“Come mi ha detto De Masi, il Brasile sarà il centro di tutto” – .

“Come mi ha detto De Masi, il Brasile sarà il centro di tutto” – .
“Come mi ha detto De Masi, il Brasile sarà il centro di tutto” – .

La vena del mondo” è il mio ultimo documentario (in tre episodi), che racconta di un viaggio, di una terra e di tutto ciò che è possibile scoprire anche grazie ai tempi dell’Amazzonia, tempi così diversi da quelli a cui ormai siamo abituati. Tempi che a volte sembrano morti, ma che in realtà appaiono quanto mai vitali. Dopotutto, altrettanto vitale è la protezione della grande foresta. La prima puntata de “La Vena del Mondo” è disponibile su TvLoft dal 20 maggio. Era Domenico De Masi per spingermi ad andarmene. Gli sarò sempre grato. Oggi Mimmo non c’è più, ma restano i suoi consigli e i suoi insegnamenti e spero di averli messi a frutto almeno in parte in questo mio lavoro.

“Come puoi capire il mondo se non conosci il Brasile? Il Brasile sarà il centro di tutto. Il prossimo viaggio fallo Brasile. Guarda, leggi, esplora. Magari all’inizio staremo insieme”, mi disse il professore nel gennaio 2023. De Masi, o meglio Mimmo, come lo chiamavamo, aveva previsto la crescita politica ed economica del Brasile nonché il ruolo che il paese più grande delAmerica Latina avrebbe giocato sulla scena internazionale. Ho seguito il suo consiglio e abbiamo iniziato questo viaggio insieme.

Dopo tre giorni trascorsi a Rio de JaneiroHo preso un aereo per Quito, la capitale delEcuador. Volevo conoscere il Brasile, ma non potendo visitarlo tutto, ne ho scelto una parte, quella che avrebbe determinato le sorti del pianeta. Ho scelto l’Amazzonia e ho scelto di visitarla viaggiando lungo i suoi fiumi, in particolare lungo il Rio delle Amazzoni, la “vena del mondo”. Da Quito, dalle pendici delle Ande, è iniziato il mio viaggio verso l’Amazzonia. El Coca poi Nuevo Rocafuerte, ultimo villaggio dell’Ecuador lungo il Rio Napo, uno degli affluenti del Grande Fiume. Poi il Perù, Iquitos, la città più grande del mondo, irraggiungibile via terra (puoi arrivarci in aereo o in barca). A Iquitos, una città che è cresciuta notevolmente grazie al boma in gomma – la febbre dell’oro bianco nata grazie a Charles Goodyear, l’inventore della lavorazione della gomma naturale – ho visitato i quartieri più poveri, quelli abitati dai discendenti degli indigeni sfruttati dalle imprese europee e nordamericane entusiaste di quel business neocoloniale.

La mia discesa del Rio delle Amazzoni è iniziata a Iquitos. Ho visitato San Pablo Loreto, un villaggio dove negli anni ’50 si recò un giovane medico argentino Ernesto Guevara. Il lebbrosario esiste ancora e accoglie gli ultimi quattro pazienti affetti dal morbo di Hansen. San Pablo, del resto, è uno dei villaggi amazzonici dove vivono le cosiddette israelitas, seguaci di una setta evangelica che promette ai fedeli la creazione di un nuovo Israele nel cuore dell’Amazzonia peruviana. Poi, dopo un breve assaggio di Colombia, sono entrato in Brasile. Ho visitato Manaus e le comunità fluviali lungo il Rio Uatumã dove le lotte ambientali sono reali, politiche e sociali. D’altro canto, come disse Chico Mendes, raccoglitore di gomma e ambientalista brasiliano, assassinato nel 1988 per le sue battaglie contro la deforestazione: “L’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”.

Poi ho visitato Santarém e da lì, risalendo il Tapajós, ho raggiunto Fordlândia, città industriale nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, fondata nel 1928 da Henry Ford, fondatore di una delle case automobilistiche più famose al mondo. Ford tentò, senza successo, di piantare migliaia di alberi della gomma in quell’angolo dell’Amazzonia per cercare di rompere il monopolio che il Regno Unito aveva sulla produzione della gomma. La storia di Fordlândia e del suo fondatore, un imprenditore innovativo e illuminato (alla fine degli anni ’30 Ford progettò un prototipo di automobile costruita interamente con materiali ricavati dalla canapa) merita di essere raccontata. A Santarém ho preso l’ultima barca del viaggio: direzione Belém, capitale dello Stato del Pará. Poi ilatlantico. Il tutto dopo quasi 7000 km lungo i fiumi dell’Amazzonia.

La vena del mondo. Lungo il Rio delle Amazzoni è un documentario, prodotto da Loft Produzioni, di Alessandro Di Battista, con la collaborazione di Emiliano Martino e Matteo Billi. Il formato è per la piattaforma TvLoft.

 
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