Il virologo cinese che all’inizio della pandemia di coronavirus sfida ancora la Cina di Xi Jinpingnel gennaio 2020, ha pubblicato la prima sequenza del Sars-Cov-2 senza l’autorizzazione di Pechino. Zhang Yongzhen torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nei confronti del colosso asiatico. Lo scorso fine settimana, ricostruisce il Telegraph, gli è stato impedito di entrare nel suo laboratorio a Shanghai.
Nel frattempo hanno cominciato a rimbalzare sui social foto di un uomo che dorme sotto la pioggia davanti alla porta del centro. Domenica si è seduto fuori dallo Shanghai Public Health Clinical Center, che sostiene che il laboratorio di Zhang è stato chiuso per “motivi di sicurezza”, con la possibilità di spazi alternativi durante i lavori di ristrutturazione.
Eppure secondo una dichiarazione diffusa online da Zhang e poi scomparsa, ma vista dall’Associated Press citata dalla stampa internazionale, allo scienziato sarebbe stato offerto un altro spazio, ma solo dopo lo ‘sfratto’ e senza gli standard necessari per la sua ricerca. E nel post scomparso di Weibo, Zhang assicura che non si arrenderà dopo le misure adottate per lui e il suo team.
E’ “È scoraggiante vedere queste continue molestie e punizioni nei confronti di Zhang”, ha commentato al Telegraph Stuart Neil, virologo del King’s College di Londra coinvolto nei lavori di ricerca per risalire alle origini del Covid e convinto che “senza il coraggio di Zhang” ci sarebbe voluto molto più tempo per “la diffusione del primo vaccino” contro Covid.
Gli scienziati che lavorano con collaboratori in Cina hanno riferito al giornale come le collaborazioni internazionali siano diventate sempre più difficili dopo la pandemia. Scrive il Guardian che oggi Zhang, raggiunto telefonicamente, ha sottolineato che per lui – già allontanato dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive – sarebbe “inappropriato” parlare.
