“Questo processo è un attacco all’America”. Donald Trump consegna alla storia queste parole prima dell’inizio del processo penale a New York relativo ai pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, il primo a favore di un presidente o ex presidente degli Stati Uniti. Dirigendosi al tribunale di Manhattan, il magnate ha denunciato ancora una volta la “persecuzione politica” contro di lui orchestrata dall’amministrazione di Joe Biden. «Non era mai successo niente di simile, ogni giurista ha detto che questo caso non ha senso e non avrebbe mai dovuto essere portato avanti – ha proseguito – È un assalto al nostro Paese, un Paese che sta fallendo, guidato da un uomo incompetente molto coinvolto in questo caso. È un attacco a un avversario politico. Ed è per questo che sono orgoglioso di essere qui”.
Il processo che si è aperto ieri è destinato a fare scalpore non solo per le rivelazioni di Stormy Daniels sulla sua relazione con l’ex presidente, ma anche perché Trump ha promesso che salirà sul banco dei testimoni per dire “la sua verità”. D’altronde, per avere un’idea dello spettacolo a cui gli Usa stanno per assistere, basta il modo in cui il magnate ha descritto i due testimoni chiave, Daniels e Michael Cohen, suo ex avvocato personale e faccendiere: « sono due bugiardi, due sacchi di spazzatura”. Trump è accusato di 34 capi d’accusa, in particolare di aver falsificato documenti aziendali per nascondere un pagamento di 130mila dollari alla pornostar nel 2016, poco prima delle elezioni, in modo che non rivelasse la loro relazione. È Cohen che ha tagliato fisicamente gli assegni per Stormy Daniels e la coniglietta di Playboy Karen McDougal e poi, secondo il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, è stato rimborsato dalla società The Donald’s che ha spacciato le rate come «spese legali». È già stato condannato a tre anni nel 2018 per la stessa vicenda e per aver mentito al Congresso e ora sarà uno dei testimoni chiave. La prima fase, iniziata ieri, è quella della selezione della giuria, che dovrebbe durare almeno due settimane: un’operazione complessa perché non è facile trovare qualcuno che non si sia già fatto un’opinione sulla vicenda del pagamento al porno. star, e infatti il gruppo dei potenziali giurati conta ben 500 persone. Il procedimento vero e proprio dovrebbe durare circa sei settimane, per giungere potenzialmente ad una decisione a giugno. A differenza degli altri procedimenti penali contro l’ex presidente – quelli per tentato di sovvertire l’esito delle elezioni del 2020 in Georgia, per istigazione all’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e per trattamento inappropriato di documenti riservati – questo è l’unico un accordo che potrebbe essere chiuso entro novembre, o prima delle elezioni: anche se dovesse essere dichiarato colpevole, Trump potrebbe non solo candidarsi alla Casa Bianca ma anche, secondo la Costituzione americana, guidare il Paese come un criminale condannato.
Ma se venisse dichiarato non colpevole (i suoi avvocati sperano in una piena assoluzione) sarebbe una grande vittoria per il candidato repubblicano: la posta in gioco è altissima.
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