«Mio fratello si è ammalato di cancro all’Ilva» – .

«Mio fratello si è ammalato di cancro all’Ilva» – .
«Mio fratello si è ammalato di cancro all’Ilva» – .

«Edificio Laf»debutto alla regia di Michele Riondinova oltre i confini nazionali per suscitare interesse a livello internazionale. Il film è stato presentato dal Mediterrane Film Festival in Malta e ilFestival del Cinema Italiano a Boston e Detroit. E continua anche a collezionare premi. Dopo io three David di Donatelloil film ha conquistato cinque nastri d’argento: un premio ai produttori, per la migliore sceneggiatura di Riondino con Maurizio Braucciper il miglior attore protagonista (ancora Riondino), il miglior attore non protagonista Elio Germano e la migliore canzone originale per “La mia terra” di Diodato. Il film è ambientatoformer Ilva of Tarantola città del regista e racconta una storia vera di mobbing.
Riondino, l’incasso del tuo film sfiora il milione di euro. Un bilancio inaspettato.
«Ho sognato questo risultato di notte, è successo solo nei sogni. Sono il primo a esserne stupito e sorpreso. Sono molto contento di come questa storia possa aver incuriosito diverse categorie di pubblico, con le sale piene, ma anche il settore dell’industria. Produttori e distributori erano preoccupati per l’argomento, poiché non erano più abituati a vedere questo tipo di storie al cinema».
Si torna a parlare di morti non correlate nel caso dell’indiano Satnam Singh, bracciante dell’Agro Pontino, morto dopo essere stato abbandonato davanti casa in preda all’agonia dal suo “padrone”, Renzo Lovato, che ha attribuito la responsabilità dell’incidente a “una leggerezza” del lavoratore che “è costata cara a tutti”.
«Questa affermazione mi fa davvero arrabbiare. Nel mio film, all’inizio, il protagonista, Caterino, incolpa un operaio morto, affermando che è successo perché non poteva lavorare. È una linea forte, ma significativa. A Taranto è così che ragioniamo. E c’è troppa ipocrisia. I rappresentanti della Gioventù Nazionale dichiarano: “Mai più morti”. Una volta spente le telecamere, sono liberi di dire quello che pensano. Anche nelle grandi aziende, in pubblico, si denuncia l’incuria, la mancanza di sicurezza. In pratica non cambia nulla. I sindacati ripetono da anni: “Mai più morti sul lavoro”. Eppure, ogni giorno qualcuno perde la vita. Vuol dire che non stanno facendo quello che dovrebbero fare”.
E cosa si dovrebbe fare?
«Leggi per punire le aziende che non rispettano i parametri minimi di sicurezza. Ho collaborato con ilInail, promuovendo eventi, concerti, interventi nelle scuole. Governo e sindacati dovrebbero agire prima. Meglio evitare che muoia un operaio che dover poi aiutare la vedova”.
A proposito di Gioventù Nazionale, un’inchiesta di Fanpage ha portato alla luce insulti antisemiti, razzisti, saluti romani e glorificazioni del nazismo da parte dei militanti. Qual è la tua opinione di lui?
«Sai già cosa penso, ma preferisco concentrarmi sul mio film».
Ha preso a cuore la situazione dell’Ilva perché suo padre, suo fratello e i suoi zii lavoravano lì. Conosci qualcuno che si è ammalato?
“Mio fratello. Ora è sotto costante monitoraggio e sta bene, ma lavorava nello stesso stabilimento di Caterina, la cokeria. La nascita della malattia è imputabile, nel suo caso come in quello di tanti altri lavoratori, al lavoro a stretto contatto con il carbone bruciato; lì respiravano, mangiavano e bevevano. Secondo i medici, il cancro al colon è una conseguenza diretta. Conosco diverse persone che non ce l’hanno fatta, è un bollettino di guerra. Le nostre telefonate, a Taranto, non iniziano con un “Ciao, come stai?”, ma con un “Come stai…? Ha avuto il ciclo? Come stai reagendo?”.
Di recente, a Taranto, c’è stato un incontro tra Carlo Rienzi, presidente del Codacons, e Fedez, che dopo tante battaglie in tribunale ha deciso di collaborare per la salute dei cittadini. Il rapper ha annunciato una donazione per l’ematologia oncologica pediatrica. Beneficenza vera o pubblicità?
«La domanda ce la siamo posti anche noi. Non vogliamo distogliere l’attenzione da Taranto, è bene che se ne parli. Ma non so cosa sia successo Fedez fare e come lo farà. È strano che sia arrivato senza preavviso, senza rivolgersi a chi da decenni si occupa del problema, come noi che organizziamo laUn Maggio Taranto. In passato abbiamo chiamato Fedez più volte per esibirsi sul palco e non abbiamo mai ricevuto considerazione. Sono felice che ora tu stia facendo una donazione dove ci sono medici e infermieri che andrebbero santificati perché combattono una guerra in prima linea. Invito tutti a fare un giro nei reparti di oncologia, un luogo di morte dove si respira un’umanità che fa bene al cuore. Quanto all’alleanza con la Codaconsavremmo potuto organizzare un incontro di lotta libera in piazza a Taranto e avremmo potuto raccogliere molto di più.”
Ai David ha dichiarato che il successo di «Palazzina Laf» è merito anche della moglie Eva Nestori, truccatrice.
«Non lavoriamo quasi mai insieme. Tanto che non ci siamo incontrati sul set, ma grazie ad un’amica comune e lei ci ha sposati. Ma il mio primo consulto è con lei, mi aiuta a capire il volto, i tratti somatici dei personaggi”.
E ora sogna un Oscar?
“Ma no (sorride, ndr). Sogno di trovare un’altra storia importante da raccontare, una seconda “Palazzina Laf”. Questo è il mio sogno più grande”.

 
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