intervista per la recensione del cast della trama – .

Cosa sta facendo? un Erode delirante nel deserto (sardo), e pochi giorni dopo la Pentecoste? È il personaggio interpretato da Maurizio Lombardi, la “rock star” che irrompe Vangelo secondo Maria, il nuovo film di Paolo Zucca (L’arbitro, l’uomo che comprò la luna). Con Benedetta Porcaroli e Alessandro GassmannNella versione Maria e Giuseppe c’è l’ispettore Pietro Ravini della serie cult Ripley su Netflix. Ma c’è anche il padre di Gianna Nannini Sei nell’anima. È un peccato che il suo monologo di Erode sia stato tagliato nella fase di montaggio finale. Il film è tratto dal romanzo di Barbara Alberti del 1979 (sceneggiatore del film), anche se il finale è diverso.

Maurizio Lombardi e Benedetta Porcaroli in Vangelo secondo Maria

Vangelo secondo Maria: trama e cast del film nelle sale

Maria (Benedetta Porcaroli) è una bambina di Nazaret. In quanto donna, tutto in lei è proibito dai suoi genitori Gioacchino (Leonardo Capuano) e Anna (Lidia Vitale). Anche imparare a leggere e scrivere. Ma sogna la libertà e la saggezza. Alla sinagoga si entusiasma per le storie della Bibbia, come Don Chisciotte con i romanzi d’avventura. Dall’audacia dei profeti ha imparato la disobbedienza, sogna di fuggire a dorso d’asino e di scoprire il mondo, andando lontano. Trova in Giuseppe (Alessandro Gassmann) un maestro e un complice. Il loro matrimonio è casto, un paravento, mentre lui segretamente la istruisce, preparandola alla fuga. Ma ecco un ostacolo inaspettato: Maria e Giuseppe si innamorano. Stanno per abbandonarsi alla passione, quando interviene l’angelo dell’annunciazione (Giulio Pranno). Il piano di Dio e il piano di Maria non coincidono affatto.

La recensione de Il Vangelo secondo Maria: dal romanzo di Barbara Alberti alla coppia Benedetta Porcaroli/Alessandro Gassmann

Ancor più che “apocrifo”, ​​il vangelo immaginato e costruito di Barbara Alberti prima da sola e poi con Paolo Zucca, è una storia completamente diversa da quella raccontata dalla Chiesa. Se non altro per la sua attenzione alla figura della “protagonista femminile”. Una Mary curiosa, motivata ed esigente. Ribellarsi in modo diverso da quello Femminismo anni ’70, epoca del libro originale, in coerenza con le posizioni dell’autore e con il filo conduttore della ricerca della conoscenza di sé. Questi i punti di forza di un film che difficilmente vi lascerà indifferenti. Il regista sfrutta intelligentemente questo «sartezza evangelica» (la definizione è di Gassmann) che gli permette di «trovare in Sardegna ciò che Pasolini trovò a Matera». Un mondo antico che, evitando l’effetto presepe, si concentra sulla fisicità delle comparse locali e sull’uso della lingua sarda come sostituto dell’aramaico. Trovate intelligenti, che compensano qualche mancanza nella regia degli attori e nel ritmo della narrazione. Ma anche citazioni superflue come quella di Giovanni Battista imberbe e profetico, e l’immagine iconica dei due in fuga nel deserto.


Maurizio Lombardi è Erode: l’intervista per il Vangelo secondo Maria

Quello taglio del monologo, non riesce proprio a dimenticarlo… «È stato molto bello. Ha iniziato alleinterno di una specie di chiesa, un palazzo dove Erode parlava del male, del dolore, della perdita della sua amata Marianna. È stata un’introduzione: ha presentato ciò che verrà dopo. C’erano anche i cani che leccavano resti di un banchettoper sottolineare la disgustosa decadenza del potere.

Anche senza monologo, non passa inosservata nel film…

Con Hitler, Mr. Hyde e pochi altri, Erode è uno dei i più grandi assassini della storia, una figura iconica… Come attore, è come se ti dicessero di fare Amleto. Con Paolo abbiamo trovato la figura di questo personaggio, che partecipa al film con quella che è quasi una scena d’amore nei confronti di Maria. Lui scambia il suo per il suo moglie Marianne, a cui egli stesso tagliò la testa. Quando se ne rende conto avviene una sorta di regressione. Per allontanarsi da qualcosa di più potente del male che è bene assoluto, personificato dalla donna, in questo caso da Maria, la Madonna.

Maurizio Lombardi in “Il Vangelo secondo Maria”: «Dopo “Ripley” sono un dannato Erode rock» - immagine 4

Perché lo hai definito una “rock star”? Per l’urlo che a quanto pare ha spaventato Porcaroli?

Quando ti prepari per un personaggio ti mettono tutto, e con il trucco e i capelli ti guardi allo specchio e inizi a farti un’idea. Ciò che vedi ti dice cose. Tra i capelli, gli occhiali che portavo semplicemente per proteggermi dal sole, i braccialetti e il vestito che lasciava scoperto il mio torso nudo, mi sentivo un po’ come una Robert Plant dei Led Zeppelin. Uno sciamano che canta… mi sono sentita una rock star: viene da lì l’ultimo grido, che avrebbe potuto essere quello di un frontman degli anni ’70. Come dicevo, volevo qualcosa che venisse da dentro. Urlando di stupore, paura per qualcosa di potente come Maria, capace di distruggermi. Spero che sia andata bene.

Resta impresso, come l’intera apparizione, per quanto breve…

Anche una piccola apparizione può essere fondamentale per un attore. Ho anche fatto le mie ricerche specifiche, perché ogni volta ci provo trovare un segno, un gesto, che mi permette di essere percepito, o riconosciuto. Non sono più giovane come Benedetta. E non ho iniziato da giovane.

Maurizio Lombardi

Tra i film di Lombardi: Il ragazzo invisibile di Salvatores e Pinocchio di Garrone. Anche in TV Ripley, Il giovane papa E Il nuovo papa, Romanzo poliziesco, 1992 E 1993. In Sei nell’anima è il padre di Gianna Nannini

Eppure la sua carriera è invidiabile: avete fatto il punto visto che quest’anno ha compiuto 50 anni?

È stato come l’inizio di un secondo tempo, una svolta che mi ha messo in difficoltà davanti a quanto fatto finora. Tra l’altro questi 50 anni sono coincisi con una sorta di crisi, il culmine delle mie paure, delle mie paure, dei miei pseudo fallimenti. Qualcosa che capita a tutti, soprattutto a chi fa il mio lavoro. Un momento che però mi ha fatto fare qualcosa viaggiare all’indietroriportandomi alle mie radici e resettandomi.

Se posso chiedere, quali ansie?

Quelli che vengono da te quando ti chiedi se, non importa quanto sia meraviglioso quello che stai facendo, sarai in grado di farlo qualcosa che rimarrà.

E dove vuole andare questo secondo tempo?

Su Marte. Quando Elon Musk apre un auditorium su Marte, Mi piacerebbe portare il mio one man show lì. Intitolato Ho visto delle coseè ispirato da Blade Runner: l’androide Roy Batty finisce per tornare sulla terra e porsi le stesse domande che facciamo noi. Da dove veniamo, chi siamo, dove stiamo andando. Se gli androidi, le macchine, l’intelligenza artificiale diventeranno così umani, mi chiedo allora perché invece non investire su di noi?

ripley

Lombardi dentro Ripley: è l’ispettore Pietro Ravini

Secondo te, su cosa sta investendo invece il cinema?

Questo mercato, che segue algoritmiPenso che stia andando nella direzione sbagliata. Le grandi piattaforme, i grandi produttori ma anche gli sceneggiatori, stanno facendo un enorme buco nell’acqua. Non sanno – o forse non vogliono capire – che il pubblico fatto di medici, architetti, avvocati, fruttivendoli, viveurs, giocatori d’azzardo, delinquenti vuole stupirsi e sorprendersi. La vita è già assurda per lui: diamo alle persone il romanticismo che chiedono. Facciamoli credere in un personaggio. Invece stanno mandando le persone al diavolo con storie di agghiacciante banalità.

E quale sarebbe il ruolo dei tuoi sogni?

Penso a quando Ugo Chiti ha scritto per me il ruolo di Giovannino I ragazzi di Via della Scala. Era un ragazzo con problemi, un ritardo. Oggi vorrei esplorare questo aspetto dell’umanità, per vedere come il corpo può diventare anche una prigione. Per capire com’è la vita dall’interno persona costretta da limiti.

Sei nell'anima (foto Ralph Palka - Netflix)

In Sei nell’anima è il padre di Gianna Nannini. Foto Ralph Palka/Netflix

Senti di avere dei limiti? O paure?

paura di non saper amare, questo mi distrugge. Non avere figli né moglie, c’è questo pensiero. Poi l’amore ha tante facce, certo, e io penso di innamorarmi di tante cose. Ma mi manca ilamore sublime cantato anche da Dante.

C’è ancora la seconda metà, vero?

Oh forse, potrei avere un bambino Sarebbe davvero una bella sorpresa…

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