, la romana della generazione Z – sorpresa! – se ne occuperà lei. Lei è: «lei mi affascina l’idea, trovo che diventare mamma sia un’esperienza psichedelica. Penso che avere un figlio renda la vita più completa, sia in grado di liberarsi di molte cose che sprecano energia e tempo”. Quanto a quando, invece, diventa più seria: «È una cosa che per ora posso vivere solo come transfert del momento, ma so che mi piacciono molto i bambini. Eppure… posso svelare qualcosa?”. Di niente… «Nella mia vita ho incontrato quasi solo persone – e ne incontro tante – che mi dicono “Per favore, non fare figli, pensa alla carriera”. C’è questo tipo di terrorismo nel mondo di oggi di cui sinceramente mi rammarico un po’. Provo il terrore diorrore vuoto dopo i bambini. Conosco invece tante persone che hanno avuto tanti figli in tenera età. Non so se sono pronto ma sento che è qualcosa che fa parte di me. Quando succede e se succede è fuori dal mio controllo”. Viene spontaneo chiedersi se le piacerebbe che ciò accadesse con l’uomo che è il suo attuale compagno, Riccardo Scamarcio, un attore come lei, quasi 20 anni più grande di lei: «Vorrei», scherza, «che ciò accadesse accadere con l’uomo che amo, come dice la mia Maria, non per mano di un Dio. Per me i figli sono una conseguenza diretta dell’amore, quindi spero che accada dove questo sentimento comanda. Nel trailer della mia vita da mamma con i figli che ho sempre immaginato, è così”.

«SONO FIGLIA DI GENITORI SEPARATI,
MI È ACCADUTO A 9 ANNI: UN TRAUMA
DA ALLORA MI SENTO IN ME
CHE MI È MANCATA LA FIGURA DI MIO PAPÀ”

Il suo sogno, non esita a dire, è che «dopo aver avuto dei figli restiamo insieme. Sono figlia di genitori separati e quindi sogno una famiglia che stia unita». Sì, la separazione, quel giorno di 9 anni in cui tutto cambiò. “Un trauma”, riflette. «Ero cresciuto con mio padre e all’improvviso lui lasciò la scena casalinga. Da allora, in ogni momento, sento dentro di me che mi è mancata la figura di mio padre. Ora posso riconoscerlo con maturità, ho un bellissimo rapporto con la mia famiglia, andiamo tutti d’accordo. Ma da bambino no”. Sono bambini anche quelli che muoiono a Gaza e Benedetta vive con disagio la guerra che martoria quei luoghi dallo scorso ottobre: «Sto molto male, lo dico senza retorica, di getto, di pancia. È un’offesa al mondo intero. Ed è altrettanto offensivo che tutti i miei concittadini vivano in un Paese, l’Italia, che non assume una posizione umana in merito”. Anche per questo considera la sua vita privata come un rifugio dalle bruttezze del mondo: «Io metto al centro la mia vita privata, sì. Mi rendo conto che le cose vanno male e spero che le cose possano prendere una forma migliore. Se, come la sua Mary, se potesse fare un gesto di ribellione farebbe esplodere i cellulari. Dobbiamo ripartire dal contatto umano, dal guardarci negli occhi”. Sembra di sentire Papa Francesco parlare: «Madonna, quanto mi piace questo Papa! Meno male che esiste! È l’unica persona che dice quello che ti ha detto. Come piccola città in questo momento più buio che non può diventare più buio, vedo una luce nel Papa. Nella mia generazione non ho mai sentito voci dissonanti su questo”.

Sono diverse le generazioni che la separano dal compagno, ma per lei non lo vede come un problema: «Ci sono abituata, lavoro da quando ero piccola e quindi riesco a fare questo passaggio un po’ drastico da avere stabilità con gli adulti ad averla con i miei coetanei. Mi sono sempre mosso in queste due band. Sono cresciuto con gli amici dei miei genitori e il mondo degli adulti mi ha sempre affascinato. Io ho 25 anni ma ho anche un lavoro stabile e lui è ancora, per così dire,… un ragazzo. Riusciamo a organizzare le nostre età in modo simpatico e divertente per entrambi».

10 maggio 2024 (modificato il 10 maggio 2024 | 09:52)

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