Omen – L’origine del presagio, la recensione del film prequel – .

Il primo presagio. È chiaro dal titolo originale Il primo presagio l’intento del prequel del film diretto da Arkasha Stevenson che riprende uno dei cult del genere orrore, quel film del 1976 che con determinazione e merito si è ritagliato uno spazio nel panorama del genere, imponendosi come uno dei titoli imprescindibili che, ci auguriamo, il nuovo film nelle sale dal 4 aprile di 20th Century Studios possa favorire riprendersi. Una felice intuizione quella di porre di fronte al cinema degli anni ’70 la questione della provenienza dell’inquietante protagonista Damien, che rende Presagio – L’origine del presagio un’efficace introduzione a quel cult per chi non lo conosce e un arricchimento per chi ha già apprezzato l’intera saga, composta originariamente da quattro titoli e già oggetto di un remake datato 2006. Ma anche, ed è importante per sottolineare questo, un film capace di funzionare in modo indipendente e di stare in piedi con le proprie gambe. E in questa recensione vi spiegheremo come e perché l’operazione ci è sembrata riuscita.

Roma, la Chiesa e l’incarnazione del male nella trama

Omen – L’origine del presagio: Nell Tiger Free in una sequenza

La storia di Presagio – L’origine del Presagio avviene a Roma, nella cosiddetta Città Eterna con tutto ciò che comporta dal punto di vista iconografico e religioso, e inizia quando una giovane donna americana viene trasferita in città per iniziare il suo cammino al servizio della Chiesa. Un percorso di fede mai in dubbio fino a quel momento, che comincia a vacillare quando l’aspirante suora si ritrova a incontrare un’oscurità che fa emergere domande e dubbi inquietanti, che la porta ad approfondire e indagare su una cospirazione che complotta per far concepire e nascere. l’anticristo, l’incarnazione del male puro. Insomma, il Damien che abbiamo conosciuto nei film della saga.

L’importanza del contesto italiano

Lui è il protagonista Romail luogo perfetto per continuare la storia del prequel Il presagio, perché è da lì che è iniziato anche il percorso del capostipite ed è naturale che si parta da lì per un racconto che debba introdurre e sviluppare quei presupposti narrativi. Ma anche perché la sua centralità religiosa è l’ sfondo ideale per una storia che si muove nel contesto della Chiesa e sfrutta alcuni suoi derivati ​​per accompagnare l’inquietudine che intende mettere in scena. Un’impostazione sfruttata anche dal punto di vista temporale, collegandosi alle contestazioni studentesche di quegli anni e allo scollamento tra vecchio e nuovo, tra le generazioni passate timorose di Dio e dei dettami della Chiesa e i giovani in contestazione che manifestano una visione più moderna e svincolato dalla religiosità più presente e predominante.

Altrettanto importante è che a supporto di questa scelta di background sia stato utilizzato un cast internazionale, con spazio anche per due bravi interpreti locali come Andrea Arcangeli (Il Codino Divino, Romolo) E Nicola Sorace (Le buone madri): se il primo si ritaglia un ruolo piccolo ma efficace, anche la presenza della giovane attrice è rilevante dal punto di vista narrativo. La loro è una presenza che completa l’attenzione della produzione al contesto romano e un cast che comprende Nell Tiger Free nel ruolo della protagonista Margaret, Tawfeek Barhom, Sonia Braga, Ralph Ineson e Bill Nighy. Un casting pensato e costruito con i volti giusti per trasmettere e trasmettere le suggestioni che il film crea, quel senso di oppressione che le performance degli interpreti riescono a evocare.

Più angoscia che spavento

Lo è infatti lavorare sull’atmosferasul senso di angoscia che permea la visione, che ci ha colpito Presagio – L’origine del presagio, un film horror che, nonostante un paio di sequenze meno riuscite, riesce a evocare e suggerire più che a mostrare. Siamo più nell’ambito dell’horror psicologico o comunque di un film che intende costruire qualcosa di sottile che possa rimanere nell’animo dello spettatore anche oltre la fine della visione, senza necessariamente ricorrere all’espediente dell’horror psicologico. Salta paura che è diventata la cifra stilistica dominante del genere negli ultimi anni.

Presagio – L’origine del presagio: una foto dal film

Una scelta della regista Arkasha Stevenson che rispetta la storia e l’eredità di Il presagio, che apprezziamo e ci ha fatto considerare l’operazione complessivamente riuscita, con una menzione particolare per un paio di sequenze, che ovviamente non spoileriamo, che colpiscono profondamente e sono difficili da scrollarsi di dosso. Solo questo, a pensarci e ripensarci giorni dopo averlo visto, è un gran bel successo.

Conclusioni

Omen – L’origine del presagio è un film che rispetta l’originale a cui si ispira, un’operazione riuscita per le atmosfere di sottile angoscia che riesce a comunicare e per il modo in cui riesce a immergerci in una romana giustificata e valorizzata. contesto. Buono il cast, dalla protagonista Nell Tiger Free ai due locali Andrea Arcangeli e Nicole Sorace, ma soprattutto un paio di sequenze difficili da scrollarsi di dosso anche a fine visione. Cosa dovrebbe essere in grado di fare un buon horror psicologico.

Perché ci piace

  • L’atmosfera che il film riesce a costruire e il modo in cui riesce a introdurre temi e trama dell’originale.
  • Il contesto romano, giustificato e valorizzato.
  • Il cast, a partire dal protagonista, dai comprimari ai componenti italiani: volti scelti con cura per enfatizzare l’atmosfera della storia.
  • Un paio di sequenze molto ben costruite che è difficile togliersi dalla testa…

Cosa c’è che non va

  • …ma anche alcuni altri che non funzionano altrettanto bene, in cui manca quel sottile equilibrio tra vedere e non vedere.
 
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