cosa accadrà – Tempo – .

Gabriele Imperiale

19 aprile 2024

El Niño sta per finire. La Niña sta per arrivare. In breve: la fine del forte riscaldamento delle acque superficiali in mezzo mondo, ma il raffreddamento è in arrivo. Ma cosa significa tutto questo? La risposta è stata data dagli scienziati della NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration, che hanno fornito alcuni dati sul fenomeno e spiegato cosa accadrà nei prossimi anni. Ma partiamo dalle basi. El Niño è il nome dato dai pescatori dell’Ecuador e del Perù al periodico riscaldamento delle acque che porta con sé la scomparsa dei pesci e significa letteralmente “il bambino”, inteso come Gesù Bambino. Fu presto studiato da meteorologi e climatologi che capirono che si trattava di un fenomeno globale e molto più complesso. Perché El Niño, chiamato dagli esperti “Enso-El Niño Southern Oscillation”, coinvolge gran parte del clima terrestre e provoca siccità in alcune aree – come Asia e Africa -, precipitazioni più abbondanti in altre e temperature più calde in tutto il mondo. Nello scenario attuale, El Niño – che è un fenomeno naturale – si aggiunge al cambiamento climatico di origine antropica tanto da spingere le temperature degli ultimi due anni a picchi senza precedenti.

Ma ora che sta per finire, cosa succederà? Il Pacifico orientale si raffredderà a causa dell’innalzamento delle correnti più fredde, le acque si riempiranno di molte sostanze nutritive, i pesci torneranno e inizierà La Niña. Come ha ricostruito Paolo Virtuani su Il Corriere della Sera, la buona notizia è quindi che l’ondata calda sarebbe giunta al termine. Secondo le stime, La Niña si svilupperà tra aprile e giugno e nell’emisfero Nord – il nostro – i suoi effetti si faranno sentire nel prossimo autunno-inverno. Nonostante questo, però, la brutta notizia è che il riscaldamento globale del nostro pianeta continuerà per tutto il resto del 2024. Ma non tutti gli esperti sono ancora sicuri che El Niño sia finito: mentre gli uffici meteorologici australiano e indiano hanno già proclamato la fine del il fenomeno, la NOAA è più cauta. Ha stimato una probabilità dell’85% della sua fine, aggiungendo anche che tra aprile e giugno “si stabilirà una condizione di transizione neutra, con una probabilità del 60% che tra giugno e agosto si entri nella fase della Niña”.

Si parlava di cambiamento climatico. Anche il periodo di ritorno di El Niño ha sofferto ed è diminuito. “Da una media di circa 5-7 anni si è ora ridotti a 3-4” – scrive Virtuani. Il ricambio sempre più rapido tra El Niño e La Niña potrebbe quindi essere collegato a sconvolgimenti climatici. Dati che preoccupano esperti e non. Secondo la Fao: “I due cicli ultimamente sono molto più veloci e diminuiscono la possibilità di adattarsi ai cambiamenti”. Dallo scorso gennaio, ad esempio, l’Africa occidentale “ha battuto i record di calore a causa di El Niño”. Numeri che hanno spinto Joyce Kimutai, dell’Imperial College di Londra, a pensare che “la siccità nell’Africa meridionale sembra essere alimentata principalmente da El Niño”. Della stessa opinione è il rappresentante locale delle Nazioni Unite che ha lanciato un preoccupato appello agli aiuti dopo gli “effetti devastanti” delle piogge stagionali aggravate dal El Niño, che provocano attualmente quasi 100mila sfollati.

Tag: accadere Tempo

 
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