Let it spin 2 – Offline, la recensione del film di Giampaolo Morelli – .

Giampaolo Morelli ci riprova, seguendo il classico archetipo del sequel. Visto il tono, la regia generale si concentra poi sull’azione (alla napoletana), scatenando una comicità che si fonde con l’approccio vivace. Se stesso Lascialo girare ci ha fatto decisamente ridere, Spin It 2 ​​– Offline non altera troppo la struttura generale, ma si aggancia ad un pretesto che funziona nella sua catena di eventi. Puro intrattenimento, diremmo, e commedia all’italiana che cerca di differenziarsi, cercando sollievo dai paradigmi consueti.

Giampaolo Morelli, Fabio Balsamo, Ciro Priello e Giovanni Esposito in Falla Girare 2

Come accennato, Spin It 2 ​​– Offlinepresentato in anteprima al Comicon, gioca quindi sullo schema di secondo capitolo, cercando di essere più grande e più divertente, ma mantenendo al centro uno spirito riconoscibile, sia nella regia di Morelli che nella sceneggiatura scritta insieme a Gianluca Ansanelli. Come in Make it spin, anche qui si nota il gusto del regista, colmando quell’esigenza che diventa virtù anche nei momenti meno rilevanti, o forse eccessivamente derivati ​​da quell’immaginario tipico del cinema anglosassone. È lì, lo comprendiamo, lo accettiamo nell’universo giggionesco e distratto da un seguito (in)atteso, che provoca silenziosamente, aprendo un dubbio ormai strisciante: potremmo tornare a vivere senza internet?

Cosa succede se il mondo va offline?

Desiree Popper in Spin It 2

Una domanda posta da Natan (interpretato dallo stesso Morelli), che da influencer è finito a lavorare come promotore di un magazzino di hobby e carte da parati. Internet è inattivo da un anno. Niente wi-fi, niente storie su Instagram, niente Whatsapp, niente TikTok. Nella rassegnazione generale, sembra che la flessione sia dovuta ad un non meglio definito attentato terroristico. Ma qualcosa non va. Anzi, il mistero si approfondisce: nei bagni del Comune sembra esserci un segnale debole. Natan, insieme ad Arturo (Giovanni Esposito), Oreste (Fabio Balsamo) e Guglielmo (Ciro Priello), scendono in un’altra Napoli sotterranea, scoprendo che internet è sotto attacco da parte di un gruppo di hacker (Desirée Popper, Valeria Angione, Livio Kone). , ingaggiato dall’oscuro Muller (Christopher Lambert). La loro associazione fuorilegge, infatti, cerca in tutti i modi di bloccare la riattivazione della rete in giro per il mondo.

La commedia secondo Morelli

Cinema pop, scintillante, colorato (attenzione alla fotografia di Davide Manca), per quel titolo che, all’improvviso, cambia prospettiva e senso: Morelli, con la puntualità della risata, affronta il frastuono dell’apparenza immaginando un mondo squilibrato, in cui l’assenza di internet rende tutti più vulnerabili, e in qualche modo esposti a quelle relazioni (reali) che la grande bolla dei social media ha finito per incorporare. Il percorso di gruppo musicaledivagante grazie alla logica degli opposti, che funziona sempre bene, sarà quella di una riscoperta che passa necessariamente in mezzo al fumetto, comunque più raffinato per l’universo di un film che non vuole mai prendersi sul serio.

Fallo girare 2 film di Morelli

Tutto il gruppo!

Dopotutto, l’umorismo è il valore aggiunto: viene dritto (e l’umorismo napoletano è molto diretto), punta alla sostanza, allo spettatore. E sarà ancora più unione bande per rendere Make it run 2 – Offline più corale, e quindi probabilmente più coinvolgente nei suoi molteplici movimenti. Se è difficile realizzare buone commedie, Morelli continua a migliorare nella sua carriera di regista, trattando il cinema d’intrattenimento con la stessa cura che si potrebbe riservare, diciamo, al cinema più serio. Un rispetto per il mezzo che, inevitabilmente, si riflette nel risultato finale, facendoci ridere e sorridere quanto basta. E in tempi di disconnessione emotiva, non è cosa da poco.

Conclusioni

Giampaolo Morelli come terzo regista si conferma un buon regista, con gusto e sprint, alternando ritmo e umorismo. Un seguito che mantiene più o meno le giuste aspettative, ricollegandosi a quei secondi capitoli tipici del cinema anglosassone. Un film più corale, più d’azione, più gigionesco, che cattura il meglio dell’intrattenimento.

Perché ci piace

  • Regia di Morelli.
  • Parte fusa.
  • I colori scelti.
  • L’umorismo è ben allineato.

Cosa c’è che non va

  • A volte la sceneggiatura perde la sua efficacia.
 
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