Paramount: Skydance fa l’offerta finale, Bob Bakish lascia ufficialmente il timone del colosso

Paramount: Skydance fa l’offerta finale, Bob Bakish lascia ufficialmente il timone del colosso
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Il consorzio formato da Skydance Media, KKR e RedBird Capital ha aumentato la propria offerta per Paramount Global, a pochi giorni dalla fine del mese di trattative esclusive che le due società si erano riservate e che a questo punto probabilmente non verranno prolungate oltre il 3 maggio.

L’offerta Skydance

L’offerta, definita “la migliore e l’ultima”, peggiora per certi versi e migliora per altri. Peggiorativo per Shari Redstone, proprietaria di National Amusements, la società che possiede il maggior numero di azioni di Classe A (quelle con diritto di voto, e quindi di controllo) di Paramount Global. Inizialmente, infatti, Skydance aveva proposto quasi 2 miliardi di dollari per acquisire National Amusements, con un premio significativo rispetto alla valutazione di 700 milioni di dollari. Ma l’offerta finale prevede una cifra inferiore ai 2 miliardi per la società di Redstone (rimane comunque molto superiore al valore di mercato). Si tratta invece di un miglioramento nel senso che propone, a sorpresa, di pagare quasi 3 miliardi di dollari (con un premio del 30%) agli azionisti di classe B (che non hanno diritto di voto), cioè la maggioranza. Questi azionisti hanno più volte minacciato di opporsi legalmente all’acquisizione: cause che tenderanno a perdere, ma che rallenteranno il processo. L’offerta finale mira quindi a ingraziarsi questi azionisti, che secondo fonti citate da Deadline ora sarebbero addirittura più compiacenti. David Ellison, capo di Skydance (e figlio del fondatore di Oracle, il miliardario Larry Ellison), è ben considerato dal management della Paramount e un buon amico della famiglia Redstone. Inoltre, a differenza del piano di Apollo Global Management/Sony (l’altro consorzio “contendente”), quello di Skydance non prevede lo smembramento della major ma la sua valorizzazione, come dimostra l’intenzione di coinvolgere l’ex amministratore delegato di NBCUniversal Jeff Shell alla guida del nuovo colosso insieme ad Ellison.

Bob Bakish si è ufficialmente dimesso

Le indiscrezioni del fine settimana sono state poi confermate: oggi Bob Bakish ha presentato le sue immediate dimissioni dalla guida di Paramount Global. Al suo posto è stato installato un nuovo comitato speciale, un triumvirato di dirigenti composto da Brian Robbins (CEO di Paramount Pictures e Nickelodeon e CCO di Paramount+), George Cheeks (CEO di CBS e CCO di Paramount+) e Chris McCarthy (CEO di Showtime /MTV e Paramount Media Networks). Ellison ha presentato loro l’offerta, che verrà valutata definitivamente nei prossimi giorni.

Bakish lavora per Viacom/CBS/Paramount dal 1997, è sempre stato molto vicino alla famiglia Redstone ed è stata Shari a volerlo alla guida nel 2016, prima alla guida dell’allora autonoma Viacom, poi del gruppo congiunto ViacomCBS nel 2019, e infine dell’attuale versione della società denominata Paramount Global. Ma i rapporti tra loro si sarebbero deteriorati con l’arrivo di David Ellison, anche se era chiaro da tempo che qualunque cosa ci fosse in serbo per il futuro della Paramount, Bakish avrebbe dovuto lasciare il timone.

L’addio di Bakish, però, è pensato per dare una spinta definitiva all’azienda in una direzione o nell’altra, in modo da spostarla dall’attuale paralisi che la sta letteralmente consumando.

Dati trimestrali

In tutto questo, i dati fiscali del primo trimestre 2024 non sono poi così negativi, anche e soprattutto grazie alla grande spinta del Super Bowl sui canali televisivi e streaming. Paramount+ ha acquisito altri 3,7 milioni di abbonati (salendo a 71 milioni a livello globale), riducendo le perdite del 40% (da 511 milioni di dollari a 286 milioni di dollari) e aumentando i ricavi del 24%, a 1,8 miliardi di dollari.

In generale, i ricavi del gruppo sono cresciuti del 6%, soprattutto grazie agli introiti pubblicitari del Super Bowl che hanno registrato ascolti record.

L’attività più importante di Paramount Global è la televisione, con un fatturato di 5,2 miliardi di dollari nel trimestre. Si tratta però di un settore in rapido declino (sia la TV lineare che quella via cavo sono minacciate dallo streaming), cosa che preoccupa non poco gli azionisti.

Buoni anche i ricavi da attività cinematografiche e relative licenze, pari a 605 milioni di dollari.

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