Flow, la recensione del film d’animazione di Gints Zilbalodis – .

Un film meraviglioso, coinvolgente ed emozionante: Fluire ci ha letteralmente travolti come una marea, dopo dieci giorni di questa 77esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Cannes. Il lungometraggio d’animazione di Gints Zilbalodis è poesia per gli occhi e, senza nulla togliere al prestigio della sezione Uncertain Regard in cui è stato presentato, siamo davvero sorpresi che un’opera simile non sia stata proposta nel concorso principale. Zibalodis, che è anche co-sceneggiatore e coautore delle musiche, ci trasporta per 85 minuti in un viaggio epico, durante il quale rimaniamo incollati allo schermo, spinti da un’autentica apprensione verso i personaggi in difficoltà.

Il dolce gattino protagonista

Nello scrivere questa recensione ammettiamo quanto sia difficile tenere a bada l’entusiasmo per un lavoro che ci trova quasi alla fine della manifestazione e che ci ha dato ricordi di cinema puro, oltre a trasmetterci la grande passione che trasuda dietro ogni fotogramma di un lungometraggio così complesso. Cogliamo l’occasione anche per lanciare, forse nel vuoto, un appello affinché possa arrivare presto nelle sale italiane, visto che, al momento, non si hanno ancora notizie per una possibile acquisizione, sperando che da Cannes Fluire inizia la sua meritata corsa verso i mercati internazionali e, perché no, verso gli Oscar.

Un viaggio epico

In un mondo dove la presenza umana sembra ormai essere un ricordo, a gatto nero che vive nella vecchia casa di un artista si avventura nel bosco in cerca di cibo, cercando di evitare i pericoli che ogni giorno gli si presentano. Un giorno, però, accade l’imprevisto: un’inondazione di proporzioni bibliche copre la terraferma. Il gatto deve allora cercare di sopravvivere ad una situazione per lui impensabile e incomprensibile, ma quando tutto sembra perduto, appare una barca all’orizzonte e lui riesce a salirci poco prima di annegare.

Flusso 3

Un fotogramma evocativo del film

Questo sarà l’inizio di un viaggio per la sopravvivenza dove incontrerà diversi compagni, così diversi da lui che all’inizio sarà complicato costruire un legame ma che si rivelerà un’importante risorsa capace di mantenere vivo il corpo ma anche l’anima. Vediamo così sullo schermo un gatto, un cane, un capibara, un serpente e un lemure che, nonostante le loro differenze fanno la scelta più rivoluzionaria di tutti: quello di aiutarsi, di prendersi cura l’uno dell’altro in un viaggio fatto anche di discussioni oltre che di comprensione reciproca e, soprattutto, di quella cosa che chiamiamo umanità ma che, in definitiva, forse non è una nostra prerogativa

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Un uso intelligente del design dei personaggi

Flusso 1

I protagonisti del lungometraggio d’animazione

La regia di Zibalodis appare fin da subito dinamica e attenta. Il regista, al suo secondo lungometraggio, sceglie una fiaba post apocalittica per lanciare un messaggio di pace e inclusione in un periodo in cui questi messaggi non sembrano più così evidenti. Fluire non è in alcun modo un film politico ma riesce comunque a parlare alle coscienze anche ponendo al centro di tutto un piccolo e intraprendente gatto nero. Probabilmente essendo frutto di un budget limitato, quest’opera adotta alcune scelte particolarmente intelligenti e ponderate: non potendo costruire modelli poligonali estremamente dettagliati, opta per un design dei personaggi particolare e caratteristico, solo apparentemente piatto.

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Il cane e il serpente in una scena del film

Un applauso quindi per il fondali, spettacolari e altamente dettagliati, nonché per l’uso della luce e delle trasparenze che fanno dell’acqua l’elemento centrale del film, simbolo di vita e strumento di morte. Il flusso risulta essere così un film estremamente significativouna cartina di tornasole della salute globale dell’animazione, mezzo sempre più apprezzato e necessario per raccontare storie di ogni tipo con straordinaria libertà e creatività.

Conclusioni

Riassumere Flow in poche parole è un compito arduo: il film di Gints Zilbalodis conquista ed emoziona grazie ad una storia coinvolgente e profonda, una storia di reciproca accettazione e comprensione. L’ottimo lavoro del regista porta ad un uso intelligente del design dei personaggi utile a sopperire ad un budget non altissimo che unito a sfondi dettagliati e un uso esemplare della luce fanno di questo film un gioiello dell’animazione.

Perché ci piace

  • La storia è coinvolgente ed emozionante.
  • Il design dei personaggi, particolare e intelligente.
  • Ottimo l’uso dei fondali e della luce.

Cosa c’è che non va

  • Non troviamo un difetto significativo, solo che potrebbe deludere chi non ama le storie senza dialoghi.
 
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