Detrazione delle spese per il recupero del patrimonio edilizio condominiale, come funziona la distribuzione — idealista/news – .

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Detrazione delle spese per il recupero del patrimonio edilizio condominiale, come funziona la distribuzione — idealista/news – .

detrazione delle spese per il recupero del patrimonio edilizio condominiale È possibile dividerlo in più quote? Se sì, quanti? Ad affrontare l’argomento è l’Agenzia delle Entrate, che ha risposto al quesito di un contribuente. Si ricorda che, come sottolineato dall’Agenzia delle Entrate, per l’ ristrutturazione delle parti comuni degli edifici condominiali hanno diritto alle seguenti detrazioni: 50% delle spese sostenute (ritorni effettuati dall’amministratore) dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, con limite massimo di spesa pari a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare; 36%con il limite massimo di spesa pari a 48.000 euro per unità immobiliare, le somme che verranno corrisposte a partire dal 1° gennaio 2025.

A Tasse oggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate, è stata interpellata: “Nel mio condominio abbiamo appena deciso di effettuare dei lavori di manutenzione ordinaria. Ma è vero che chi ha più di 70 anni non potrà più richiedere la detrazione del 50% tra 5 anni?”.

Nel fornire la propria risposta, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che a partire dal periodo d’imposta 2012 il detrazione delle spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio devono essere obbligatoriamente distribuiti, indipendentemente dall’età del contribuente, in dieci rate annuali di pari importo nell’anno in cui le spese sono state sostenute e negli anni successivi (art. 16-bis, comma 7, del TUIR). Nello specifico, l’articolo 16-bis, comma 7, del TUIR, recita: “La detrazione è ripartita in dieci rate annuali costanti di pari importo nell’anno in cui le spese sono sostenute e negli anni successivi”.

L’Agenzia delle Entrate ha quindi ricordato che non è più in vigore la norma che in passato prevedeva la ripartizione della detrazione in cinque anni per le persone di 75 anni o più.

Chi può beneficiare della detrazione delle spese per il recupero del patrimonio edilizio

Lo sottolinea l’Agenzia delle Entrate per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici residenziali le detrazioni spettano a ogni singolo condominiale in base alla quota millesimale di proprietà ovvero i diversi criteri applicabili ex artt. 1123 e ss. del codice civile.

Il vantaggio compete con riferimento all’anno in cui è stato effettuato il trasferimento dall’amministrazione condominiale. In questo caso la detrazione spetta al singolo comproprietario nei limiti della quota a lui attribuibile, purché quest’ultima sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini previsti per la presentazione della dichiarazione dei redditi. L’amministratore rilascia una certificazione da cui risulta, tra l’altro, l’importo delle spese sostenute nell’anno di riferimento e la quota millesimale di pertinenza del proprietario del condominio.

L’Agenzia delle Entrate ha poi precisato che, nel caso in cui la certificazione dell’amministratore condominiale indichi i dati relativi ad un solo proprietario, mentre le spese per quello specifico alloggio sono state sostenute anche da altri, questi ultimi, se possiedono i requisiti per avere della detrazione, possono beneficiarne a condizione che certifichino sul documento rilasciato dall’amministratore (dimostrante il versamento della quota relativa alla spesa) il proprio effettivo sostentamento e la percentuale di distribuzione.

Ciò vale anche quando la spesa è sostenuta dal familiare convivente, dal membro dell’unione civile o dal convivente more uxorio del proprietario dell’immobile, che può detrarre le spese sostenute per i lavori condominiali. Sul documento rilasciato dall’amministratore dovranno essere indicate le generalità e la certificazione delle spese effettivamente sostenute.

 
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