Dovremmo cambiare i cani con la faccia piatta, per il loro bene – The Post – .

Il carlino Amalia, fotografato durante un’esposizione canina in Germania, il 30 marzo 2014 (EPA/RALF HIRSCHBERGER, ANSA)

Molti veterinari e organizzazioni animaliste propongono di selezionarli diversamente, o di non allevarli affatto, perché hanno gravi problemi respiratori

Qualche settimana fa in Germania ci fu una piccola polemica riguardo ad una proposta di legge che, secondo alcuni articoli sensazionalistici, avrebbe vietato l’allevamento dei bassotti. In realtà il disegno di legge, promosso dai Verdi tedeschi – uno dei partiti di governo – non prevede nulla di così prescrittivo: se venisse approvato si limiterebbe a vietare l’allevamento di cani con caratteristiche fisiche che causano sofferenze agli animali, problemi di salute e bassa aspettativa di vita. della vita. Non verrebbe bandita nessuna razza canina specifica, si cercherebbe solo di evitare la diffusione di alcuni tratti estremi, come zampe eccessivamente corte o musi eccezionalmente appiattiti.

Negli ultimi anni i problemi di salute particolarmente sofferti dai cani di alcune razze sono stati un tema abbastanza dibattuto in diversi paesi, europei e non, anche con linee guida molto più rigide di quella tedesca. Nei Paesi Bassi, ad esempio, da più di un anno è in discussione un disegno di legge per vietare veramente la proprietà di alcuni tipi di cani (non bassotti), nonché la diffusione delle loro immagini nella pubblicità e sui social network. Più permissiva, invece, la proposta di regolamento della Commissione Europea sul benessere di cani e gatti presentata lo scorso dicembre, che dice solo che gli allevatori devono garantire che le “strategie riproduttive” non causino la trasmissione di caratteristiche “dannose”.

In particolare, la proposta di regolamento europeo “non impedisce la selezione e la riproduzione di cani e gatti brachicefali”, cioè con il cranio appiattito, come il carlino, il bulldog francese e il Cavalier King Charles spaniel. Sono tra le razze canine che secondo i veterinari hanno i problemi di salute più gravi a causa della loro conformazione fisica. Nella sua versione attuale, la proposta di regolamento richiede solo che “i programmi di selezione o di allevamento riducano al minimo le conseguenze negative che i tratti brachicefalici hanno sul benessere”.

Un Cavalier King Charles spaniel durante una gara di esposizione canina a New York, 8 maggio 2023 (AP Photo/John Minchillo)

Esistono più di 300 razze canine diverse nel mondo. Appartengono tutti alla stessa specie, ma possono avere caratteristiche fisiche molto diverse che sono state selezionate artificialmente nel corso dei secoli dall’uomo, accoppiando insieme cani simili. «L’obiettivo della selezione era quello di specializzare i cani in base ad alcune caratteristiche: ci sono cani da difesa, cani da caccia, cani da compagnia e così via», spiega Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (ANMVI), «ma non è mai stata prestata così tanta attenzione alle conseguenze negative della selezione”.

Nel caso delle razze brachicefale è stata scelta una forma del muso che si ritiene piaccia a molte persone perché ricorda i volti dei bambini. Il primo a ipotizzarlo fu l’etologo e psicologo austriaco Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina nel 1973, noto soprattutto per i suoi studi sul comportamento di cani e uccelli. Nel 1943 Lorenz teorizzò che l’aspetto che somiglia a quello dei bambini piccoli, i cosiddetti Kindchenschemaporta gli esseri umani a provare affetto per gli animali non umani che lo mostrano, così come il bisogno di prendersi cura di loro.

Qualunque sia il motivo per cui piacciono a così tante persone, il carlino e il bulldog francese sono razze molto popolari negli ultimi anni, tanto che le proposte legislative pensate per i loro problemi di salute a volte prevedono il divieto di diffondere le loro immagini sui social network. Sono tanti anche gli influencer che hanno cani di queste razze: in Italia era piuttosto noto il bulldog francese di Chiara Ferragni, morta nell’estate del 2023 per un cancro.

Un bulldog francese

Un bulldog francese a Londra il 18 novembre 2023 (AP Photo/Kirsty Wigglesworth)

I problemi legati alla brachicefalia non sono gli unici legati alla selezione della razza, ma sono particolarmente dannosi e senza interventi chirurgici possono causare la morte prematura degli individui in cui sono più gravi. Il fatto che questi cani abbiano un cranio più largo che lungo fa sì che i tessuti molli dell’apparato respiratorio, cioè quelli del naso, della laringe e della trachea, siano compressi e ostruiscano parzialmente le vie aeree. Per questo vengono chiamati anche cani che vivono “con un soffio d’aria”. Il loro disagio legato alla respirazione peggiora quando le temperature sono più alte perché i cani disperdono il calore corporeo ansimando: i brachicefali riescono ad espirare poca aria alla volta e per questo soffrono molto il caldo.

Molto spesso capita poi che sviluppino una polmonite legata al vomito, la cosiddetta polmonite ab ingestis. Ogni volta che vomitano, questi cani rischiano che una parte del vomito finisca nella trachea, che è compressa vicino all’esofago, e da lì nei bronchi, dove può causare un’infezione.

Giulia Corsini, veterinaria d’urgenza che lavora in un ospedale vicino a Cambridge, nel Regno Unito, afferma che ogni settimana si occupa di cani brachicefali che hanno problemi respiratori acuti e necessitano di più ossigeno. Corsini descrisse un tipico caso di polmonite ab ingestis in un libro recentemente pubblicato, Salvare gli animali (Utet), e spiega che «tra i cani che più frequentemente arrivano al pronto soccorso ci sono carlini e bulldog con problemi respiratori».

I veterinari possono sottoporre a questi cani un intervento chirurgico correttivo al naso o al palato per aiutarli a respirare meglio, ma non è un’impresa da poco né per i cani né per i loro proprietari. Anche dal punto di vista economico: si possono spendere diverse migliaia di euro tra esami del sangue, radiografie, TAC e interventi chirurgici. A queste vanno spesso aggiunte altre spese per altri problemi legati alla brachicefalia come il sovrappeso causato dal fatto che i cani faticano a respirare e fanno poco esercizio fisico. Potrebbero poi verificarsi problemi gastrointestinali secondari dovuti all’aumento della pressione intratoracica, come l’ernia iatale, e problemi legati alla protrusione degli occhi, come le ulcere corneali. Anche avere spazio insufficiente per i denti può causare disagio.

«Nel Regno Unito i veterinari svolgono un’insistente campagna di educazione sui rischi legati a queste razze», dice Corsini, «si potrebbe dire che dal punto di vista economico va contro il nostro interesse, dato che tutti i problemi di queste razze i cani comportano spese ingenti, ma, proprio perché teniamo molto al benessere dell’animale, suggeriamo di pensare ad altre razze o almeno di scegliere individui con una conformazione anatomica più normale”.

In Italia è stata avanzata una proposta di legge volta a vietare alcune pratiche relative alla selezione di alcune caratteristiche fisiche dei cani, ma attualmente non sono in vigore misure che impongano qualcosa di specifico agli allevatori.

Un carlino

Un carlino a Berlino, 3 agosto 2013 (AP Photo/Gero Breloer)

Melosi spiega che si sta cercando di risolvere i problemi di salute dei cani brachicefali con un altro approccio, meno radicale. Dal 2019 l’ANMVI porta avanti un progetto insieme all’Associazione Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI), l’ente che cataloga e fissa gli standard delle razze canine e gestisce le competizioni cinofile in Italia, per migliorare la salute di questi cani riducendo il rischio di numero di coloro che hanno le caratteristiche fisiche più estreme.

Da parte loro, i veterinari hanno condotto un’indagine nazionale per stimare la frequenza delle difficoltà respiratorie nei cani brachicefali italiani e classificare i diversi problemi in base alla gravità. Nel frattempo è stata adottata una campagna di comunicazione con volantini affissi negli studi e nelle cliniche veterinarie per informare sui problemi di salute frequenti nelle razze brachicefale.

La commissione tecnica dell’Enci è invece al lavoro per spingere gli allevatori a sottoporre i cani a due test studiati nel Regno Unito e in Francia per identificare i cani che potrebbero sviluppare la sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori (spesso chiamata BOAS dall’acronimo in inglese). Sono stati effettuati questi test per circa sei mesi, volti a capire quali sono i cani più sani e sceglierli per la riproduzione, quindi per anticipare le nuove generazioni delle razze in questione.

In passato qualcosa di simile era stato fatto per un altro problema di salute diffuso in varie razze di cani, ovvero la displasia dell’anca, che riguarda ad esempio pastori tedeschi e golden retriever: negli ultimi quarant’anni i cani con questo problema sono progressivamente diminuiti grazie ai controlli effettuati dagli allevatori prima di allevarli. Tuttavia, ci vorrà del tempo prima che si vedano effetti su larga scala, molto probabilmente più di qualche generazione.

Sia Corsini che Melosi consigliano a chi vuole davvero avere un cane di razza brachicefala di acquistarne uno con pedigree, cioè con informazioni sui genitori e sugli altri antenati. «Dovreste evitare come la peste di comprare cuccioli di cane o altri animali su siti predisposti per la vendita di oggetti di seconda mano», aggiunge Corsini. Allora può essere una buona idea consultare un veterinario per avere un parere su una razza e sugli allevamenti a cui affidarsi.

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